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X° CAPITOLO


LE GLORIE DELL'ASSOLUTO

Stasera leggiamo il decimo capitolo "Le Glorie dell'Assoluto". In questo capitolo si parla delle Glorie di Krsna. Krsna parla ad Arjuna, esordisce dicendo che le Sue parole porteranno grande gioia e felicità e che Lui sta parlando per il suo bene, per il bene di Arjuna. Quando Krsna inizia a parlare, menziona ad Arjuna tutte le Sue Glorie, le Sue qualità meravigliose, gli narra come Lui è l'origine di tutti i saggi, di tutti i deva cioè degli esseri celesti. Saggi o Rsi e deva, sono le persone preposte nell'universo a diffondere conoscenza, Krsna chiarisce che ne i saggi, ne i deva possono conoscerLo perché... "Io sono la fonte sia dei saggi che dei deva" cioè "non puoi andare da un grande saggio o da un essere celeste pensando che lui possa informarti completamente a riguardo della Mia Persona, perché essendone Io l'origine, lui non può conoscerMi come Io conosco Me stesso".
Poi Krsna continua dicendo ad Arjuna che: "Coloro che Mi conoscono come il non nato, che Mi conoscono come l'origine di tutti i mondi, sono perfettamente situati" e gli parla di tutte le qualità che emanano da Lui: l'intelligenza, la conoscenza, la veridicità, la gloria, l'infamia... tutte queste qualità emanano da Lui... non c'è nulla che provenga da Lui, per cui quando uno è attratto da qualcuno in questo mondo, è particolarmente entusiasta di una qualsiasi qualità che vede e percepisce, deve sempre riportarla a Krsna; non è qualcosa che proviene autonomamente dalla persona che la manifesta... o dal luogo... o da... no!... proviene da Krsna. Krsna vuole chiarire questo ad Arjuna e infatti nella prima parte, sempre di questo capitolo, Lui menziona quattro versi che sono molto importanti nella Bhagavad-Gita e se uno vuole studiare Bhagavad-Gita seriamente dovrebbe imparare.
Uno di questi versi è:



VERSO 8


aham sarvasya prabhavo
mattah sarvam pravartate
iti matva bhajante mam
bhudha bhava-samanvitah

Krsna dice: "Io sono l'origine di tutti i mondi spirituali e materiali. Sono l'origine di tutto... Aham Sarvasya Prabhavo... e coloro che capiscono questo, Mi adorano con tutto il cuore". Cioè se uno trova l'origine di tutto... la Persona dalla quale tutto ha origine... ogni cosa che possa attrarci o che possa motivare la nostra esistenza... troviamo l'origine... la Persona che la origina, come potremmo evitare di essere completamente attratti da Lui? cioè di dare tutto il nostro cuore? Se qualsiasi cosa potremmo desiderare è in Lui, come potremmo evitare di dare tuto il nostro cuore?
Per questo Krsna sta chiarendo a riguardo della Sua posizione, vuole che Arjuna e tutti noi sappiamo che quella è la Sua posizione e che avendo Lui questa posizione è giusto, è logico, è naturale che tutto il nostro cuore vada verso di Lui.
Poi narra quale attitudine adottano... che modo di fare di pensare adottano le persone che hanno scoperto che Lui è l'origine di tutto cioè che tutte le glorie, tutte le qualità provengono da Lui. Dice:



VERSO 9


mac - citta mad - gata - prana
bodhayantah parasparam
khatayantas ca mam nityam
tusyanti ca ramanti ca

"I pensieri dei Miei puri devoti sono sempre in Me, loro si illuminano vicendevolmente e trovano realizzazione conversando a riguardo di Me... trovano grande gioia e soddisfazione conversando e illuminandosi a vicenda sulla Mia Persona".
Cioè queste persone che hanno capito che Krsna è l'origine di tutto s'incontrano... di cosa parlano?... di Krsna, loro hanno compreso veramente che Krsna è la Verità Assoluta, lo hanno compreso in modo reale e di conseguenza la loro attrazione è per Krsna, quando s'incontrano parlano naturalmente di Krsna, non c'è altro argomento e questo parlare di Krsna rende l'atmosfera spiritualizzata... anzi è detto che uno non può capire Krsna se non in compagnia di tali devoti.
Uno può comprendere il Signore, può comprendere anche la Bhagavad-Gita e lo Srimad Bhagavatam soltanto quando sta con i devoti, quando entra in realizzazione con i devoti e vive con loro e scambia con loro perché c'è un'infusione non solo di conoscenza trascendentale o della Persona Suprema, ma anche di gioia... dà molta felicità sentire parlare di Krsna! Per felicità intendiamo che quando si ascolta parlare di Krsna, le problematiche della vita materiale scompaiono.
Almeno per il periodo in cui si ascolta parlare di Krsna, i problemi dell'esistenza materiale vanno in secondo piano... è così tutti hanno questa esperienza. Perché questo accade? Accade perché quegli argomenti che trattano del Signore sono pieni delle qualità del Signore, delle glorie del Signore e queste glorie innalzano il nostro animo.
Molte persone credono che Krsna sia un personaggio mitologico oppure che questo sia semplice sentimento... quando Caitanya Mahaprabhu andava a Benares a cantare il Santo Nome di Dio... Benares era conosciuta come il più grande centro impersonalista, tutti i più grandi impersonalisti andavano lì per incontrarsi e colloquiare sul Brahman impersonale, studiare il Vedanta, ecc... allora anche quando Sri Caitanya era andato, molti l'hanno definito come un sentimentalista "...è lì... parla sempre di Krsna!... danza in estasi... ecc." Non è molto serio pensare: "è un sentimentalista"!
...Ma poi, benedetti dalla grazia di Sri Caitanya Mahaprabhu, poterono capire... ebbero l'intelligenza... Prakasananda Sarasvati che era un grande, ebbe l'intelligenza per capire la posizione della Persona Suprema... perché è tutto il punto... se uno capisce la posizione di Dio, la Persona Suprema allora tutto diventa chiaro ma se uno non capisce la posizione della Persona Suprema tutto rimane sempre molto vago e indistinto cioè uno non riesce a diventare veramente convinto e a gustare le qualità della Persona Suprema in relazione con lui.
Allora, uno potrebbe dire: "Ma come si fa ad ottenere questa perfetta conoscenza della Persona Suprema cioè a diventare perciò pienamente convinti ad avere piena consapevolezza"?.
Krsna dice nel verso seguente:



VERSO 10


tesam satata - yuktanam
bhajatam priti - purvakam
dadami buddhi - yogam tam
yena mam upayanti te

"A coloro che sempre Mi adorano con amore e devozione, Io dò l'intelligenza con la quale possono tornare a Me".
Cioè questo metodo non è un metodo di sentimentalismo, se uno serve con amore e devozione la conoscenza viene ma non perché noi ce la costruiamo con le nostre limitatissime capacità, viene perché Krsna ce la diffonde... Krsna ce la dona. Non è un processo ascendente per cui costruisco con i miei mezzi... con i miei sensi... con la mia mente limitata la Verità... trovo la Verità. No! Per quanto mi concerne quando entro in contatto con la Verità... e come faccio a sapere che sono entrato in contatto con la Verità? Perché vedo che la mia mente si schiarisce, che i miei sensi sono più sotto controllo, che la mia intelligenza ha una impostazione chiara delle cose e le miserie dell'esistenza materiale mi appaiono nella loro vera luce...niente parole, uno comincia a discriminare tra realtà e illusione e si sente sollevato quando ascolta altri che parlano di Krsna o quando ripete il nome di Krsna, il Maha Mantra... Hare Krsna Hare Krsna Krsna Krsna Hare Hare Hare Rama Hare Rama Rama Rama Hare Hare... allora sa che è entrato in contatto con la Verità Assoluta.
Avendo questa percezione preliminare, se s'impegna sempre un servizio devozionale con costanza e abnegazione, allora Krsna dice: "Io provvedo l'intelligenza".
Non deve preoccuparsi... dove vado a prendere l'intelligenza per capire Krsna?... come faccio a trovare Krsna?
No! Krsna dice: " Se lui è sincero, Io gli provvedo l'intelligenza" Ecco il punto. Non è una questione di sentimentalismo, è una questione di come avere l'intelligenza per capire Dio ricevendola da Lui e... soddisfarLo con la nostra sincerità, per sincerità intendiamo impegno in servizio devozionale e ricevendo da Lui sempre nuova intelligenza per capire. Infatti nell'altro verso che segue Krsna dice:



VERSO 11


tesam evanukampartham
aham ajnana - jam tamah
nasayamy ntma - bhavastho
jnana - dipena bhasvata

"Io pieno di compassione sono nei loro cuori e con la illuminante torcia della conoscenza dissipo le tenebre dell'ignoranza".
In che forma arriva questa intelligenza? Krsna specifica: "Io vivo nel cuore" perché ha compassione dell'anima condizionata... l'anima è lì in una condizione di indigenza, di difficile lotta per l'esistenza... Lui pieno di compassione vive con l'anima di quel cuore e quando vede la sincerità dell'anima... l'anima Lo serve... dà l'intelligenza, come? Nella forma di rivalutazioni illuminanti... dà conoscenza... ciò che non sapevi, sai... e questo illumina il tuo cammino. Come quando devi andare in un luogo, se non sei sicuro di dove devi andare, se non hai una direzione certa, ecc... allora diventa molto difficile, ma se hai una conoscenza chiara e precisa della direzione, allora puoi dire: "Sono illuminato al riguardo, posso andare tranquillamente e speditamente".
Intelligenza significa conoscenza. Conoscenza delle cose, del percorso che devi seguire e questo è illuminante e le tenebre nate dall'ignoranza vengono dissipate.
E' detto che Krsna è come il sole... Krsna è come il sole e Maya è come l'oscurità... Dove c'è Krsna non ci può essere Maya perché dove c'è il sole non ci può essere l'oscurità.
Allora, questa torcia della conoscenza o lo splendore del sole sono entrambi paragoni che vengono usati dal Signore per chiarire come Lui illumina l'esistenza di un essere vivente.
Questa è la spiegazione che dà Krsna di Se stesso a riguardo delle Sue glorie, delle Sue qualità intrinseche e di come i Suoi devoti, coloro che Lo seguono, riescono a comprendere la Sua posizione e le Sue qualità. ...L'ha spiegato questo, Krsna.
A questo punto Arjuna si sente molto sollevato perché... ricordiamo che Arjuna era confuso all'inizio della Bhagavad-Gita. Krsna l'aveva messo in questo stato confusionale per potere parlare la Bhagavad-Gita, comunque Arjuna era confuso, per un attimo almeno, apparentemente dimenticato la posizione della Persona Suprema... adesso, Krsna gli ha spiegato come funzionano le Sue energie, gli ha dato contatto intimo, gli ha detto nel capitolo precedente:
"Poiché tu non sei invidioso di Me, incomincio a spiegare qual è la Mia posizione"...
Anche nel settimo e ottavo capitolo l'aveva già fatto, nel nono ancora di più e adesso sta direttamente parlando della Sua natura il Signore... "Io sono la fonte di ogni cosa"... sta dicendo tutto questo... Ciò che emana da Lui, ecc... allora Arjuna si sente illuminato perché Krsna nel cuore di Arjuna sta chiarendo tutto, allora lui fuoriesce con questi versi molto belli di apprezzamento al Signore.



VERSI 12 - 13

Arjuna uvaca
param brahma param dhama
pavitram paramam bhavan
purusam Sasvatam divyam

ahus tvam rsayah sarve
devarsir naradas tatha
asito devalo vyasah
svayam caiva bravisi me

...Param Brahma, Tu sei la Verità Assoluta... Adesso Arjuna è convinto, questa convinzione non è, abbiamo detto, sentimento ma è perfetta intelligenza che... Dio nel suo cuore, la Persona Suprema nel suo cuore gli sta evocando... Param Brahma Param Dhama... Tu sei il rifugio Supremo... Pavitram, il purificatore sovrano... Paramam Bhavan, il Signore originale... Adi - Devam, Tu sei il non nato e la bellezza che tutto pervade.
Arjuna sta avendo il "Darsan", quello che si chiama il Darsan del Signore... la visione perfetta della posizione del Signore. Questo è il culmine della realizzazione che l'anima può avere... capire perfettamente... avere il darsan o la visione della posizione di Dio in relazione a noi.
Arjuna anche in questa realizzazione che chiarisce tutti i dubbi di impersonalismo, di materialismo, cioè dissipa qualsiasi forma di dubbio, per provare che non sta vivendo soltanto un momento di sentimentalismo, chiama a sostegno di quello che sta dicendo grandi saggi:
Anus Tvan Rsayam Sarve
Devarsir Naradas Tatha
Dice: "Tutti i saggi confermano quello che io sto vedendo adesso... ciò che io sto percependo tutti i saggi lo confermano" cioè dice... non è solo un momento di autosuggestione o di mia realizzazione singolare e diversa da quella che tutti gli altri possono provare... no, dice: "Ahus Tvam Rsayah sarve... tutti i rsi, tutti i grandi saggi" e poi fa anche la lista dei nomi... "Devarsir Naradas Tatha / Asito Devalo Vyasah" Menziona i più importanti... Vyasadeva è colui che ha compilato tutte le Scritture Vediche... Asita, Devala sono altri saggi e Devarsir Narada è la Suprema autorità tra i saggi infatti devarsir significa "tra i rsi o saggi il deva", l'essere celeste o il deva... il Signore tra i rsi è Narada Muni... "Tutti confermano quello che io sto percependo". Perciò la sua realizzazione è piena.
Arjuna vuole anche indicare che lui sta percependo tutto questo perché lui è in Parampara, cioè è collegato alla catena disciplica nel modo giusto, nel modo perfetto e il suo Precettore è naturalmente la Persona Suprema direttamente, ma comunque sia, chi nel Parampara sia collegato nel modo giusto con la catena disciplica dei maestri spirituali, può avere il darsan del Signore, cioè può arrivare al punto di avere la realizzazione della posizione della Persona Suprema come Arjuna.
Prabhupada diceva spesso: "Noi ripetendo la Bhagavad-Gita così com'è non c'è differenza dall'essere qui o ad essere sul campo di battaglia di Kuruksetra e sentire Krsna che parla praticamente. Arjuna adesso dice: "Krsna io credo pienamente in ciò che Tu mi hai detto, ne le moltitudini dei saggi, ne dei deva, ne dei demoni ti possono conoscere, nessuno può conoscerTi, Tu solo conosci Te stesso perfettamente".
Quello che sta dicendo è che solo Krsna può rivere Se stesso perché Lui ha delle potenze così inconcepibili.
"Attraverso le Tue potenze" dice Arjuna a Krsna "Tu Ti conosci, ma chi possiede la Tua potenza? Nessuno!... per cui solo se Tu benedici una persona con la Tua potenza sconfinata, illimitata, quella persona può avere accesso a conoscerTi in qualche modo" dice Arjuna.
Poi Arjuna diventa ansioso di conoscere ancor di più Krsna, cioè "La Coscienza di Krsna"... Prabhupada diceva "...E' un metodo gioioso, se uno comprende la posizione di Krsna e gusta un po' delle qualità di Krsna, vuole conoscere sempre di più. Allora Arjuna vuole conoscere ancora meglio le qualità del Signore.
"Narrami, per favore"... dice "... come Tu Ti manifesti nei mondi".
Vuole sapere perché è attratto dalle opulenze del Signore, ma vuole anche aiutare noi.
Arjuna, perché in questo mondo abbiamo tutti la tendenza ad essere attratti dalle qualità di questa natura materiale, allora vuole sapere anche come il Signore Si manifesta... manifesta le Sue qualità in questo mondo e questo per il nostro bene perché se non impariamo guardando questo universo materiale... certamente noi ne vediamo solo una porzione, ci sono altri che vedono anche i sistemi planetari superiori, vedono tante altre cose che noi non vediamo ma... se noi vediamo questo mondo con l'occhio di chi vede delle qualità di Krsna e quello che vediamo di meraviglioso appartiene a Krsna, allora tutto ci può ricordare Krsna... infatti Krsna acconsente a narrare ad Arjuna quali sono le Sue manifestazioni e come Lui Si manifesta, lo chiama "Gudakesa", persona che ha vinto il sonno, persona che ha superato il torpore o lo stato di letargo praticamente, perché?... ha superato lo stato di letargo perché è libero dai dubbi e vuole conoscere sempre di più la Persona Suprema, vuole stabilire sempre più fermamente la sua relazione... allora Arjuna chiede: "Come devo meditare su di Te e in quali forme contemplarti Signore Beato?" "Parlami ancora nei particolari delle Tue potenze e delle Tue glorie, o Janardana, poiché non sono mai sazio del nettare delle Tue parole".
Questo è il puro devoto. Arjuna non è mai sazio, gusta così tanto la Coscienza di Krsna che ascolterebbe sempre.
E Krsna risponde: "Ti descriverò dunque le Mie glorie divine, o Arjuna, ma soltanto le più importanti perché infinito è il Mio splendore".
Allora adesso leggerei i versi che continuano perché c'è una descrizione abbastanza dettagliata da parte di Krsna di alcune delle più importanti delle Sue glorie.



VERSO 20


"Sono l'Anima Suprema situata nel cuore di ogni creatura, o Gudakesa. Sono l'inizio, la metà e la fine di tutti gli esseri".



VERSO 21


"Tra gli Aditya Io sono Visnu, e tra le sorgenti luminose, il sole radiante. Tra i Marut sono Marici, e tra le stelle sono la luna".



VERSO 22


"Tra i Veda sono il Sama; tra gli esseri celesti sono Indra; tra i sensi son la mente. Negli esseri sono la forza vitale. (La conoscenza)".

Krsna è tutte queste cose... Lui sta parlando di tutte le cose più prominenti come per esempio noi abbiamo i sensi, la mente è chiamata il sesto senso; è il più importante dei sensi perché è il punto di raccolta di tutte le informazioni dei sensi ed è anche il punto da dove partono le decisioni o l'impeto, l'impulso affinché i sensi si muovano in una direzione o nell'altra. Krsna tra i sensi è la mente.
"Tra gli Aditya sono Visnu" Visnu è la Persona Suprema.
Gli Aditya sono deva, i figli di Adity, invece i Daitya sono figli di Dity, sono i demoni. I demoni si chiamano Daityas e i deva o esseri celesti si chiamano Aditya. Il migliore tra gli esseri celesti è Visnu... ...deva - deva... fonte di luce.



VERSO 23


"Tra i Rudra sono Siva, tra gli Yaksa e i Raksasa sono il Signore delle ricchezze (Kuvera); tra i Vasu sono il fuoco (Agni). Tra le montagne sono Meru".

Il monte Meru è il più imponente tra le montagne che non sono visibili agli occhi abituati a realtà tridimensionali ma è percepibile per chi, in questo universo, vede la realtà dimensionale superiore dell'universo come anche sono visibili tutti i deva; i Vasu sono grandi personalità tra essi Agni è il più importante. Kuvera tra gli Yaksa e i Raksasa, ecc...



VERSO 24


"Tra i sacerdoti, o Arjuna, sappi che Io sono il capo, Brhaspati, il signore della devozione; e tra i generali sono Skanda, il signore della guerra. Tra le acque sono l'oceano".



VERSO 25


"Tra i grandi saggi sono Bhrgu. Tra le vibrazioni sonore sono Om, la sillaba trascendentale; e tra i sacrifici, il Japa, il canto dei Santi Nomi. Tra le masse incrollabili sono l'Himalaya".

Om è la rappresentazione sonora del Signore... la rappresentazione personale del Signore... Pranava o Omkara... ogni mantra generalmente inizia con la Om... Om Visnu Padaya... è detto che questa vibrazione poggia sul suono che è la manifestazione impersonale del Signore... la manifestazione Personale sonora è l'Hare Krsna mantra e tra i sacrifici è detto che il Japa è il migliore dei sacrifici. Cantare i giri sul Japa. "Fra le masse incrollabili sono l'Himalaya" chi ha visto l'Himalaya? Nessuno?... sono imponenti!



VERSO 26


"Tra gli alberi sono il filo sacro, e tra i saggi e gli esseri celesti, Narada. Tra i Gandharva, cantori degli esseri celesti, sono Citraratha; e tra le anime realizzate, il saggio Kapila".

Abbiamo già detto prima chi è Narada Muni. Il fico sacro è praticamente l'albero baniano. I Gandharva cantano molto bene, praticamente sono angeli, hanno la voce angelica e tra i Gandharva Citraratha è il migliore cantore. Kapila era una incarnazione di Krsna stesso per cui chi meglio Krsna può essere saggio. Per esempio: Krsna è anche il migliore tra i devoti. Chi è il migliore tra i devoti?...
...Caitanya Mahaprabhu... chi meglio di Caitanya Mahaprabhu è un devoto?... chi può cantare Hare Krsna meglio di Lui? ...Lui è sempre il migliore!



VERSO 27


"Tra i cavalli, sappi che Io sono Uccaihsrava, che uscì dall'oceano e nacque dal nettare dell'immortalità. Tra i nobili elefanti sono Airavata, e tra gli uomini il monarca".

... "Tra gli uomini il monarca"... non quelli del Kali-yuga, infatti Prabhupada ha detto:
"Nell'era in cui viviamo, tuttavia, per la corruzione dei principi religiosi la monarchia si è degradata fino a essere abolita; un tempo i re erano giusti e virtuosi, e i sudditi vivevano felici sotto la loro protezione, molto meglio che nelle società moderne".




VERSO 28


"Tra le armi sono il fulmine, e tra le mucche la surabhi, dal latte abbondante. Tra i procreatori sono Kandarpa, il Dio dell'amore; e tra i serpenti il re Vasuki".

Krsna menziona Kandarpa... Prajanas. Casmi Kandarpah... Praja significa figli... Prajanas per avere figli... Casmi Kandarpah... cioè non sta dicendo... per il sesso sregolato... per il semplice godimento sessuale... sta dicendo al fine di procreare figli... in questo tipo di rapporto, Lui è Kandarpa cioè il migliore tra i procreatori infatti dice:
"Al contrario del desiderio sessuale a cui si cede per semplice godimento, Kandarpa personifica il desiderio sessuale destinato a generare figli degni e rappresenta dunque Krsna". Cioè in qualsiasi cosa, in questo mondo, Krsna è l'aspetto migliore.



VERSO 29


"Tra i Naga, serpenti celesti, Io sono Ananta; e tra le Divinità delle Acque, Varuna. Tra gli antenati sono Aryama, e tra gli amministratori della legge sono Yama, il Signore della morte".

Non c'è niente più severo della nascita e della morte. Qualsiasi altra cosa possa succedere a un essere vivente, la morte è quella che non ha tempo praticamente alla quale uno non ha modo di porre rimedi per cui chi giudica quando uno deve morire e dove va dopo la morte perciò anche la nascita e che tipo di nascita... ... quel giudizio è il più pesante di tutti ed è portato avanti da Yamaraja. Questo Yamaraja è considerato il giudice supremo.
E' detto che se uno canta il mantra e porta il tilaka gli emissari di Yamaraja non lo vengono a prendere per cui è meglio portarlo sempre.



VERSO 30


"Tra i demoniaci Daitya Io sono il fervente Prahlada, e tra gli oppressori, il tempo. Tra le bestie sono il leone, e tra gli uccelli Garuda che trasporta Visnu".

Anche tra i Daitya che sono i demoni... il migliore nato da una famiglia demone... che non era demone ma era devoto, era Prahlada Maharaja.



VERSO 31


"Tra i purificatori sono il vento, e tra coloro che portano le armi sono Rama. Tra i pesci sono lo squalo, e tra i corsi d'acqua il Gange".

Il Gange, a parte che è il fiume più grande dell'India, è il fiume più grande dell'India, e anche considerato il fiume che proviene dai pianeti celesti.



VERSO 32


"O Arjuna, di ogni creazione sono l'inizio e la fine, e anche la metà. Fra tutte le scienze sono la scienza spirituale dell'anima, e dei logici sono la conclusione, la verità finale".

Tutto in questo mondo praticamente è composto da energia di Krsna. Krsna è veramente tutto. Qualsiasi cosa uno faccia... all'inizio... a metà... alla fine... la conclusione logica di ogni cosa è Krsna per cui uno non scappa, è sempre... ovunque è sempre Krsna.



VERSO 33


"Tra le lettere sono la A, e tra le parole composte, sono la parola doppia. Sono anche il tempo inesauribile, e tra i creatori sono Brahma, in cui i volti multipli guardano ovunque".



VERSO 34


"Sono la morte che tutto divora, e anche la sorgente di tutto ciò che verrà. Nella donna sono la fama, la fortuna, l'eloquenza, la memoria, l'intelligenza e la pazienza".

Appena nasce, l'uomo comincia a morire. La morte divora l'essere ad ogni istante, e quella che propriamente è detta morte non è che l'ultimo colpo. Questa morte è Krsna. Gli esseri, a qualunque specie appartengano, passano attraverso sei fondamentali trasformazioni: nascita, crescita, stabilizzazione, riproduzione, declino, e morte. La prima di queste, l'uscita dall'utero, momento iniziale di tutte le attività successive, è anch'essa Krsna. Le sei qualità elencate nel verso sono dette femminili. Una donna diventa gloriosa se le possiede tutte o anche solo qualcuna. Il sanscrito lingua perfetta è anche essa gloriosa. Colui che, dopo lo studio, sa ricordare ciò che ha studiato, è dotato di buona memoria (smrti). Non è necessario leggere un gran numero di libri su svariati argomenti, è sufficiente poterne ricordare qualcuno e citarlo al momento giusto: questa è un'altra qualità.



VERSO 35


"Tra gli inni sono il Brhat-Sama, che si canta per Indra; e tra i poemi, la Gayatri, cantata ogni giorno dai brahmana. Tra i mesi sono novembre e dicembre, e tra le stagioni, la primavera fiorita".

Gayatri è praticamente il suono del flauto del Signore trasposto in metrica e descrive praticamente il brahman. Brahma è l'iniziatore del Gayatri, Brahma ascoltò nel cuore il suono del flauto della Persona Suprema e quando lui replicò questo suono con le sue labbra, venne fuori il Gayatri-mantra, lui è considerato il re tra i poemi. Tra i mesi, novembre e dicembre perché in India sono i mesi del raccolto... e primavera perché a tutti piace la primavera, perché non è ne troppo calda ne troppo fredda, è il periodo più piacevole. Krsna è la primavera.



VERSO 36


"Tra le truffe sono il gioco d'azzardo e sono il fulgore di tutto ciò che risplende. Sono la vittoria, l'avventura e la forza del forte".

Tutti quelli che giocano d'azzardo sono truffati già per il fatto che giocano d'azzardo... sono coinvolti nel gioco d'azzardo... allora, tra le truffe Lui è il gioco d'azzardo in cui rimangono truffati tutti sia quelli che vincono che quelli che perdono... che poi quelli che vincono rigiocheranno e forse perderanno ...tutti rimangono truffati dal giro del gioco d'azzardo... allora, Krsna è il gioco d'azzardo tra le truffe.



VERSO 37


"Tra i discendenti di Vrsni sono Vasudeva, e tra i Pandava, Arjuna. Tra i saggi sono Vyasa, e tra i grandi pensatori, Usana".



VERSO 38


"Tra le punizioni sono la verga, e tra coloro che cercano la vittoria sono la moralità. Delle cose segrete sono il silenzio, e del saggio la saggezza".
Una volta usavano la verga. Fustigavano a morte praticamente. Essere frustati a morte era un po' pesante. C'è anche la storia di Haridas Thakura. "Delle cose segrete, sono il silenzio".... Cosa c'è di più segreto del silenzio? Non c'è nulla di più segreto! E cosa c'è per un saggio di più importante della saggezza? "del saggio sono la saggezza" Lui è l'elemento portante e essenziale di ogni cosa, di ogni attività. Questo sta dicendo.



VERSO 39


"Inoltre, o Arjuna, sono il seme che genera tutte le esistenze. Niente di ciò che è mobile o immobile esiste senza di Me"

Krsna è il seme, la causa di tutto...Sarva - Karana - Karanam.



VERSO 40


"O potente vincitore dei nemici, le Mie manifestazioni divine non hanno limiti. Ciò che ti ho rivelato non è che una minima parte della Mia grandezza infinita".



VERSO 41


Adesso, in questo verso, Lui sta dicendo:

yad yad vibhutimat sattvam
srimad urjitam eva va

"Tutto ciò che è bello, potente, glorioso, sappi che scaturisce da un semplice frammento del Mio splendore".

Cioè tutte queste cose che abbiamo ascoltato possono sembrarci imponenti... grandi... quasi troppo grandi... ma Krsna le dimensiona subito dicendo che: "Tutto quello che ti ho narrato viene da un frammento del Mio splendore" e non sta esagerando! Non è una iperbole letteraria... così, frammento dello splendore... no!... Tutto poggia sul Suo splendore...
Brahmano hi paratishaham... verrà spiegato in seguito... tutto quello che esiste in questo mondo poggia sullo splendore che emana dal corpo di Dio e sulla base di questo splendore nascono universi su universi con miriadi di esseri che nascono, rimangono per un po' e poi vengono distrutti... tutto sullo splendore del corpo di Dio.
Da un frammento del Suo splendore, qui sta dicendo... da un frammento del Suo splendore, tutto questo accade. Possiamo immaginare quanto sia gloriosa e potente la manifestazione della Sua Personalità.
La forma di Dio non è circoscrivibile in quella descrizione che Krsna ha dato, ma quella è solo per darci lo spunto ad apprezzare... ad apprezzare le Sue glorie... a non dimenticare.
Dice:



VERSO 42


"Ma a che servono, o Arjuna, tutti questi particolari? Con una semplice scintilla della Mia Persona, Io penetro e sostengo l'universo intero".

Perciò questo è il potere del Signore. Lui con una scintilla di Sé mantiene l'universo intero da Brahma alla formica... manda avanti i destini di tutti... "cosa servono tutti questi particolari"?...La cosa importante praticamente è adorare direttamente il Signore Supremo, non disperderci nei rivoli delle Sue manifestazioni energetiche... negli aspetti secondari delle Sue energie... andare direttamente a Lui... adorarLo direttamente consapevoli della Sua posizione Assoluta e del Suo potere incommensurabile o immenso, infatti questo capitolo si chiama "Le Glorie Dell'Assoluto". Uno deve capire le glorie dell'Assoluto e dedicarsi all'Assoluto... le glorie della Persona Suprema... in questo modo, riesce ad avanzare tranquillamente nella devozione... a seguire la pura strada della bhakti.. e a, rimanendo attaccato a Krsna, conseguire quel traguardo che, puri devoti conseguono. Perciò in sintesi, all'inizio del capitolo, Krsna narra ad Arjuna qual è la Sua posizione, dice: "Questa è la Mia posizione e tutti coloro che capiscono questa Mia posizione tornano a Me rimanendo completamente attratti da Me, e Io dò loro tutto ciò che necessita per tornare a Me, l'intelligenza, la conoscenza, l'illuminazione"...
Arjuna poi rimane completamente soddisfatto dalle parole del Signore e certifica la posizione Suprema di Krsna basandosi anche sulla autorità dei saggi che l'hanno preceduto... dei grandi saggi... e poi chiede a Krsna di narrargli delle Sue opulenze, di come Lui pervade questo universo... "Come io posso trovarTi?... come posso vedere"?... e Krsna soddisfatto dalla richiesta fattagli da Arjuna che considera un devoto intimo... una persona che è ormai libera da quel senso di letargo... di torpore, gli narra solo le principali delle Sue glorie, di come Lui Si manifesta in questi mondi, chiarendo alla fine che questo è soltanto un frammento del Suo splendore e che Arjuna dovrebbe dedicarsi al Suo puro servizio devozionale.
Hare Krsna










XI° CAPITOLO


LA FORMA UNIVERSALE


In questo capitolo, immediatamente, Arjuna indirizza a Krsna dicendoGli che è ormai convinto della Sua è posizione... della posizione di Krsna quale Persona Suprema e causa di tutte le cause, origine di tutto e che ... i dubbi che lo avevano assalito (ricordiamo che la battaglia di Kuruksetra si era fermata un attimo... perché della esitazione di Arjuna, il quale non era più convinto di dover combattere contro i suoi familiari, i suoi parenti... di doverli uccidere.. non riusciva più a trovare la motivazione per farlo. Dopo questa iniziale esitazione di Arjuna, Krsna aveva spiegato che Lui. La Persona Suprema, aveva spiegato che Lui, la Persona Suprema, aveva voluto che tutto questo accadesse e che c'è una differenza tra corpi e anime. Adesso non posso riepilogare i dieci capitoli in cinque parole... insomma, i dieci capitoli precedenti speriamo che ve li ricordiate) comunque siamo al punto in cui Arjuna dice a Krsna: "Io non ho più dubbi, riconosco la Tua posizione, non ho più alcun tipo di problema", però Arjuna sta pensando: io sono convinto, ma le persone che verranno in seguito come faranno ad essere convinte? Allora chiede a Krsna una conferma.
Che tipo di conferma?
Dice Arjuna a Krsna: "Se Tu mostri la Tua forma universale... cioè il modo in cui pervadi tutti i mondi, gli universi ... come Tu li controlli, come li gestisci, allora sarà chiaro - palese - manifesto come Tu Sei Dio, la Persona Suprema... e tutti saranno convinti di questo".
Allora, la richiesta che Arjuna fa a Krsna di mostrare la forma universale, cioè come il Signore permea, mantiene e sostiene i mondi è una richiesta non tesa alla soddisfazione personale di Arjuna... non è che Arjuna abbia bisogno di essere convinto, Arjuna è già convinto... lo ha appena detto... "Io sono già convinto, ma se Tu mostri questa forma, gli altri potranno trarne dei benefici".
Questo è il primo punto che Arjuna porta a Krsna.
E' importante notare che Arjuna sta facendo una richiesta al Signore, non per il suo beneficio personale ma per il benessere degli altri. Questa è la natura del devoto. Il devoto non è egoista, non pensa unicamente alla propria emancipazione spirituale... alla propria realizzazione, ma è teso al benessere altrui, per cui anche se raggiunge dei traguardi devozionali, anche se i misteri dell'esistenza gli si svelano davanti... le porte della vita gli si aprono, non rimane indifferente alla sofferenza di coloro che invece sono sottoposti al controllo dell'ignoranza, all'egida dell'ignoranza... ed è per questo che Arjuna chiede a Krsna di mostrare una forma talmente potente da dissipare, fugare qualsiasi dubbio possa rimanere nella mente di altre persone che non conoscono Krsna come Arjuna Lo conosce.
Allora, Krsna è molto soddisfatto... è molto soddisfatto della richiesta di Arjuna, infatti dice: "Felicemente mostrerò questa forma... sono felice di mostrare questa forma" e comincia a dirgli: "Guarda come tutto è in questa forma"! "Questa forma potrà soddisfare qualsiasi desiderio che hai di vedere e di conoscere perché questa forma è il concentrato di tutte le manifestazioni universali"... cioè tutti i pianeti... le specie di vita... tutte le potenze creatrici del Signore... tutto è concentrato in quella forma... tutti gli esseri celesti, coloro che sono deputati all'amministrazione dell'universo... tutte le specie di vita superiori - mediane - inferiori... tutto è presente... "Però" poi dice Krsna ad Arjuna "Per vedere questa forma, però, tu hai bisogno di occhi divini. Non hai la visione divina... Io ti darò questa visione divina affinché tu la possa vedere nella sua interezza, nella sua pienezza, nella sua realtà questa forma". Questa forma del Signore che Krsna sta mostrando, è una forma temporanea, non è una forma eterna del Signore. Il Signore ha una forma eterna, Dio ha una forma eterna incorruttibile, ma il Signore sta mostrando una forma che è l'agglomerato di tutte le potenze materiali... tutte le potenze di questo mondo materiale e con i controllori di queste potenze... controllori subalterni che sono i Deva e il Controllore Supremo che è Lui, Visnu... perciò questa forma è una forma trascendentale nel senso che è una forma del Signore, ma non è eternamente manifestata come la forma del Signore nel regno di Dio, nel mondo spirituale... è una forma che si manifesta temporaneamente.
Il Signore, la manifesta però soltanto a chi ha la possibilità di recepirla e di vedere, e infatti dice: "Per vedere questa forma non sono sufficienti gli occhi e la mente materiali".
Ciò che noi vediamo, lo vediamo con gli occhi e le immagini si manifestano nella mente... qualche volta a occhi chiusi possiamo anche vedere qualcosa, per esempio qualche volta nel sogno con gli occhi chiusi vediamo dei posti, dei luoghi che con gli occhi non abbiamo mai visto per cui le immagini o la capacità visiva in effetti risiede nella mente... è la mente che recepisce le immagini, le registra e le vaglia... e le scruta.
Krsna dice: "Non puoi vedere con la mente materiale questa forma, perché proviene da Me, è una Mia potenza trascendentale che le manifesta, hai bisogno perciò di occhi speciali, naturalmente anche di una mente speciale".
Krsna dona ad Arjuna questa mente... questi occhi speciali per vedere. Sanjaya è il servitore di Dhrtarastra... Dhrtarastra è il padre dei Kurus, coloro che sono la fazione opposta ad Arjuna sul campo di battaglia... sono coloro contro i quali Arjuna deve combattere...
Dhrtarastra era cieco dalla nascita, non poteva vedere né materialmente e neanche spiritualmente perché era anche cieco dal punto di vista che era accecato dall'egoismo e dall'ambizione per il regno, però aveva un servitore che si chiamava Sanjaya, questo servitore era stato benedetto da colui che aveva compilato tutte le Scritture Vediche il cui nome è Vyasa.
Vyasadeva o Vyasa aveva dato questa benedizione a Sanjaya che... lui, avrebbe potuto, concentrandosi, vedere nel cuore (come vedere una televisione) tutti i fatti che accadevano anche a distanza e particolarmente la battaglia di Kuruksetra e poteva assistere anche al dialogo tra Krsna e Arjuna ed essendo un devoto, Sanjaya, poteva anche vedere questa forma universale... allora, lui stava facendo una relazione a Dhrtarastra di ciò che stava accadendo e quando gli fa questa relazione, descrive cose incredibili, dice: "E' come se migliaia di soli fossero sorti tutti insieme e questo è sconvolgente"... dice comunque che Krsna e Arjuna sono lì... fa capire che Krsna sta concentrando tutto ciò che è conoscibile nell'universo in un particolare punto. Questo è il potere del Signore!
In questo mondo materiale, nessuno ha un potere di questo genere... anche se noi narriamo qualche cosa, non possiamo trasportare ciò che narriamo con la nostra narrazione in un punto particolare... ma Krsna è Onnipotente e ha questa capacità... Dio ha la possibilità di trascendere i limiti dello spazio e del tempo portando tutte le manifestazioni di mondi, di luoghi e persone in un unico punto e renderli tutti visibili per un Suo devoto simultaneamente, cioè non ci sono problemi di spazio e tempo per il Signore... in una stanza così, quanta roba possiamo fare entrare noi? Poca roba!... Il Signore in una stanza così può fare entrare l'universo se vuole farlo vedere a un Suo devoto... allora, questo è quello che sta accadendo ad Arjuna, Arjuna sta vedendo in un luogo... in un punto dove c'è Krsna sul campo di battaglia ... sta vedendo tutto quello che esiste negli universi... allora Sanjaya sta spiegando a Dhrtarastra ciò che sta accadendo e che è fonte di grande meraviglia... è fonte di grande meraviglia, infatti Arjuna comincia a declamare dei versi in glorificazione a questa forma dice: "Oh, vedo gli Aditya, vedo gli esseri celesti... vedo i mondi... il sole e la luna sono i Tuoi occhi e"... insomma, comincia a descrivere tutte le meraviglie dell'universo che gli appaiono in un punto dove Krsna è presente... e poi comincia anche a vedere che il volto del Signore è infuocato... la bocca del Signore è piena di fiamme e ci sono i processi della creazione - mantenimento e della distruzione che vanno avanti tutti simultaneamente... e comincia poi a vedere anche il campo di battaglia di Kuruksetra dove loro sono situati... vede tutti i guerrieri che entrano nella bocca del Signore... vede Bhisma - Drona - Karna che sono i più grandi guerrieri che lui dovrebbe affrontare e sono molto superiori a lui in potenza... vede che entrano attratti vorticosamente nella bocca del Signore... e vengono stritolati e bruciati nella bocca del Signore... e vede ...nella battaglia di Kuruksetra c'erano seicento milioni di persone che combattevano... e vede questo fiume di esseri viventi che entra nella bocca del Signore... e vengono distrutti tutti... vede anche guerrieri della sua parte, del suo campo... e allora rimane attonito e sgomento perché è una visione molto potente... penetrante... è una visione sconvolgente. Infatti Arjuna dice: "Vedendo questa forma la mia mente è sconvolta ... Signore, io non capisco... spiegami... spiegami qual è la Tua missione... perché Tu sei qui... perché mi stai facendo vedere tutto questo"...
Prima era rimasto attonito, da attonito è diventato sgomento al vedere la potenza distruttrice del Signore, chiede perciò "Dimmi, qual è la Tua missione?... qual è il Tuo proposito?... qual è il Tuo piano? Fammelo capire!... perché Sei qui di fronte a me e manifesti tutto questo"?: Allora Krsna gli spiega:



VERSO 32


kalo 'smi loka-ksaya-krt pravrddho
lokan samahartuhm iha pravrtiah
rte'n tyam bhavisyanti sarve
ye 'vasthitah pratyanikesu yudhah

Krsna risponde così... questo significa... kalo 'smi loka... "Io sono il tempo distruttore dei mondi, sono venuto ad impegnare tutti gli esseri viventi, tutti gli uomini". Cioè il Signore Si definisce "Il Tempo". Il Tempo è la più grande forza distruttrice di questo mondo. Il tempo distrugge ogni cosa, lentamente ma inesorabilmente.
La nostra vita è come un filmato fatto di tanti fotogrammi che noi non vediamo... come quando uno vede un film, non vede i fotogrammi, vede la persona che si muove nel film, non vede i fotogrammi però i fotogrammi ci sono... allora, ...ci sono tanti attimi nella nostra esistenza e ogni attimo il nostro corpo cambia... cioè va verso la morte... un attimo... più un attimo... più un altro attimo... inesorabilmente... allora, il nostro corpo, i luoghi in cui i nostri corpi vivono, tutto è soggetto all'egida del tempo... tutto va verso la morte... è spinto verso la distruzione dalla forza del tempo.
Non c'è forza più grande del tempo in questo, per cui Krsna Si autodefinisce il Supremo potere nella forza del tempo... Kalo 'smi loka... "Sono il distruttore dei mondi e sono venuto a impegnare tutti".
La forza del tempo è anche quella che impegna ogni essere in attività, nessuno può resistere... il tempo lo spinge a fare qualcosa.
Chi può rimanere immobile e vincere il tempo? Tutti sono forzati a fare qualche cosa, il tempo li spinge... passa il tempo, ti viene sonno... passa il tempo ti viene una necessità o un'altra, devi andare al bagno o che... il tempo ti spinge sempre a fare qualcosa. Allora... il Signore impegna tutti e particolarmente sta impegnando tutti quei guerrieri sul campo di battaglia e dice: "rte 'pi tvam na bhavisyanti sarve... tutti saranno distrutti eccetto voi (i Pandava) eccetto i Miei devoti più intimi e cari che siete voi" (Arjuna e i suoi fratelli - i Pandava, una famiglia di cinque fratelli). "Tutti quelli che combattono su questo campo di battaglia verranno distrutti inesorabilmente perché Io ho deciso così". Infatti nel verso seguente dice: "Nimitta-matram bhava savyasacin". Nimitta-matram significa: uno strumento. "Tu devi diventare un docile strumento nelle Mie mani o Arjuna". Savyasacin significa: colui che è capace di uccidere i nemici. Arjuna era molto potente come guerriero, Krsna Gli dice: "Tu sei molto potente come guerriero ma devi essere un guerriero potente come guerriero ma devi essere un guerriero potente nelle Mie mani... nelle Mie mani come docile strumento ucciderai tutte queste persone perché questo è il Mio piano... Io ho già deciso di distruggerli tutti, non c'è possibilità di appello perché avendo Io deciso questo, sia che tu collabori o no, questo avverrà comunque per cui devi prestarti a questo e così facendo diventerai glorioso".
Perché diventerà glorioso? Perché è glorioso servire il Signore, far parte del piano del Signore.
Noi sappiamo che il piano del Signore è sempre il bene, infatti Arjuna a questo punto dirà: "Oh, vedo la Tua forma ...vedo che gli esseri celesti Ti offrono i loro rispetti, cioè le grandi personalità sante Ti offrono i loro rispetti mentre quelli che sono demoniaci, quelli che vorrebbero distruggerTi, quelli che vorrebbero vivere la vita senza di Te, scappano e sono pieni di paura e questo è giusto". Dice Arjuna.
Cioè Arjuna sa che il piano del Signore è buono è positivo... che il Signore non vuole parteggiare per qualcuno... salvare qualcuno e uccidere altri arbitrariamente; Arjuna sa che il Signore vuole portare tutti nuovamente alla comprensione di essere anime spirituali eterne che non hanno niente a che fare con un corpo e che vivere e combattere soltanto per la gratificazione dei sensi è la perdita della guerra della vita umana... della lotta della vita umana per cui vuole aiutare coloro che capiscono questo principio e vogliono liberarsi dai vincoli della nascita e della morte, nell'identificazione col corpo e vuole aiutarli e proteggerli, e questi sono i Pandava, e vuole distruggere invece coloro che vorrebbero eliminare questa comprensione, questi sono i Kuru che vorrebbero eliminare la comprensione della differenza tra anima e corpo e vorrebbero vivere soltanto come animali ...praticamente... è un po' pesante ma... gli animali non fanno altro che mangiare - dormire - riprodursi e difendersi e... ne fanno una filosofia di vita... e impediscono ad altri di progredire spiritualmente... allora questo è il punto del Signore... il piano del Signore è... insegnare punendo a chi non vuole capire e insegnare con amore e protezione a chi vuole capire Infatti Arjuna dice: "Come un padre per un figlio... come un amante per un figlio... come un amante per l'amata... come un amico per l'amico... Tu per favore, prendiTi cura di noi, prenditi cura di me".
Gentilmente, alla fine, dopo avere glorificato questa forma e riconosciuto che il Signore dei mondi... è l'origine di tutto... è la Persona Suprema... l'origine dei Deva... Tutto... Arjuna riconosce "Tutto" in Krsna, sempre sbigottito alla fine dice: "Per favore però, sii sensibile verso di noi!... e come un padre verso il figlio... e... come un amante per l'amata... e come un amico per l'amico, per favore mostrami la Tua forma a quattro braccia... la Tua forma di Visnu... non nella fase distruttrice del mondo ma nella situazione in cui proteggi tutto".
Visnu significa Colui che protegge tutti, i posteri... il sostegno dell'esistenza di tutti. Allora il Signore accondiscende alla richiesta di Arjuna e Si manifesta nella Sua forma a quattro braccia e poi nella Sua forma a due braccia che è quella molto cara ad Arjuna.
Arjuna precedentemente s'era scusato con il Signore quando Lo aveva visto manifestare questa forma universale, perché ha detto: "Io Ti avevo sempre considerato semplicemente un amico e avevo così scherzato con Te... avevamo mangiato insieme... c'eravamo divertiti... avevamo fatto tante cose insieme e Ti avevo chiamato Madhava, Kesava... tanti nomi così intimi e amichevoli e non mi rendevo conto della Tua posizione trascendentale... chiedo scusa di questo"! Però il suo cuore vuole questo perché essendo un devoto del Signore non vuole vedere Krsna nel Suo aspetto di distruttore dei mondi, ma vuole vederLo come un amico intimo, come Persona che lo protegge e che ha una relazione molto dolce con lui, allora chiede nuovamente a Krsna e Krsna Si manifesta a quattro braccia e poi a due braccia.
Questo significa che la forma a due braccia di Krsna è la forma più intima e più confidenziale del Signore e dell'origine di tutte le altre forme, non è un Avatara, come dicono alcuni, di Visnu... o una manifestazione del Brahman impersonale, della forma universale che è una manifestazione impersonale, alla fine dei conti... ma è l'origine in effetti di tutte le altre forme, di tutti gli Avatara ed è per questo che Arjuna, un intimo devoto del Signore... un intimo conoscitore del Signore vuole vedere quella forma perché è la forma Suprema, suprema nelle Sue qualità, nelle Sue opulenze tra le quali la dolcezza e l'amore per i Suoi devoti, per cui Krsna accondiscende alla richiesta d'Arjuna con piacere e Si manifesta nuovamente e Arjuna è molto... molto soddisfatto di questo... e Krsna gli spiega che questa Sua forma a due braccia è ancor più rara da vedere che la forma universale. Perché una persona manifesta magari le sue potenze di fronte a noi, ma si apre intimamente, manifesta il suo cuore o i più intimi recessi del proprio cuore soltanto a chi lo ama veramente, a chi ha una reazione molto intima con lui...allora, Krsna sta dicendo ad Arjuna che... "Soltanto coloro che sono Miei devoti possono conoscerMi veramente in questo modo così intimo"... sta dicendo... e alla fine di questo capitolo c'è un verso molto bello che è considerato l'essenza della Bhagavad-Gita.



VERSO 55


mat-karma-krn mat-paramo
mad-bhaktah sanga-varjitah
nirvairah sarva-bhutesu
yah sa mam eti pandava

"Colui che Mi adora con pura devozione, che è impegnato in puro servizio devozionale ...mat-karma-kr cioè che offre tutto se stesso a Me... le sue azioni a Me... mat-paramo ...cioè che vede Me come traguardo di tutto ciò che fa... mad-bhaktah... è Mio devoto... sanga-varjitah... che si allontana dall'associazione, dalla compagnia di persone che non gli ricordano Me, che non lo rendono cosciente di Me... Nirvairah... che non ha nemici, che non si sente nemico nei confronti di nessuno, non ha nemici ma si sente amichevole nei confronti di tutti gli esseri viventi... sarva-bhutesu appunto... lui torna a Me" dice "Quella persona Mi ottiene... quello è il Mio devoto... queste sono le caratteristiche del Mio devoto" dice Krsna ad Arjuna.
Questo verso è il senso della Bhagavad-Gita perché "tutto è contenuto", è contenuto il modo per essere puri devoti del Signore. Abbiamo già precedentemente accennato, di tutte le attività che si compiono chi dovrebbe esserne il beneficiario? Il beneficiario è Krsna!
Lui dovrebbe essere il traguardo dei nostri sforzi, dei nostri sacrifici; dovrebbe essere il polo di attrazione della nostra mente; dovremmo pensare a Lui come il raggiungimento supremo delle nostre aspirazioni. E' la Persona Suprema, dovremmo per questo diventare Suoi devoti, cioè diventare devoti del Signore.
Per diventare devoti del Signore, dovremmo eliminare la compagnia di chi ci allontana da Lui.
Quando si ha un oggetto del desiderio... quando si desidera fortemente qualcosa, tutto ciò che ci avvicina a questo qualcosa è benvenuto, invece ciò che ci allontana da questo qualcosa non è benvenuto... allora, questo è il semplice principio per determinare le compagnie che si debbono accettare e quelle che si devono rifiutare... e non aver nemici... se si comprende che le anime sono anime immischiate in corpi materiali e vivono questa situazione molto, molto difficile e penosa... soffrono molto; è impossibile avercela con qualcuno che soffre molto a meno che uno sia particolarmente crudele... bastonare il cane che affoga... ma generalmente se si capisce bene che...l'anima, qualsiasi posizione abbia, anche se è una persona di alto ceto sociale o di estrazione culturale o posizione economica prestigiosa, ecc... tutte persone che sono soggette alla nascita e alla morte, che vivono in condizioni miserabili perché il corpo materiale è una condizione miserabile, è soggetto a nascita - malattia - vecchiaia e morte... allora... amichevoli nei confronti di tutti... inclini al bene di tutti e... Sarva - Bhutesu... senza nemici, ecc. questa è l'attitudine devozionale, è l'essenza perciò dell'attitudine del modo di comportarsi... di vivere la vita di un devoto e questo porta a Krsna. Krsna lo dichiara alla fine dell'undicesimo capitolo, perciò l'undicesimo capitolo risalta pienamente come la forma a due braccia del Signore, sia la forma originale e... l'attaccamento devozionale, per questa forma fa si che uno possa percepire, vedere questa forma... cioè trovare il completamento della sua vita... la perfezione della vita e liberarsi comunque dal ciclo di nascite e morti e dalla spinta del tempo distruttore.
Hare Krsna!










XII° CAPITOLO



IL SERVIZIO DI DEVOZIONE


Abbiamo già trascorso, attraversato undici capitoli della Bhagavad-Gita. La Bhagavad-Gita si compone di diciotto capitoli, adesso arriviamo al dodicesimo capitolo... capitolo molto importante come tutti del resto, ma che ha una connotazione particolare. In questo capitolo si fa chiarezza su qual è il metodo autorizzato e desiderato da Krsna per fare avanzamento spirituale e tornare a Lui. Un breve quadro riassuntivo del capitolo: Arjuna chiede a Krsna quale via è meglio seguire, la via del servizio di devozione o la via della realizzazione impersonale.
Arjuna sa già perché Krsna glielo ha spiegato diverse volte e perché lui è devoto del Signore che la via del servizio di devozione è la via perfetta, ma vuole chiarire ulteriormente per tutti coloro i quali possono fraintendere o vogliono fraintendere quale sia il metodo di avanzamento spirituale reale... quale sia il vero traguardo e quale sia il vero processo, il vero metodo, perciò all'inizio Arjuna pone questa domanda molto chiara, inequivocabile: "E' meglio il servizio di devozione offerto direttamente alla Tua Persona o è meglio un'adorazione di tipo impersonale, cioè una meditazione di tipo impersonale... non sulla Tua Forma ...non sulla Tua Persona, ma una ricerca indistintiva della Verità"? Krsna immediatamente risponde che è meglio l'adorazione diretta a Lui.
Il servizio devozionale è il metodo autorizzato e voluto, desiderato dal Signore. Chi invece percorre l'altra via incontra tutta una serie di problemi.
Sto facendo un breve riassunto, poi torniamo su ognuno di questi punti. Poi Krsna spiegherà ad Arjuna che il servizio di devozione incondizionato cioè la cui qualità è quella della mancanza di desideri personali o condizioni... cioè una persona che non pone condizioni nello svolgere questo servizio... quel tipo di servizio è il migliore, è decisamente l'ottimo.
Ma Krsna lascia anche spazio a chi non può dedicarsi totalmente e immediatamente a questo tipo di servizio a Lui; e illustra altre possibilità di intervento più graduale nella vita spirituale.
Krsna, poi conclude il capitolo facendo una meravigliosa descrizione della natura del carattere di una persona che Gli è molto cara cioè un devoto del Signore.
Questo è il capitolo. Arjuna pone queste domande, Krsna risponde. Arjuna pone la domanda: "Cosa è meglio: il silenzio di devozione o la via dell'impersonalismo"? Krsna risponde chiaramente, poi gli spiega cos'è il servizio devozionale puro... come Lui lo prediliga... quali sono le altre possibilità che ci sono e... alla fine descrive le caratteristiche sublimi del Suo puro devoto. Allora, questa domanda che Arjuna pone, come abbiamo già spiegato, è una domanda molto chiara... inequivocabile. Nessuno può fraintendere questa domanda, nessuno può fraintendere quello che Arjuna chiede. Arjuna chiede chiaramente: "Devo dedicarmi a Te, Signore... alla Tua Forma... all'adorazione di Te, oppure devo seguire un processo impersonale"?
Noi sappiamo che esistono due metodi nella vita spirituale: il personalismo e l'impersonalismo.
Personalismo significa dedicarsi al Signore, al servizio diretto del Signore impegnare i sensi... impegnare la mente... impegnare le proprie energie... se stessi... nel servire il Signore cercando di soddisfarLo.
Impersonalismo significa invece speculare o elucubrare sulla realtà del mondo ...cominciare a vagliare quali sono gli aspetti di questo mondo congetturando quella che può essere la Verità Assoluta, cioè quali caratteristiche la Verità Assoluta può avere e cominciando però poi a dire: "No, la Verità Assoluta non è questa... no, la Verità Assoluta non è quest'altro aspetto della vita... no, non è questo... no, non è questo"...
Si chiama "neti neti" (pronuncia) quel processo... alcuni lo affrontano in quel modo, altri più avanzati, addirittura controllando il respiro ecc...
Allora questo è l'altro aspetto cioè uno deve rifiutare tutto ciò che è manifesto in questo mondo, che è manifestato, e deve dedicare se stesso ad inibire i propri sensi... a limitare i propri sensi ...a fermare i propri sensi per cercare tutto quello che è al di là di tutto questo mondo manifestato. Questo è il processo impersonale.
Krsna risponde subito ad Arjuna: "La persona che si dedica a Me è la migliore".



VERSO 2


sri bhagavan uvaca
mayy nvesya mano aye mam
nitya-yukkta upasate
sraddhaya parayopetas
te me yuktatana matah

Krsna sta dicendo: Colui che fissa la sua mente sulla mia Persona direttamente... non su qualcosa di vago ma... sulla Mia Persona e Mi adora con ardente fede spirituale e desiderio intenso... è migliore... è molto caro a Me... è considerato da Me il più perfetto". Questa è una risposta inequivocabile. Nessuno può fraintendere questa risposta. Krsna sta dicendo: "La persona che pensa a Me e che si dedica a Me, con una fede ardente... con tanta intensità... tanto desiderio, è considerata da Me la più perfetta". Non che come alcuni dicono che puoi scegliere qualsiasi vita perché "tu sei il criterio" per decidere qual è la cosa migliore per te... questa è una filosofia che è stata purtroppo largamente distribuita in India che... tu puoi decidere qual è il criterio migliore per te …tu decidi qual è il criterio migliore per te ...tu decidi qual è il traguardo spirituale della tua vita... tu decidi qual è il metodo migliore per te... tu decidi quello che diventerai seguendo questo metodo... in altre parole, "tu sei il criterio di giudizio". No!... noi non siamo il criterio di giudizio!
Noi appaiamo in questo mondo senza... ...Srila Prabhupada diceva: "...veniamo completamente ignoranti... nasciamo nudi in mezzo a una situazione difficile e problematica, come possiamo noi pretendere di avere già il dono della perfetta intelligenza e capire che cosa è meglio per noi"? "Il Signore è il criterio perfetto di giudizio e può stabilire qual è la cosa migliore per tutti e perciò anche per noi".
E Krsna sta dando il Suo giudizio, sta esprimendo un giudizio molto chiaro "Il più perfetto è colui che si dedica a Me direttamente non una persona che segue il percorso non manifestato e impersonale".
Nel verso seguente dirà: "Anche coloro che seguono la via del non manifestato alla fine Mi raggiungono" cioè Krsna ha un ardente desiderio a Sua volta di vedere che le anime tornino a Lui, non trascura completamente coloro che seguono la via più difficile, ma questa via più difficile è molto innaturale per l'anima, lo dirà in un altro verso, dirà:



VERSO 5


kleso 'dhikataras tesam
avyaktàsakta-cetasam
aviakta hi gatir - duhkham
dehavadbhir avapyate

Coloro che seguono questa via, coloro che sono attaccati o attratti dall'aspetto non manifestato, dall'aspetto impersonale, da questo misterioso essere indistinto che esiste al di là del mondo del manifestato, questi... si tirano addosso parecchi problemi, dice Krsna, perché percorrono una via piena di fastidi e di problemi, perché non è naturale, spiega il Signore, per l'anima percorrere una strada di questo genere.
L'anima , naturalmente vuole protezione e relazione personale gioiosa ...vuole una relazione personale e gioiosa con il Signore, questa è la caratteristica inerente dell'anima. Quando l'anima invece si mette a percorrere una strada nella quale non ha relazione personale... nella quale i suoi sensi o le sue capacità sensoriali e mentali, i suoi sentimenti... il suo desiderio di relazione vengono inibiti, allora l'anima si trova in una situazione innaturale, difficile, spiacevole.
Infatti anche nella Brahma - Samhita il Signore Brahma spiega che ci possono volere milioni di anni... milioni di anni prima che una persona, che ha intrapreso il sentiero dell'impersonalismo, possa arrivare a conoscere Krsna. Anche Krsna nella Bhagavad-Gita: "possono arrivare ...vasudevah sarvam iti / sa mahatma sudurlabhah... può arrivare a capire vasudeva, una persona così, dopo tante tante vite... bahunam janmanm ante / jnavanam mam prapadyate" (B,G.7.19).
Arrivare a capire Krsna, ma come fa ad arrivare a capire? Ci arriva se ha ottenuto la misericordia di un'anima realizzata, di un puro devoto del Signore, perciò il traguardo finale, la collocazione perfetta nella vita spirituale la si raggiunge sempre e comunque ottenendo il servizio devozionale, per cui una persona che segue il sentiero impersonalista alla fine deve comunque ottenere la misericordia di un devoto del Signore per conoscere Dio, per conoscere Krsna. Ha speso tanto tempo inutilmente lavorando assiduamente per qualcosa che... che alla fine può essere anche un problema per lui... perché noi sappiamo che quando si sviluppa un'abitudine è molto difficile perderla, allora quando si sviluppa un'abitudine alla speculazione mentale, alla critica per esempio... un'attitudine critica per esempio... un'attitudine critica... è molto difficile perdere un'attitudine del genere, così l'impersonalista anche se arriva al servizio di devozione poiché è abituato a considerare sé stesso "il criterio" cioè il "giudice finale" di ogni cosa e a stabilire il criterio e il giudizio, cioè a contare sulle proprie forze intellettuali, per lui è molto difficile acquisire una attitudine umile - sottomessa - di resa - di dipendenza dal Signore.
Come uno che è abituato a difendere se stesso, a fare da sé, ecc... avendo sviluppato questa abitudine, Gli è molto difficile diventare dipendente da qualcuno perché ha sviluppato una forte predilezione per l'indipendenza, per l'autonomia così l'impersonalista, fatica... può trovarsi anche svantaggiato dalla sua pratica impersonalista... quando ottiene la misericordia di un puro devoto... la compagnia, la guida di un puro devoto... può avere delle grosse difficoltà nel sottomettersi a seguire e perciò nel fare buon uso di questa misericordia.
Mentre il processo del servizio devozionale è molto, molto più semplice, molto più naturale. Processo de servizio devozionale significa che uno utilizza i propri sensi per Krsna, la propria mente per Krsna, che cambia semplicemente l'oggetto del proprio amore, della propria predilezione... predilige Krsna, invece di pensare a se stesso o all'estensione di se stesso che può essere la persona che ama in questo mondo o la famiglia o lo Stato ecc... mette al centro Krsna... al centro della propria vita.
Mettendo Krsna al centro della propria vita, non deve cambiare radicalmente la propria esistenza, cioè non deve smettere di usare i sensi... non deve smettere di usare la mente o l'intelligenza o fare delle vertiginose capriole yogiche o jnaniche o speculative... no!... può semplicemente dedicare le proprie energie a Krsna ...fare quello che fa, per la soddisfazione di Krsna. Questo metodo è molto più semplice e una persona comune può avvantaggiarsi di questo metodo, mentre è molto difficile; spiega Srila Prabhupada, è molto difficile per un uomo comune approfondire le Scritture, il Vedanta, ecc...
Lo stesso Sri Caitanya Mahaprabhu quando Gli chiesero: "Perché non studi il Vedanta Sutra"? che è un trattato molto complesso di filosofia, rispose: "murkha tumi, tomara nahika vedantadhikara / 'krsna - mantra ' jana sada, - ei mantra - sara" (C.C. Adi - Lila 7.72).
"Il Mio maestro spirituale, Mi ha detto che Io sono uno sciocco, non posso studiare il Vedanta. La Mia vita è breve, la mia mente è costantemente disturbata, ci sono tanti problemi... non posso studiare il Vedanta, allora mi ha detto di cantare Hare Krsna."
Da quando canto Hare Krsna, Mi sento felice". Perché? Perché invece di inibire il proprio desiderio di cantare o pensare a una persona, ecc... no, non lo inibiamo ma lo sviluppiamo (questo è il servizio devozionale) ...lo approfondiamo... lo intensifichiamo in relazione a Krsna... molto naturale! molto semplice!... e Krsna purifica i suoi sensi.
Allora questo è il punto. Krsna dà una risposta molto chiara, molto... molto chiara... ha detto:
"Mayy Avesya Mano Ye Mam... la persona che impegna la sua mente in Me...
nitya - yukta upasate / Sraddhaya parayopetas / te me yuktatama matah... lo considero il più perfetto".
E ha detto anche molto chiaramente che il processo impersonale è molto difficoltoso. Poi il Signore va avanti... c'è una sezione molto bella in questo capitolo nella quale dice ad Arjuna: "Se tu pensi sempre a Me, dedichi la tua intelligenza completamente a Me, tu vivrai sempre in Me". "Questa è la situazione migliore, la condizione migliore, se puoi fare questo, questa è la cosa migliore nell'ambito del servizio devozionale" e ribadisce ciò che ha già detto: "Questa è la perfezione nell'impegno della vita".
Naturalmente qui sta parlando di una persona che è entrata nel fuoco del servizio devozionale, cioè è entrata nel fuoco della pura devozione, la sua determinazione è quella di dedicare totalmente la propria mente - i propri sensi - la propria parola al servizio del Signore e questo impegno diventa totale.
Krsna indica ad Arjuna questo come la condizione migliore dell'esistenza, la condizione migliore in assoluto, però dice: "Se non riesci a fare questo, se non ce la fai a essere totalmente impegnato in questo senso cioè che la tua mente sia sempre costantemente assorta in Me - la tua intelligenza pianifichi sempre senza pausa il servizio a Me - se non puoi fare questo, segui i principi del bhakti-yoga, in questo modo svilupperai il desiderio di servirMi".
Allora, cosa sta indicando Krsna? Che esistono due tipi di collocazione nel servizio di devozione: una è quella del devoto attratto spontaneamente, del devoto la cui mente è attratta spontaneamente verso Krsna, è Krsnaizzato praticamente, tutta la sua vita è Krsnaizzata... e c'è un altro devoto che non sente questa attrazione spontanea. Questo fluire naturale verso Krsna dei propri pensieri , la propria intelligenza non pianifica naturalmente come servire Krsna, però esiste... un sistema di bhakti - yoga cioè di servizio devozionale fatto per questo tipo di devoto. Sono tutta una serie di regole e di istruzioni che seguite sotto la guida esperta del maestro spirituale fanno si che la naturale inclinazione per Krsna, che è presente nel cuore, alla fine fuoriesca, si manifesti.
Allora, Krsna sta dicendo: "Se tu non puoi essere spontaneamente attratto a Me e concentrato su di Me, segui i principi del bhakti-yoga".
Che cos'è questo bhakti-yoga? Sotto la guida del maestro spirituale, Ti svegli il mattino presto, fai una cerimonia che commemora Krsna, che ti fa ricordare immediatamente Krsna, poi canti il Santo Nome del Signore, un certo numero minimo di giri. Poi offri il tuo servizio devozionale, accetti il cibo che sono i resti del cibo offerto al Signore, ecc..., svolgi diverse attività centrate sulla soddisfazione di Krsna. Questo è il bhakti - yoga; coordini la tua vita con le istruzioni del maestro spirituale, il rappresentante del Signore con una persona che ha attrazione per Krsna, che è attaccata a Krsna e che è cara a Krsna. In questo modo, poiché è naturale per l'anima alla fine, in ultima analisi, sentirsi attratta da Krsna seguendo queste istruzioni l'affinità che c'è per Krsna si manifesta e tutte quelle sovrastrutture condizionati, quelle idee aberranti della propria felicità in questo mondo con un corpo caduco, con il famoso sacco di escrementi che ci portiamo appresso, tutte quelle idee... piano piano svaniscono... se ne vanno e lasciano il posto a un desiderio spontaneo di servire il Signore. Quando questo desiderio spontaneo si manifesta, gradualmente uno arriva alla pura devozione. Questa è la seconda opzione che Krsna dà; impegnarsi in bhakti-yoga - sadhana-bhakti.
La terza possibilità che dà è questa e dice: "Se non ce la fai a impegnarti nel bhakti-yoga e per qualche ragione non riesci a impegnarti in una pratica devozionale sistematica e organizzata, allora dedicami le tue opere".
Tutti hanno da fare qualcosa in questo mondo, tutti devono agire... è un mondo nel quale chi non lavora non mangia, chi non agisce non sopravvive.
Krsna stesso aveva detto già ad Arjuna: "Tutti devono agire, almeno per mantenere il proprio corpo tutti lo devono fare". Allora dice: "Dedica a Me le tue opere" "Non posso essere parte integrante di una pratica spirituale costante, ecc... ma vedo che i devoti abbisognano di aiuto... Srila Prabhupada diceva. "C'è bisogno di mezzi, di denaro, di intelligenza, di esperienze varie... tutti hanno un po' di esperienza in qualche campo... hanno un po' di danaro... hanno del tempo... tutti hanno..." allora: "Dedica le tue opere a Me", dice Krsna.
Le tue opere significa che operando, in qualche modo, hai acquisito capacità in un campo... dedicala a Krsna o hai acquisito del frutto cioè del denaro... ...dedicalo a Krsna o hai dell'intelligenza, sai dare, in qualche modo, delle parole che possono aiutare a far le cose meglio in un certo ambito... fallo per Krsna, dai queste parole... fai qualcosa per Krsna! Questa è la terza opzione che Krsna dà a coloro che non possono impegnarsi praticamente nel sadhana - bhakti cioè nei principi regolatori del bhakti - yoga.
Alcuni però potrebbero non riuscire neanche a fare questo, per ragioni per cui non riescono a impegnarsi ecc... allora Krsna dice: "Almeno rinuncia ai frutti del tuo lavoro, rinuncia ai frutti dell'azione" che significa se addirittura non puoi dare a Me del denaro, del tempo, dell'intelligenza, ecc... non rimanere avidamente attaccato ai frutti dell'azione ma dai questa cosa per un fine umanitario ...a un ospedale... a quello che vuoi... a un brefotrofio... a un qualche cosa, ...dallo via... dai via il tuo denaro e dai via anche un po' della tua capacità ...non rimanere attaccato.
Il frutto dell'azione cos'è? Il denaro, la ricchezza. Una volta ti davano delle mucche o del grano in cambio di quello che facevi, adesso ti danno i fogli con numero sopra; c'è stato un periodo che davano dell'oro, adesso danno fogli con numeri stampati sopra che un giorno o l'altro possono non valere più, se il governo decidesse di fare un bel consolidato sul milione e mezzo di miliardi di debito che ha nei confronti dello Stato, tutti quelli che hanno un certo capitale non si troverebbero niente in mano cioè gli darebbero gli interessi ma non gli darebbero più il capitale... probabilmente lo faranno. Lo hanno fatto spesso in Italia.
Allora ecco, ti danno questi pezzi di carta coi numeri sopra e dicono: "Questo è quello che hai per vivere, per godere, ecc..." ...allora... non tenere tutto quello "stretto", non lo puoi dare a Krsna ...non lo puoi proprio... fai qualche opera umanitaria, cioè liberati di questo peso dell'attaccamento ai frutti dell'azione perché questo attaccamento ai frutti dell'azione chiude la tua mente... la mente è chiusa nei frutti dell'azione... nell'avidità... nel possedimento... la mia casa... la mia macchina... le mie cose... il mio denaro... le mie ricchezze.
Mi diceva una signora, in India, della quale siamo ospiti quando noi andiamo, che ha avuto un attacco di cuore... ha detto: "mi sono sentita così allora ho chiamato subito mia figlia e le ho detto: i diamanti sono in quel borsellino lì, per favore prendilo"... L'hanno portata in ospedale e allora ha detto: "...prendi il borsellino che ho i diamanti lì dentro..."una signora molto facoltosa e poi ha detto: "immediatamente ho pensato: ma cosa ci faccio con questi diamanti?... ma dove li porto?... se adesso lascio il corpo dove vado?... che cosa mi succede?... Però, dice, il mio pensiero è corso subito là".
Allora, il punto è... non rimanere attaccati avidamente ai frutti dell'azione. Krsna dice: "Non li puoi dare a Me... ma distribuiscili in qualche modo, non tenerli per te... non fare il topo nella tana con i tuoi possedimenti". E poi dà addirittura un'altra opzione, dice: "Ma se non puoi neanche rinunciare ai frutti dell'azione, tenta di sviluppare un po' di conoscenza" cioè non rimanere un animale ignorante, tenta di sviluppare un po' di conoscenza della realtà della vita. Però dice: "Superiore alla conoscenza è la meditazione e superiore alla meditazione è la rinuncia ai frutti dell'azione" Perché? Perché la conoscenza ti porta a capire che devi meditare su qualcosa di superiore, chi?... qualcuno poi mediterà sull'aspetto impersonale... addirittura alcuni meditano anche su se stessi "angroupasana" (pronuncia) si chiamano. "Io sono la verità", ma è addirittura meglio questa meditazione che lavorare come un animale giorno e notte 365 giorni l'anno, ogni anno della propria vita e andare alla tomba così, senza senso. Però dice: "Superiore alla meditazione è la rinuncia ai frutti dell'azione" perché la rinuncia ai frutti dell'azione è liberatoria... quando uno rinuncia ai frutti dell'azione comincia ad avere una mente un po' più aperta a realizzare la natura della Verità.
Perciò queste sono le diverse opzioni che Krsna dà.
Naturalmente la prima è più importante, è quella di dedicare completamente se stessi a Krsna per la soddisfazione dei Suoi desideri. Chi fa questo è considerato puro devoto e... fin dall'inizio della pratica spirituale, poiché è impostato verso la pura devozione, trae grande soddisfazione nel processo del servizio devozionale.
Allora, a questo punto, Krsna vuole fargli capire che chi è devoto non perde quello che altri hanno, anzi ottiene una felicità tale e una soddisfazione tale che tutto il resto è praticamente incluso in ciò che lui ottiene dalla sua pura devozione, e Krsna fa una descrizione del puro devoto del Signore.
Adesso noi leggiamo alcuni versi. Quello che Krsna fa, è chiarire: da un canto chi è puro devoto del Signore affinché uno non dica: "Io sono un puro devoto del Signore "se non manifesta queste caratteristiche; dall'altro canto fa capire cosa ottiene un puro devoto del Signore. Chi non è puro devoto del Signore, queste qualità non le possiede. Allora, leggiamo brevemente le traduzioni di alcuni versi.
Adesso Krsna descrive il devoto, colui che Gli caro, fa capire perché Gli è caro. E' caro a Lui perché è attaccato a Lui e perché manifesta queste qualità.



VERSI 13-14

"Colui che non è invidioso di nessuno, ma si comporta con tutti come un amico benevolo, che non si considera proprietario di niente, che è libero dal falso ego, che rimane equanime nella gioia come nel dolore, che è pronto al perdono ed è sempre soddisfatto, che si impegna nel servizio devozionale e che ha la mente e l'intelligenza in accordo con Me, Mi è molto caro".

Krsna sta parlando del puro servizio devozionale, sta descrivendo la persona perfetta. La persona perfetta è la persona perfettamente impegnata in servizio devozionale. Tutte queste qualità permettono al devoto di essere totalmente dipendente da Krsna e questa totale dipendenza da Lui, Krsna la apprezza molto... essa rende una persona molto cara a Krsna.



VERSO 15


"Colui che non è mai causa di agitazione per gli altri e che a sua volta non è mai agitato, che non è turbato né dalle gioie né dai dolori, Mi è molto caro".

C'è un punto da fare qui. Emerge da queste descrizioni che il Signore fa, che... il devoto non è soggetto alle dualità. Tutti nel mondo desiderano qualcosa e si lamentano... qualcosa di caro viene loro tolto o noi possono raggiungere quello che desiderano... tutti hanno questa caratteristica. Questa caratteristica significa che sono assorti nella vita materiale. Per esempio, quando ci sono delle disgrazie o delle situazioni difficili, il materialista non capisce... "perché devo soffrire"?... e si lamenta ... anche quando vorrebbe raggiungere qualcosa e non riesce a raggiungerlo. Un devoto pensa: tat te 'nukampam su-samiksyamano pensa che... "io ho agito chissà in quale modo nelle vite precedenti, adesso mi sto sorbendo i frutti delle azioni passate. Dovrei soffrire ancora di più, dovrei soffrire migliaia di volte di più di quello che soffro e dovrei avere molto meno di quello che ho adesso, ma Krsna così gentilmente sta mitigando queste reazioni".
Stupendo! Per cui tollera con animo sereno... non pensa che la vita o il destino sia un'ingiustizia perpetrata da qualcuno nei suoi confronti, per cui... non si lamenta né desidera fortemente perché sa che il vero oggetto del desiderio è Krsna e qualsiasi cosa possa ottenere in questo mondo è una parvenza fugace della felicità inutile.
La vera felicità è il servizio di devozione... il servizio devozionale, gioia, dolore, perdita, guadagno, amicizia, inimicizia, sono tutti aspetti dello stesso principio e il destino da questo non è condizionato, trascende tutte queste cose e perciò è molto caro a Krsna.
Ma come fa a trascenderle? è implicito perché è così attaccato a Krsna, pensa così tanto a Krsna che tutto il resto non gli interessa ed è per questo che Krsna è soddisfatto di lui.



VERSO 16


"Colui che non dipende dal corso degli eventi materiali, che è puro, esperto e libero da ogni ansietà e sofferenza, che non aspira al frutto delle sue azioni e Mi è devoto, Mi è molto caro".

Cioè, qui si parla di nuovo del frutto delle azioni. E' un grosso problema il frutto delle azioni perché se l'azione è svolta senza frutto, la gente perde subito la motivazione.
Se non c'è il frutto, non c'è motivazione ad agire. Agire significa sacrificarsi, se non ci fosse il frutto, nessuno lavorerebbe, ma il devoto è libero dal desiderio del frutto dell'azione, significa che il vero frutto per lui è il servizio devozionale, vedere Krsna soddisfatto, allora è molto caro a Krsna. Srila Prabhupada dice qui: "costruire un edificio, per esempio, richiede grandi sforzi, e il devoto non s'impegnerà mai in una simile impresa se ciò non favorisce il suo progresso nella coscienza di Krsna; costruirà forse un tempio, assumendosene tutte le responsabilità, ma non costruirà mai una casa lussuosa per suo uso personale". Cioè il devoto non deve fare sforzi che lo condizionano, che lo allontanino da Krsna per avere una condizione di gratificazione personale ma farà sforzi per vedere che Krsna sia ben collocato o per offrire un miglior servizio a Krsna; in questo senso sì, ma quando un devoto vede che deve svolgere un'attività che lo allontanerà da Krsna, lo allontanerà dai devoti, lo allontanerà dal servizio devozionale, anche se questa attività promette dei frutti gratificatori, rifugge dal compiere quell'attività. E' naturale perché il suo motivo principale è unico, è quello di stare in associazione di Krsna e dei devoti e di vedere Krsna e i devoti soddisfatti.



VERSO 17


"Colui che non è soggetto né alla gioia né al dolore, che si lamenta né desidera, che rinuncia a ciò che è favorevole come a ciò che è sfavorevole e che Mi è devoto, Mi è molto caro".



VERSI 18 - 19

"Colui che è uguale con l'amico e col nemico così come davanti all'onore e al disonore, al caldo e al freddo, alla gioia e al dolore, all'elogio e a rimprovero, ed è sempre libero da ogni impurità, silenzioso, soddisfatto di tutto, incurante della dimora, fisso nella conoscenza e impegnato nel Mio servizio devozionale, Mi è molto caro".

Cioè, qui praticamente dice che il devoto non accetta quella compagnia che lo può portare a ritornare a una mentalità duale.
Ci sono persone che ti spingono verso la piattaforma assoluta di desiderio di servizio a Krsna, e ci sono persone che ti trascinano nuovamente nel mondo del desiderio e del lamento, della distinzione per la gratificazione dei sensi, allora... il devoto non desidera associarsi con questo ultimo tipo di persone.
"Molte di queste", Srila Prabhupada dice, "sono ripetizioni". In questo elenco di qualità si troveranno forse delle ripetizioni, ma esse hanno solo lo scopo si sottolineare che è indispensabile acquisire tutte queste virtù per diventare puri devoti".
Cioè bisogna acquisire delle qualità per essere in associazione con Krsna, non è una cosa meccanica stare con Krsna.
Bisogna acquisire delle qualità anche per stare con una persona ordinaria o normale ...se non hai certe qualità non puoi frequentare quel circolo di quelle persone... pensa per stare con Krsna le qualità che devi acquisire!... ma Krsna giustamente, gentilmente e misericordiosamente fa sì che queste qualità siano acquisibili semplicemente con l'impegno nel servizio devozionale, cioè in altre parole, solo un puro devoto sviluppa queste qualità. Solo un devoto del Signore sviluppa queste qualità. (CITAZIONE) e questo servizio devozionale viene concesso dal Signore specialmente nella forma di Sri Caitanya Mahaprabhu. E qui conclude dicendo questo bellissimo verso:



VERSO 20


ye tu dharmyamrtam idam
yathoktam paryupasate
Sraddadhana mat - parama
bhaktas te 'tjva me priyah

"Colui che s'impegna completamente e con fede in questa eterna via del servizio di devozione, facendo di Me il fine ultimo, Mi è infinitamente caro."

Dharmayamrtam significa quel dharma o quella occupazione che è naturale, eterna e nettarea... sta parlando del servizio devozionale naturalmente. Sraddadhana mat-parama significa: fa di Me il traguardo ultimo della sua vita. "Mi è infinitamente caro" dice Krsna. Bhaktas... inequivocabile, sta parlando di un devoto. Bhaktas te 'jiva me priyah significa: Mi è infinitamente caro.
Cioè Krsna è una Persona in sintesi e in conclusione e predilige il servizio devozionale è la relazione personale che si stabilisce con Lui. Quando una persona invece studia le Sue energie e non Lo considera una Persona ma trascura il Suo aspetto personale, il Suo carattere, Krsna non è soddisfatto. Eventualmente alla fine anche questa persona possibilmente raggiunge Krsna quando arriva in contatto con qualcuno che conosce Krsna, dopo tanti sforzi, tante vite raggiunge Krsna... ma chi s'impegna direttamente cercando di soddisfare Krsna, Krsna dice all'inizio del capitolo: "Io lo elevo... lo trasporto fuori dall'oceano di nascite e morti".
C'è un bellissimo dipinto sulla Bhagavad-Gita che illustra questo verso dove Visnu portato da Garuda (l'aquila Garuda) prende un devoto per la mano e lo tira fuori dall'acqua; il devoto sembra stia annegando nell'oceano ...lo tira fuori dall'acqua; l'acqua è l'acqua delle nascite e morti ripetute in questo mondo, delle infanzie e delle vecchiaie ripetute, dei dolori e dei piaceri ripetuti, questa è l'acqua del samsara, Krsna lo trascina fuori.
"La persona che si è impegnata al Mio servizio, Io la porto fuori, Io Mi preoccupo di lui".
Perché? "Perché questa persona ha voluto instaurare con Me una relazione personale di servizio devozionale e di amore".
Servizio devozionale significa amore. Allora: Krsna ha chiaramente definito il percorso da seguire e anche se ha illustrato diverse possibilità, è inequivocabile che il servizio devozionale sia il metodo più congeniale per le anime condizionate, per estricarle dal condizionamento dell'esistenza materiale e per tornare alla verità Assoluta.
Hare Krsna.










XIII° CAPITOLO


LA NATURA, IL BENEFICIARIO E LA COSCIENZA


Siamo passati da dodici capitoli della Bhagavad-Gita, due terzi della Bhagavad-Gita. Nei primi sei capitoli, il Signore ha parlato dell'anima, ci ha fatto conoscere colui che in questo capitolo verrà descritto come il conoscitore del campo (l'anima spirituale).
Nei capitoli seguenti cioè dal settimo al dodicesimo, la natura della relazione che intercorre tra l'anima e l'Anima Suprema, è stata descritta.
Negli ultimi sei capitoli della Bhagavad-Gita, il Signore parlerà di come l'anima entra in contatto con la materia e come può riuscire a districarsi... a riuscire dalla materia e ritrovare la sua relazione con Krsna.
Questa sera iniziamo col primo degli ultimi sei capitoli, cioè il tredicesimo capitolo. Allora: "LA NATURA - IL BENEFICIARIO E LA COSCIENZA"
Krsna menziona in questo capitolo diverse cose. Il capitolo inizia con delle domande da parte di Arjuna. Arjuna vuole sapere cos'è la "Prakrti" cioè l'energia materiale; chi è il "Purusa"... Purusa significa il goditore o l'essere che è il controllore della natura materiale... sfrutta la natura materiale, ne trae beneficio... purusa. Poi chiederà che cosa è "Ksetra"... Ksetra significa il campo d'azione e "Ksetrajna" colui che utilizza, adopera o conosce il campo d'azione. Arjuna chiederà anche cos'è "jnanam o conoscenza e "jneyam" l'oggetto della conoscenza.
Questi sono i quesiti che Arjuna pone a Krsna all'inizio del capitolo. Krsna risponderà brevemente menzionando anche il Vedanta - Sutra e menzionando diversi stadi della realizzazione e diversi stadi di conoscenza. Questi sono i quesiti che Arjuna pone a Krsna all'inizio del capitolo.
Krsna risponderà brevemente menzionando anche il Vedanta - Sutra e menzionando diversi stadi della realizzazione e diversi stadi di conoscenza. Dò un piccolo sommario. Krsna andra avanti menzionando che cosa è lo Ksetra... spiegherà ad Arjuna che cosa è lo Ksetra cioè il campo dell'attività; poi gli spiegherà cos'è la conoscenza: poi gli spiegherà che cos'è l'oggetto della conoscenza... qual è l'oggetto della conoscenza o il fine della conoscenza.
Poi continuerà a spiegargli che solo i devoti del Signore possono capire che cosa è il campo d'azione, che cosa è la conoscenza, che cosa è l'oggetto della conoscenza e che relazione intercorre e questo si chiama "Vijnana" che significa realizzazione.
Poi gli spiegherà Purusa e Prakrti cioè l'energia materiale e il dominatore o il controllore o il goditore o gaudente dell'energia materiale e alla fine Ksetrajna il conoscitore del campo. Questo è il capitolo è un capitolo un po' tecnico. Leggerò alcuni versi per facilitare la nostra comprensione. Abbiamo detto: all'inizio Krsna spiega brevemente ad Arjuna cos'è il punto principale in questo capitolo cioè cosa è il campo e cosa è il conoscitore del campo, infatti dice:



VERSO 3


ksetrajnam capi mam viddhi
sarva-ksetresu bharata
ksetra - ksetrajnayor jnanam
yat taj jnanam matam mama

Krsna spiega ad Arjuna che c'è un campo d'azione, questo campo d'azione si chiama "corpo", il corpo è come un campo d'azione per l'anima. L'anima conosce il suo campo d'azione, vive nel suo campo d'azione e poi lascia un campo d'azione per entrare in un altro campo d'azione quando cambia corpo. Perciò il corpo è il campo d'azione... Ksetra... e l'anima è Ksetrajna, colei che conosce il campo d'azione.
"Ma nel corpo" dice Krsna "non c'è soltanto un conoscitore" ...non ci siamo soltanto noi nel nostro corpo a conoscere questo campo d'azione... c'è un altro conoscitore del campo d'azione, quello è il Conoscitore Supremo e Krsna dice:

Ksetrajnam capi mam viddhi

"Io sono anche il Conoscitore di tutti i campi d'azione e chi conosce il campo e il suo Conoscitore ha vera conoscenza".
Allora, Krsna rispondendo alla domanda di Arjuna, sta dicendo che chi conosce... chi sa che l'anima è diversa dal corpo e vede il corpo come campo d'azione e l'anima come colei che utilizza il campo d'azione e in più conosce che "L'anima e Me" dice Krsna "siamo Uno e similmente differenti" cioè: entrambi conosciamo quel campo d'azione e Io conosco il campo d'azione di ogni essere... chi conosce questo ha vera conoscenza".
Cioè chi capisce la distinzione tra corpo e anima e chi capisce che l'anima è Una... tutt'una e simultaneamente differente dall'anima Suprema, quella persona ha vera conoscenza, secondo Krsna. yat taj jnanam matam mam dice Krsna: "secondo la Mia opinione quella persona ha conoscenza".
Allora, tornando al campo d'azione Krsna spiega cos'è questo campo d'azione.
Questo campo d'azione è diverso per tutti. Tutti noi abbiamo un campo d'azione, uno ha un campo d'azione alto... uno basso... uno da uomo... uno da donna... uno da animale... uno da italiano... uno da francese... ci sono diversi campi d'azione... diversi corpi... e diverse esperienze si traggono dai diversi campi d'azione.
L'anima è intenta a scrutare questo campo d'azione e pensa che tutta la sua vita, tutta la sua energia debba essere dedicata a scrutare e sfruttare questo campo d'azione... non vede alternativa a questo... però se analizza bene il suo campo d'azione... di cosa è composto il campo d'azione... allora può capire che in effetti non è ,il suo vero interesse conoscere e sfruttare questo campo.
Qui Krsna spiega che cos'è... di cosa è fatto il campo d'azione, dice:



VERSI 6 - 7

I cinque grandi elementi, il falso ego, l'intelligenza, il non manifestato, i dieci organi dei sensi, la mente e i cinque oggetti dei sensi sono, in breve, il campo d'azione. Il desiderio e l'avversione, la gioia e il dolore, i sintomi della vita e la convinzione sono il risultato delle interazioni degli elementi che costituiscono il campo d'azione. Cioè la natura materiale produce il campo d'azione.
Naturalmente questo campo d'azione è diverso da chi conosce il campo. E' come se noi stessimo facendo un'esperienza... l'esperienza che facciamo è diversa da noi, perché noi siamo coloro che sperimentano... coloro che acquisiscono e ciò che viene acquisito è diverso da noi... no?... l'informazione acquisita è diversa da noi.
Allora noi osserviamo i nostri sensi agire... osserviamo la nostra mente pensare... cioè ci identifichiamo con essi, però se facciamo una analisi attenta vediamo che siamo gli osservatori di tutto questo... che siamo gli utilizzatori, in un certo senso, di tutto questo, ma che queste attività sono differenti da noi in questo senso: il campo è differente da noi.
E' chiaro che cos'è il campo d'azione? Lo spiego un attimino meglio. I cinque sensi... tutti conoscono i cinque sensi: l'udito, la vista, il tatto, l'olfatto, il gusto. Poi ci sono i sensi attivi e gli oggetti dei sensi, i sensi attivi sono: la bocca, le gambe, le mani, l'ano e i genitali, questi sono i sensi attivi del corpo. Poi ci sono cinque elementi materiali che sono: terra, fuoco, aria, acqua e etere. Poi ci sono cinque aspetti sottili degli elementi materiali che sono: la forma, il gusto, la sensazione tattile, l'odore e il suono. Poi ci sono: la mente e l'intelligenza e le tre influenze allo stadio non manifestato. Questi sono tutti elementi materiali. Sono tutti elementi inerti che noi adoperiamo, che noi utilizziamo. Ogni corpo è (formato) composto da questi ventiquattro elementi.
Questo è il punto.
Naturalmente l'aggregato di questi elementi è temporaneo, rimane per un periodo di tempo e poi si sfalda. Quando si sfalda, si chiama morte. Quando si aggrega, si chiama nascita. Poi Krsna va avanti e spiega "conoscenza" che cosa è la conoscenza.
Questo è un verso interessante che dice:



VERSI 8 - 12

L'umiltà, la modestia, la non violenza, la tolleranza, la semplicità, l'atto di avvicinare un maestro spirituale autentico, la purezza, la costanza e il controllo del sé; la rinuncia agli oggetti del piacere dei sensi, la liberazione del falso ego e la percezione che nascita, malattia vecchiaia e morte sono mali da combattere; il distacco dalla moglie, dai figli, dalla casa e da ciò che li riguarda, l'equanimità in ogni situazione, piacevole o dolorosa; la devozione pura e costante verso di Me, la ricerca di luoghi solitari e il distacco dalla folla, il fatto di riconoscere l'importanza della realizzazione spirituale e la ricerca filosofica della Verità Assoluta. Io dichiaro che questa è la conoscenza, e l'ignoranza è tutto ciò che le è contrario.
Prabhupada spiega che alcuni pensano che questi fattori menzionati adesso, siano anch'essi prodotti del campo d'azione, cioè che la umiltà, la modestia, il desiderio di avvicinare un maestro spirituale, la devozione, scaturiscano dalla combinazione degli elementi materiali... Questa è la visione agnostica o atea, per meglio dire, scientifica odierna secondo cui tutti i sentimenti, i desideri, ecc... non sono altro che il frutto dell'azione combinata di cellule neuroniche del cervello e che se uno è buono è perché il cervello funziona in un certo modo e se uno è cattivo gli funziona in un altro modo; l'amore, l'odio, il desiderio, l'identità stessa, il senso di identità, l'umiltà, l'orgoglio... tutto questo viene da una disposizione di scariche elettriche del cervello cioè che tutto si frutto della materia... però queste persone non sanno invece che questo è il vero e autentico metodo di conoscenza e se uno non si sottopone a questo metodo di conoscenza, cioè se non si adegua alle indicazioni date da Krsna non riuscirà ad uscire dal campo dell'influenza materiale; perché sarebbe contraddittorio pensare che il principio dell'identità sorga dalla materia? E' contraddittorio perché vediamo che ogni elemento materiale di per sé è incosciente, è inconsapevole e non ha senso di autopreservazione mentre l'essere vivente o il principio cosciente che vince nel corpo ha senso di autopreservazione e ha paura di morire o cerca di fare in modo di controllare le leggi della natura per far si che il corpo non si disgreghi o che rimanga il più possibile e comunque ha paura della morte e si rende conto di osservare, di avere, di vedere (con un attimo di analisi introspettiva)... che... gestisce gli elementi materiali per cui ha delle caratteristiche ben diverse dagli elementi materiali ste per cui ha delle caratteristiche ben diverse dagli elementi materiali stessi.
Quel "principio cosciente" che vive nel corpo e gestisce gli elementi materiali... osserva gli elementi materiali mente e intelligenza inclusi... deve essere per forza diverso da questi elementi; infatti per quanto gli scienziati atei dicano, non riescono ad isolare il principio della coscienza nel corpo per cui tutto ciò di cui parlano è fantasticheria.
La scienza si basa su esperimentazione scientifica cioè su dimostrazione di una verità replicandola in laboratorio o isolandola e mostrandola nella sua natura, sicuramente la scienza non è riuscita a mostrare la natura della coscienza o la natura dell'individualità, nessuno ha isolato l'umiltà in laboratorio... o il desiderio di avanzamento spirituale... tanto meno ha isolato il principio della coscienza del corpo ecc... allora tutto questo si rivela come una grande messa in scena (quello degli scienziati) parlano di scienza, poi sono gli ultimi a poter dimostrare qualcosa, praticamente.
Comunque tra questi elementi che Krsna menziona ce n'è uno che è molto importante:

avyabhiacrini bhaktih
mayi cananya-yogena
bhaktir avyabhicarini

significa: servizio di devozione...bhaktir... avyabhicarini... costante e incontaminato... Prabhupada spiega che questo principio è più importante di tutto... se uno segue, adotta questo principio gli altri hanno senso cioè diventano utili... cioè l'umiltà, la modestia, la non violenza, ecc... ecc... ma se uno non adotta questo principio cioè: non è nello spirito di servizio devozionale a Krsna che cerca di sviluppare le altre qualità, queste altre qualità non hanno utilità cioè diventano utili... cioè l'umiltà, la modestia, la non violenza, ecc... ecc... ma se uno non adotta questo principio cioè: non è nello spirito di servizio devozionale a Krsna che cerca di sviluppare le altre qualità, queste altre qualità non hanno utilità cioè diventano ornamenti di un corpo morto.
Per innalzarsi al livello di Avyabhicarini Bhaktir c'è un altro elemento, è spiegato qui: è quello di avvicinare un maestro spirituale; questo è l'essenza di questo verso, è l'essenza della conoscenza cioè il principio operativo seguendo il quale uno può sviluppare servizio devozionale e perciò anche gli altri aspetti della conoscenza che Krsna menziona.
Krsna ha spiegato cos'è la conoscenza. La conoscenza è servizio devozionale che si ottiene avvicinando un maestro spirituale e coltivando sulla base del servizio devozionale, umiltà, modestia, non violenza, tolleranza, semplicità, ecc... ecc... questo è conoscenza.
Dopo Krsna va a spiegare l'oggetto della conoscenza? Il materialista pensa che l'oggetto della conoscenza sia il campo d'azione... "se io conosco il campo d'azione, quella è la conoscenza di cui ho bisogno"... ma se c'è il "conoscitore" del campo d'azione, allora il vero oggetto della conoscenza è il conoscitore del campo d'azione, cioè mi deve interessare di più chi utilizza questo corpo non conoscere il corpo. Questo è il significato di questo capitolo, cioè la conoscenza più preziosa è la conoscenza di "chi conosce il corpo" perché il campo d'azione è materiale ed è perciò "Jadavidya" o conoscenza di qualcosa di inerte, di qualcosa che non risponde, praticamente, che non ha, in quel senso, valore; ma conoscere "i conoscitori" del corpo è conoscere veramente... e... che relazione "essi" hanno con corpi... e... che relazione hanno reciprocamente. "Conoscitori" perché, come abbiamo detto, sono due, c'è l'anima individuale e c'è l'Anima Suprema. Allora, conoscere l'anima individuale e l'Anima Suprema insieme al corpo, significa avere vera conoscenza, come abbiamo detto all'inizio:

ksetra-ksetrajnayor jnanam
yat taj jnanam matam mama

dice Krsna. Allora qual è la differenza tra questi due conoscitori? Per conoscere bisogna distinguere no?!... Conoscere significa poter distinguere. Alcuni dicono che l'Anima Suprema e l'anima individuale siano "uno", dicono che è solo una questione di coscienza... una volta che l'ente che vive nel corpo... che l'essere che vive nel corpo... una volta che si è liberato dal corpo o dalla identificazione col corpo, allora la sua conoscenza è illimitata cioè... lui, diventa la Coscienza Suprema... lui diventa la Coscienza Suprema, ma questa è una contraddizione. Perché è una contraddizione? Perché se l'anima che adesso è assorta nel conoscere il campo d'azione fosse all'origine non potrebbe essere condizionata dall'utilizzo e dallo scrutare, non potrebbe rimanere assorta e vincolata da un minuscolo campo d'azione come il corpo, cioè è lo stesso esempio che Prabhupada dà: "il sole non è mai coperto dalle nuvole" il sole splende sempre nel cielo, ma qualcuno sulla terra è coperto dalle nuvole e alla sua visione il sole non c'è, ma il sole c'è e splende nel cielo, se qualcuno prende un aereo e perfora le nubi vede che il sole c'è... ma se è sotto in una posizione molto distante e minuscola, pensa che le nuvole abbiano coperto il sole; un bambino dice che le nuvole hanno coperto il sole o che il mare ha ingoiato il sole... un bambino... ma in effetti il sole non è né coperto dalle nuvole né ingoiato dal mare.
Il sole splende perennemente nel cielo così non è possibile che l'Anima Suprema "Onnisciente" "Onnipresente" possa essere coperta da maya o da una conoscenza relativa e limitata... o da desideri relativi e limitati, questo andrebbe contro la Sua natura Onnisciente e Onnipervadente. Allora, è spiegato bene da Krsna



VERSO 14


sarvatah pani-padam tat
sarvato 'ksi-siro-mukham
sarvatah srutimal loke
sarvam avrtya tisthati

Fa un distinguo, Krsna, fra l'anima individuale e l'Anima Suprema. "L'Anima Suprema" dice... Sarvatah pani-padam tat... ovunque i Suoi occhi, le Sue gambe, le Sue bocche; in questo modo l'Anima Suprema esiste e apprende tutto.
Come abbiamo detto prima, ci sono due conoscitori nel corpo, uno è il Conoscitore Supremo perché conosce ogni corpo e ogni singolo e minuscolo, conoscitore... cioè conosce tutti i corpi e conosce tutte le anime che conoscono i loro corpi individuali.
Lui è il Conoscitore Assoluto e Perfetto. L'anima individuale non può paragonarsi a Conoscitore Perfetto all'Anima Suprema, allora jneyam significa capire che esiste l'anima individuale e l'Anima Suprema e conoscerne la differenza.



VERSO 14


"Ovunque sono le Sue mani e le Sue gambe, i Suoi occhi e i Suoi volti, e niente sfugge al Suo udito. Così presente ovunque, è l'Anima Suprema."

Poi c'è una descrizione dell'Anima Suprema, di come l'Anima Suprema sia la fonte dei sensi di tutti, degli occhi, delle bocche, delle gambe di tutti, degli organi che tutti abbiamo e che Lui ne sia privo... privo non significa che non abbia sensi perché altrimenti come potrebbe conoscere; privo significa che non è coperto da sensi materiali, che non ha sensi come i nostri.
Ma vedrà il Signore? Sì, il Signore vede! Ma non vede come vedono le anime che sono in contatto con la materia; ascolta ma non ascolta come ascoltano le anime che sono in contatto con la materia.
La natura spirituale dell'anima che è in contatto con la materia, è "coperta" di conseguenza la sua facoltà uditiva diventa materiale, la sua facoltà visiva diventa materiale, i suoi sensi... olfattiva, vede, tocca, gusta in modo materiale ma il Signore essendo sempre libero è privo di queste estensioni materiali per conoscere(non Gli servono) la natura materiale e godere della natura materiale ma ciò non significa che sia privo di sensi. I Suoi sensi sono completamente spirituali. Così c'è tutta la descrizione dell'Anima Suprema di come Lui è luminoso e illumina ogni cosa.
Krsna dice: "Così ti ho brevemente descritto il campo d'azione, il corpo. La conoscenza e l'oggetto della conoscenza". Ha descritto il corpo che è composto dei ventiquattro elementi; ha descritto cos'è la conoscenza e l'oggetto della conoscenza e il processo della conoscenza cioè l'avvicinare un maestro spirituale autentico e impegnarsi in Avyabhicarini Bhakti servizio devozionale incondizionato con il supporto dell'umiltà, della modestia, della non violenza, ecc... e ha spiegato Jneyam l'oggetto della conoscenza che sono: l'anima individuale e l'Anima Suprema e le ha distinte.
Adesso Krsna dice che chi conosce bene questi tre aspetti: corpo, conoscenza e jneyam... Ksetra, jnanam e jneyam... significa: corpo, il processo di conoscenza e gli oggetti della conoscenza, quella persona quando applica nella pratica questo, quando vive nella pratica tutto questo, sviluppa quello che si chiama vijnana, la realizzazione, diventa un'anima realizzata cioè: l'anima non può realizzare se stessa se non ha perfetta conoscenza del corpo, del processo conoscitivo o della conoscenza e dell'oggetto della conoscenza. Quando ha tutto questo, l'anima può dichiararsi un'anima realizzata, vijnana o nel processo della realizzazione spirituale. Adesso Krsna spiegherà Purusa e Prakrti. Krsna sta parlando sempre delle stesse cose ma ne sta parlando da diversi punti prospettici, da diversi punti di vista, dice:



VERSO 20


"Sappi che la natura materiale, così come gli esseri individuali, non hanno inizio. I loro mutamenti e le tre influenze della materia sono prodotti dalla natura materiale."

Krsna vuole chiarire che la natura materiale cioè il campo d'azione, il corpo e l'essere individuale sono energie Sue. Entrambe provengono da Lui, poggiamo su di Lui e che una sfrutta l'altra... una utilizza l'altra... e non bisogna confonderle. Dice che la natura materiale è quella che causa tutte le azioni.
Noi crediamo, lo abbiamo già letto in precedenza (capitolo terzo).



VERSO 27

prakrteh kriyamanani
gunaih karmani sarvasah
ahankara - vimudhatma
kartaham iti manyate

Nei capitoli precedenti abbiamo letto, Krsna ha detto che l'anima è soggetta al falso ego, crede di essere il fruitore dell'azione, ma in realtà è la natura materiale che fa tutto, lui è semplicemente lì a dare energia e a osservare tutto questo.
Allora, qui conferma, ribadisce che la natura materiale è quella che fa tutto, porta avanti gli svolgimenti corporei e psicologici degli esseri. L'essere che ruolo gioca?
L'essere vivente o l'anima è in contatto con il corpo è la causa dei piaceri e delle sofferenze, cioè il corpo non soffre è l'anima che è in contatto con il corpo identificandosi con il corpo soffre e gode o crede di soffrire e di godere.
Questo è il rapporto che intercorre tra prakrti e purusa, ma il Supremo Purusa è Krsna, colui che veramente controlla la natura materiale e ne usufruisce... non l'anima individuale, ma il Controllore Supremo. Infatti Krsna dice:



VERSO 22


purusah prakrti - stho hi
bhunkte prakrti - jan gnnan
karanam guna - sango 'sya
sad - asad - yoni - janmasu

L'anima individuale segue nella natura materiale i diversi modi di vita e gode delle tre influenze della natura materiale, questo è causato dal suo contatto con la natura materiale e in questo modo prende i diversi tipi di corpi e soffre in associazione con questi corpi. Allora, in contatto con la natura materiale l'anima, né è coinvolta... ne rimane coinvolta. La natura materiale non è sotto il suo controllo, abbiamo detto, è sotto il Controllo del Signore.
L'anima non fa altro che godere e soffrire in contatto con questa natura materiale... non ha altro "affare" che godere e soffrire in contatto con la natura materiale, ma Krsna ne è il vero Controllore per cui per l'anima l'unica possibilità è sviluppare in relazione alla natura materiale la "disidentificazione con il corpo" cioè conoscere la natura del corpo, affidarsi all'Anima Suprema in questo modo ...questa è l'ultima parte del capitolo in cui si parla di Ksetrajna il vero Conoscitore del corpo (del campo d'azione).
Se io associandomi con questo corpo non lo posso controllare e non faccio che godere e soffrire spinto da questa associazione con le influenze della natura materiale perché le voglio godere, perché le voglio sfruttare, allora come posso uscirne?
Chi è il vero Controllore? Krsna, abbiamo detto, allora Lui è il vero Ksetrajna ed è il vero Conoscitore del campo, io sono come un bambino il cui padre lo porta sulla macchina... lo mette in braccio e gli fa toccare il volante mentre guida... ma che sta guidando veramente è il padre, il bambino crede di guidare ma è il padre a guidare.
Allora... Ksetrajna... Krsna conclude questo capitolo... Ksetrajna è l'Anima Suprema, il vero Conoscitore e quando un'anima individuale si affida al vero Conoscitore anche lei veramente cosa significa un corpo materiale e non cade nella trappola della natura materiale ma riesce praticando la coscienza di Krsna... particolarmente il canto dell'Hare Krsna Mantra, spiega Srila Prabhupada che in questa era (di Kali) è accessibile e percorribile da tutti... cantare Hare Krsna...

hare krsna - hare krsna
krsna krsna hare hare
hare rama - hare rama
rama rama hare hare

Riesce a liberarsi dal condizionamento del corpo e a trascendere, sostenuto dall'Anima Suprema, il desiderio di associarsi con le influenze della natura materiale e il desiderio di rimanere perciò condizionato.
Infatti qui dice: Upadrastanumanta, upadrasta significa il testimone, invece anumant è colui che sancisce, colui che dà il permesso quello è Krsna. Perciò molto in sintesi questo capitolo: Naturalmente non è facile arrendersi completamente all'Anima Suprema e poi uno potrebbe chiedere: che cosa significa questo? Come avviene questa resa? Cosa accade? Accade che... abbiamo già detto, comunque, ripeto brevemente... accade che uno trascende i limiti del condizionamento perché è sostenuto dall'Anima Suprema.
Cosa significa? Che acquisisce la visione che l'Anima Suprema ha della natura materiale e del corpo materiale. Questo è l'essenza del capitolo. A cosa tende questo capitolo della Bhagavad-Gita? Cosa vuole insegnare "la natura, il beneficiario e la coscienza"? Vuole insegnare che se noi ci associamo con Krsna, con Visnu, con il Paramatma... Upadrastanumanta... Colui che vede tutto, che è il Conoscitore di tutti i campi, che è perfettamente obbiettivo e discriminante nella Sua relazione con l'energia materiale... se noi ci associamo con Lui e ci arrendiamo a Lui la nostra visione diventa perfettamente obbiettiva e discriminante.
Tutti i problemi sorgono dal fatto che ci identifichiamo, in un modo o in un altro, in una percentuale o in un altra con questo corpo e che confidiamo ksetra con ksetrajna... il campo d'azione con il Conoscitore del campo d'azione.
La nostra conoscenza non è perfetta e... l'oggetto della nostra conoscenza non è neanche chiaro in questo senso. Allora cosa accade? Accade che quando uno è in contatto con l'Anima Suprema, vede l'Anima Suprema ovunque perché l'Anima Suprema vede Se stessa ovunque perfettamente e vede ogni altra anima... e vede la posizione di ogni corpo... in questo modo uno non è più limitato dalle "differenziazioni" materiali. L'attrazione che viene per l'anima condizionata, viene perché fa molte differenze da un punto di vista materiale... fa scelte perciò apprezzate e disprezza sulla base della differenziazione... sulla base del riconoscimento di una varietà materiale che appunto in alcuni casi è piacevole e in altri è spiacevole... ma l'Anima Suprema sicuramente non ha problemi, vive in un corpo di un verme e vive nel corpo di un elefante come vive nel corpo di un umano... li conosce tutti perfettamente... non ha predilizioni per un corpo piuttosto che un altro perché sa che i campi d'azione sono differenti dal conoscitore (dall'anima).
Allora essere in sintonia con l'Anima Suprema significa acquisire questa visione col vero ksetrajna. Infatti dice:



VERSO 31


"Quando l'uomo intelligente smette di vedere i termini di identità multiple, dovute a corpi differenti, raggiunge la visione del Brahman. Allora, ovunque, egli vede solo l'anima spirituale."

Conclude dicendo:



VERSO 35


"Colui che vede alla luce della conoscenza la differenza tra il corpo e il proprietario del corpo, e conosce anche la via per liberarsi dal dominio della natura materiale, raggiunge lo scopo supremo."

"Bisogna saper distinguere" dice Srila Prabhupada "il corpo, il proprietario del corpo e l'Anima Suprema. Questo è l'insegnamento essenziale del tredicesimo capitolo". Il corpo, il proprietario del corpo è Anima Suprema.
Hare Krsna!










XIV° CAPITOLO


LE TRE INFLUENZE DELLA NATURA MATERIALE

Questo capitolo è molto importante nella Bhagavad-Gita, tanto che Krsna dice all'inizio del capitolo... "Jnananam jnanam uttamam" ... che Lui darà la conoscenza più elevata data fino ad ora, fino a questo punto. In linea di massima il capitolo consiste della illustrazione da parte del Signore di quella che è la struttura materiale, cioè quali sono queste influenze... che effetti hanno... e che beneficio tra l'essere vivente che le trascende, che le supera.
Poi Arjuna fa una domanda, come al solito, molto appropriata; chiede quali sono i sintomi e l'atteggiamento, il comportamento di chi ha superato queste influenze e come ha fatto a superarle, qual è il modo per trascenderle, per superarle... e Krsna alla fine del capitolo parlerà dei sintomi dell'anima liberata, cioè di una persona che ha trasceso le influenze della natura materiale e come ha fatto, in che modo è riuscito a farlo. Questo è il sunto del capitolo.
Perciò, come abbiamo accennato all'inizio, Krsna dice: "jnananam jnanam uttamam"
"Questa conoscenza è la conoscenza più alta che Io abbia dato fino ad ora". Prabhupada spiega, all'inizio del capitolo che chi comprende con la propria capacità analitica... tutti abbiamo una capacità analitica... di analizzare filosoficamente le cose... chi applica la propria analisi filosofica a questo capitolo, potrà liberarsi e raggiungere la perfezione.
Nei capitoli dal settimo al dodicesimo, Krsna ha spiegato bene la natura della trascendenza e del servizio devozionale chiaramente e direttamente, però Krsna dice in questo capitolo che se uno si applica, comprende ciò che dice questo capitolo con la sua analisi filosofica, raggiunge la perfezione della conoscenza. Infatti il verso seguente dice:



VERSO 2


idam jnanam upasritya
mama sdharmyam ngath
sarge 'pi nopajayante
pralaye na vyathanti ca

"Questa conoscenza dà modo a chi la ottiene di raggiungere quella natura che è simile alla Mia natura"
Cioè, "chi sviluppa questa conoscenza, chi riesce a ottenerla, vedrà manifestarsi in sé una natura che è simile alla Mia". ...mama sadharmyam agatah... sadharmyam, significa natura... "la Mia stessa natura"... e l'effetto del manifestarsi di questa natura...

mama sadharmyam gatah
sarge 'pi nopajayante

...quando c'è la creazione, non nascerà più e quando ci sarà la distruzione, non morirà.
Non ci saranno più nascite e morti... cioè Krsna sta dicendo che bisogna sviluppare la Sua natura. Non possiamo pensare di poter conoscere Krsna se non ci eleviamo alla stessa natura di Krsna. Questo è il punto, perciò l'esistenza del capitolo è quella di ritornare alla natura del Signore e superare la natura materiale.
Poi Krsna comincia a illustrare cos'è la natura materiale, perché per superarla, bisogna conoscerla, bisogna sapere cos'è.



VERSO 3


mama yonir mamad - brahma
tasmin garbham dadhamy aham
sambhavah sarva - bhutanam
tato bhavati bharata

Questa natura materiale detta brahman è la sede del concepimento e tutti gli esseri viventi vengono immessi dal Signore in questa natura materiale, cioè questa natura materiale dà modo a tutti gli esseri di apparire, di nascere e viene chiamata brahman. Brahman significa spirito grande.
Questa natura viene dal Signore, non è separata da l Signore la natura materiale, proviene da Lui... e Krsna dice che Lui la impregna, anche nel verso seguente.



VERSO 4


sarva - yonisu kaunteya
murtayah sambhavanti yah
tasam brahma mahad yonir
aham bija - pradah pita

...Brahma mahad... grande brahman... questo grande brahman la impegna... aham bija - pradah pita... "Io dò il seme"... proprio come un rapporto sessuale... c'è l'utero e c'è il seme che viene immesso dall'uomo.
La natura materiale è come un utero e quindi la sede del concepimento e Krsna vi immette il seme dell'energia vivente. Questi semi dell'energia vivente, danno modo alla natura materiale di creare le forme di vita, cioè gli esseri viventi, non dobbiamo pensare che sia la natura materiale "indipendente" a creare gli esseri viventi.
Prabhupada dà l'esempio di uno scorpione e di un mucchio di riso... qualche volta si vede che un piccolo scorpione o un gruppo di piccoli scorpioni "nascono" da un mucchio di riso... qui non è una visione consueta, per fortuna non ci sono molti scorpioni, ma in India si possono vedere, ci sono scorpioni (anche se non troppi)... da un mucchio di riso escono fuori degli scorpioni... uno tiene sotto osservazione un mucchio di riso per un certo periodo di tempo e vede degli scorpioni che escono... uno potrebbe dire: "questi scorpioni sono nati dal riso, il riso fermentando in qualche modo, ha dato nascita agli scorpioni" ma non è così in effetti... uno scorpione mamma è entrato in quel mucchio di riso, ha lascito le uova, poi se ne è andato... le uova piano piano si sono dischiuse e hanno dato nascita agli scorpioni, cioè la natura materiale di per sé non può dare nascita a esseri viventi.
La materia non dà nascita alla vita ma poiché il Signore ha immesso nella natura materiale la vita, i semi della vita che sono le "anime" allora la natura materiale si agita e dà nascita alle diverse forme corporee abitate dalle anime.
Krsna spiega perciò qual è la funzione della natura materiale, quella di essere un recipiente per il Suo seme vivente che sono le anime e questa è la spiegazione di che cosa è il mondo.
Questo mondo non è altro che la combinazione dell'energia materiale e dei semi di vita che vi sono entrati.
Tutto quello che vediamo perciò è la combinazione di energia materiale o energia inferiore e energia superiore, le anime. Come funziona questa natura materiale, cioè che caratteristiche ha?
Krsna lo spiega:



VERSO 5


sattyam rajas tama iti
gunah prakrti - sambhavah
nibadhnanti maha - baho
dehe dehinam avyayam

Questa natura materiale è composta dalle tre influenze "sattvam - rajah - tamah"... "virtù o bontà, passione, attività, ignoranza".
Quando l'anima, l'essere vivente entra nel contatto con la natura materiale, cioè quando il seme spirituale viene in contatto con questa natura materiale diventa condizionato dalle tre influenze... viene avviluppato dalle tre influenze, dalla bontà o virtù, dalla passione e dall'ignoranza... questo avviene automaticamente. Nessuno può sfuggire al controllo di queste influenze; queste tre influenze sono le caratteristiche della natura materiale. In che cosa consistono queste qualità della natura materiale? Cos'è la virtù? Krsna spiega:



VERSO 6


tatra...sattvam nirmalatvat
prakasakam anamayam
sukha - sangena badhnati
jnana - sangena canagha

...sattvam è la virtù... sattvam nirmalatvat... è la più pura influenza, è la migliore, quella che si avvicina più allo spirito si dice... nirmalatvat... significa puro, senza contaminazione e perciò è illuminante, illuminante, illumina, chiarisce la posizione dell'anima in questo mondo materiale, cioè dà conoscenza... infatti dice... jnana - sangena canagha...sì, dà conoscenza però quello che accade, che sukha - sangena badhnati... che l'anima si attacca alla felicità che deriva dalla conoscenza.
Quando una persona ha conoscenza, capisce come vanno le cose... non è confuso o ignorante... riesce a muoversi in modo da non causare delle reazioni che poi deve scontare... nirmalatvat significa che non ci sono reazioni, che uno non si tira addosso delle reazioni dei peccati... quando uno si sente a posto con se stesso ed è veramente a posto con se stesso, allora c'è una situazione di conoscenza... di distacco... e anche di felicità, di serenità, di gioia, di contentezza ... questa contentezza, materiale condiziona l'anima.
Prabhupada dà l'esempio di scienziati, di persone che hanno un'intelligenza superiore... che sono virtuosi... sono degli umanitaristi delle persone che si dedicano ad attività virtuose, buone, perché hanno una visione più larga della vita... non sono concentrati o costretti nel loro piccolo egoismo, nelle loro piccole cose, ma si dedicano a una attività più espansa... quelle persone hanno in genere, una componente più elevata di virtù... sono contenti di quello che fanno... si sentono motivati, però sono attaccati a quella contentezza... rimangono vincolati... condizionati, ecco il termine... condizionati da questa felicità o serenità d'animo che trovano per cui anche la virtù materiale, malgrado sia la migliore delle influenze, Krsna dice... tatra sattvam nirmalatvat... malgrado sia la migliore, è sempre una forma di condizionamento. Se la virtù è un condizionamento, che dire delle altre? Infatti:



VERSO 7


rajo ragatmakam viddhi
trsna - sanga - samudbhavam
tan nibadhnati kaunteya
karrma - sangena dehinam

...la passione significa desideri intensi e senza fine... trsna - sanga - samudbhavam ... un fortissimo attaccamento. I desideri sono così forti, l'attaccamento è così forte, senza fine, senza limiti...

rajo ragatmakam viddhi
trsna - sanga - samudbhavam
tan nibadhnati kaunteya

...e come condiziona l'anima? Quando l'anima è molto attaccata, piena di desideri forti che la spingono quindi è completamente coinvolta... karma - sangena dehinam... allora è attaccata all'azione, vuole agire, sempre agire per soddisfare questi desideri.
E azione significa cosa? ... i frutti dell'azione!... samudbhavan - ksetra vuol dire: i frutti dell'azione. Allora, una persona passionale è molto attiva... una persona che ha molti desideri è molto attiva perché ha desideri forti... è molto attiva e questa attività deve portargli dei frutti, questa è ...karma - sangena dehinam, questa è una forte contaminazione... forte condizionamento. Se uno non riesce a liberarsi nella virtù materiale, figuriamoci colla passione!
L'aspetto più evidente della passione è l'attrazione tra uomo e donna, maschio e femmina perché è il desiderio più... diciamo... importante, l'aspirazione più forte da soddisfare nel cuore. Ci sono tante spiegazioni nello Srimad Bhagavatam a riguardo.
Non è facile sottrarsi alla passione, è molto condizionante, malgrado ciò però non è mai condizionante quanto l'ignoranza. Krsna spiega anche che cosa è l'ignoranza.



VERSO 8


tamas tv ajnana - jam viddhi
mohanam sarva - dehinam
pramadalasya - nidrabhis
tan nibadhnati bharata

...Tamas tv ajnana - jam... tamas, l'ignoranza è proprio l'esatto opposto della virtù, è agli antipodi... ajnana - jam... proprio zero conoscenza, ignoranza... mohanam sarva-dehinam... copre gli esseri viventi, quella che copre "completamente" l'essere vivente.
Mentre nella passione almeno uno si dà da fare in qualche modo, almeno è attivo... non esistono persone totalmente in passione, generalmente è molto raro, ma se uno è veramente condizionato dalla passione proprio in maniera assolutamente predominante, nasce come un re, come un grande condottiero... una qualche conoscenza dei modi di fare in questa natura materiale ce l'ha... cioè riesce a gestire, ma l'ignoranza significa proprio "oblio"...
Mohanam, illusione... un illuso viaggia per la tangente, si dice... viaggia per la tangente delle sue irrealtà di vita, di quello che è... si costruisce un'idea di quello che è la verità e vive sulla base di questa idea ed è fuori dal contatto colla realtà.
Il passionale è un realista... una persona realista anche... da un punto di vista suo... una persona che quando agisce deve produrre dei risultati, di conseguenza deve sapersi muovere. La persona in bontà o virtù è distaccata, non agisce per i risultati.
L'ignorante, invece vive in un modo suo ...elucubra... immagina un mondo fantastico, infatti è detto... pramadalasya, nidrabhis = sono, pigrizia e pazzia, questo è l'ignoranza. E' così che viene condizionato.
La felicità condiziona quello nella virtù, attività e i frutti dell'attività chi è in passione... e il sonno, la pigrizia, l'indolenza e la pazzia, l'illusione folle colui che è in ignoranza; questa persona è completamente persa alla realizzazione spirituale a meno che non venga aiutato, ma è in una condizione tale per cui non ha alcun stimolo alla emancipazione della sua anima... questo è il punto.
Che i risultati traggono queste persone da questi condizionamenti?
Colui che è in virtù si purifica e sviluppa conoscenza... si purifica e sviluppa conoscenza... si purifica, riesce a purificarsi. Prabhupada, paragona la virtù all'aeroporto... uno che arriva in virtù è come se andasse all'aeroporto, poi se è intelligente prende l'aereo... spicca il volo... uno arriva alla virtù, si purifica e dice: "Parto da questo posto e vado nella trascendenza, torno alla mia dimora originale "per cui c'è purificazione, si avvicina al fine della vita.
Chi è in passione invece soffre. La passione... il risultato della passione... il risultato di quel condizionamento che è attività costante e frutti dell'azione che nascono dal desiderio intenso è la sofferenza. Sofferenza, perché? Perché il contatto degli oggetti dei sensi è effimero e produce proprio per costituzione della natura materiale, produce un risultato effimero e uno rimane sempre deluso in ogni caso. Prabhupada dava l'esempio del laddu: sul piacere sessuale diceva: "E' come il laddu di Delhi, che è un laddu molto buono, se non l'hai gustato soffri, sei triste perché non l'hai gustato... se l'hai gustato, sei triste perché è finito" allora, questo è lo stesso problema... il piacere che viene dalla passione è intenso, se non l'hai ancora avuto o se stai ancora lavorando per ...perché c'è sempre molto lavoro da fare per arrivare a quella soddisfazione... se non ce l'hai ancora non stai bene... il momento in cui ce l'hai è effimero - breve - è già passato. Per cui sei triste... sempre triste sei. L'ignoranza porta alla stupidità all'oblio. Cioè una persona rimane istupidita, vive tanti anni della sua vita concludendo "niente".
Questo è l'ignorante... zero... risultato zero... un paradosso... una vita paradossalmente inutile... una vita "umana" sprecata completamente, questo è l'ignorante... zero... risultato zero... un paradosso... una vita "umana" sprecata completamente, questo è l'ignorante... giorno dopo giorno... mese dopo mese... anno dopo anno... finisce... risultato? "zero"! un'operazione che dia come risultato zero. E dove vanno queste persone quando lasciano il corpo? Quando finisce la loro vita?



VERSO 18


urdhvam gacchanti sattva - stha
madhye tisthanti rajasah
jaghanya - guna - vrtti - stha
adho gacchanti tamasah

...urdhyam gacchanti sattva - stha, la persona che ha coltivato la virtù, la bontà, prende un corpo superiore...un corpo migliore...va nei pianeti superiori...urdhyam = su; gacchanti = vanno.
Chi invece ha coltivato la passione, rimane ai livelli mediani cioè riprende un corpo umano perché il corpo umano è "il campo delle attività dove uno genera karma", dove uno è attivo e decide in che direzione andare.
Invece chi ha coltivato quella che viene chiamata "l'influenza abominevole allora... adho gacchanti tamasah... quello va giù nelle specie inferiori... rinasce in un corpo animale in una situazione estremamente difficile dove non c'è speranza di avere l'apertura mentale necessaria per neanche porsi il quesito sulla propria esistenza... "chi sono?... perché sono in questo corpo? dove vado?... cos'è il futuro?... vedo il passato, cos'è il presente"? Non c'è neanche il minimo di apertura mentale per porsi il quesito; questa è l'entrata nelle specie inferiori... o addirittura nelle specie infernali e allora lì è ancora peggio.
Queste sono le destinazioni che uno raggiunge. Krsna dice poi che se uno vede dappertutto che solo queste influenze stanno agendo che il mondo cioè non è altro che la combinazione di queste influenze che poi lottano una con l'altra... sono continuamente in competizione... ogni tanto emerge la virtù... ogni tanto emerge la passione... ogni tanto emerge l'ignoranza... anche nella nostra giornata, anche il giorno è diviso in sezioni... la mattina è più virtuosa... mezzo giorno e verso il vespro c'è la passione... e poi la notte c'è l'ignoranza, tamasah.
"Chi vede che queste influenze sono onnipervadenti, che agiscono ovunque, e vede Me" dice il Signore "come trascendentale a queste influenze, che controllo queste influenze, che sono al di sopra di esse, allora questa persona può trascendere le influenze della natura materiale". Che cosa succede a questa persona?
"Gusta il nettare anche in questa stessa vita. Si libera dalla nascita, vecchiaia, dolore e morte e dalle sofferenze che nascita, vecchiaia, dolore e morte causano" dice Krsna: perché è penoso nascere, invecchiare, ammalarsi e morire. Si libera da queste sofferenze e gusta il nettare in questa stessa vita. Questo è il beneficio nel liberarsi... nel trascendere le influenze della natura materiale.
Ora abbiamo detto, Krsna ha spiegato all'inizio, che chi riesce a comprendere come tutto questo meccanismo vada avanti, come funziona il meccanismo della natura materiale e riesce a trascenderli, ha una conoscenza superiore a chiunque altro e ottiene la Sua natura. Arjuna, a questo punto chiede: "Come faccio io a individuare la persona che è riuscita a fare questo? Quali sono i sintomi? Come si comporta? Qual è il suo atteggiamento e come fa a trascendere, cioè in che modo riesce ad arrivare a questa situazione?
Domande molto appropriate, domande pratiche di riscontro da parte di Arjuna, e Krsna risponde subito.
C'è chi non odia... non prova repulsione quando l'illuminazione o l'attaccamento o l'oblio sono presenti, cioè i sintomi delle tre influenze... chi non ha senso di repulsione o di odio e chi allo stesso tempo non le desidera quando mancano cioè non le odia e non le vuole scacciare quando sono presenti e non le desidera quando mancano ...manca l'illuminazione... manca il distacco, la conoscenza... manca il senso forte di attività, il desiderio del frutto... manca l'oblio, la dimenticanza... non li desidera quando mancano... questo atteggiamento psicologico è importante. E chi, non le desidera? chi non le cerca? I sintomi che descrive sono quelli delle persone equanimi. "Vede la zolla di terra, la pietra, l'oro, come la stessa cosa... non l'attrae una cosa più dell'altra... le vede esattamente come la stessa cosa... non odia i propri nemici... non fa differenza tra amico e nemico... ma una disposizione d'animo equanime e quando viene insultato... "...ecco questa è la risposta alla prima domanda: uno che ha un atteggiamento psicologico di questo genere come sintomo, è il sintomo di una persona che ha trasceso le influenze della natura materiale.
E poi, "come si comporta"? dice la seconda domanda di Arjuna, cioè "Come si comporta con una psicologia del genere"?
"Se lo insultano o lo onorano non fa differenza, possono insultarlo o onorarlo... può vincere o perdere, la reazione è praticamente la stessa... non lo coinvolge" Queste sono le risposte che Krsna dà ad Arjuna alle due domande: che sintomi ha? e come si comporta?
E' una persona che non agisce sconsideratamente. E' importante capire come questo accade e perché questo accade, uno potrebbe dire: "Che tipo di atteggiamento è questo? e perché uno deve assumere questo atteggiamento psicologico, questa attitudine"?
Perché queste influenze hanno a che fare con il corpo, allora fintanto che uno ha il corpo le influenze agiranno. Il corpo è fatto di queste influenze... anche tutto ciò che circonda il corpo è fatto di queste influenze per ché quando uno ha il corpo le influenze agiranno, è come avere un'antenna che riceve.
Allora uno cosa deve fare? Deve attaccarsi al proprio corpo?
No! non deve attaccarsi al proprio corpo perché è una creazione delle influenze della natura materiale.
Deve allora volersi liberare dal corpo?
No! neanche deve volersi liberare dal corpo... deve semplicemente tollerare... "Ho preso un corpo e poiché ho preso un corpo queste influenze si faranno sentire" come se "ho preso un'antenna e che questa antenna capto delle trasmissioni"... uno deve tollerare... non deve cercare di eliminare l'antenna o cercare di captare godendo quello che capta il più possibile... o questo, o quell'altro... o cerco la passione perché mi elevo di più che nell'ignoranza... o cerco la virtù perché mi elevo di più... o cerco l'ignoranza perché mi elevo di più... o cerco l'ignoranza perché così vedo niente... oppure è arrivata la passione, devo eliminarla assolutamente... questo... quell'altro... cioè uno non deve mettersi in conflitto con queste influenze, capito? Non deve porsi nell'atteggiamento di sfida e di conflitto, di lotta con le influenze della natura materiale... è come porsi in un atteggiamento conflittuale nei confronti del corpo, non deve prendersela con il corpo né deve attaccarsi e mantenere questo corpo che è già segnato, destinato. Questo è l'atteggiamento che Krsna dice, Krsna consiglia che in questo modo il corpo che è come una bolla dell'anima se ne va... col tempo se ne va... uno non reagisce stimolato dalle influenze della natura materiale per cui non crea altro karma... non si genera un altro corpo. Questo corpo che abbiamo adesso, non è altro che la risultante delle azioni che abbiamo compiuto quando siamo stati stimolati, in un altra vita, dalle influenze. Stimolati dalle influenze, abbiamo seguito dei desideri, abbiamo agito di conseguenza ed eccoci qua ad avere un corpo che è la risultante di quel modo di fare e modo di pensare che avevamo.
Allora, le influenze ti stimolano?... "Non reagisco", come uno che ti viene a stuzzicare e non reagisci. Non reagendo non compi alcuna azione sulla base di quello stimolo, allora non ti crei un altro corpo. Tutto qui, questo tipo di atteggiamento psicologico deve poi rivelarsi nel modo di comportarsi.
Non è che perché quella persona è nemica allora cerco di discutere... o quella persona che è amica allora cerco di tenerla vicina, ecc..., sempre per la gratificazione del mio corpo. Uno non deve vedere il corpo come il centro della propria vita né nel senso positivo, né nel senso negativo, deve semplicemente vedere Krsna come il centro della propria vita.
Il devoto agisce, infatti verrà spiegato nel verso seguente, il devoto agisce per la soddisfazione di Krsna.
"E' un momento in cui devo essere distaccato? Bene, sono distaccato per Krsna" "E' un momento in cui devo andare a riposare per riposare le membra e avere poi più energia per Krsna?... Vado anche in oblio per Krsna, vado anche a dormire per Krsna! cioè, il devoto agisce sempre per la soddisfazione di Krsna.
La domanda di Arjuna era: "Come fa uno a situarsi in questa attitudine di distacco e di tolleranza perfette dalle influenze della natura materiale"? "Come fa uno a equilibrarsi? Krsna dice:



VERSO 26


mam ca yo'vyabhicarena
bhakti - yogena sevate
sa gunam samatityaitan
brahma - bhuyaya kalpate

"Uno che s'impegna in servizio devozionale, senza penare in alcuna circostanza, direttamente trascende le influenze della natura materiale e si situa a livello del brahman."
"Mam ca yo 'vyabhicarena / bhakti - yogena" la devozione incrollabile... uno si fissa sulla devozione al Signore... "Voglio impegnarmi in servizio devozionale al Signore, tutto ciò che faccio, che penso deve essere dedicato al Signore"...sa gunam samatityaitam... allora Krsna dice: "Bene, lui non deve subire le reazioni degli atti che sta compiendo"... anche se apparentemente da un punto di vista ordinario ha rinunciato a qualche cosa per cui è un virtuoso, oppure è molto impegnato nel cercare di creare un risultato per cui è passionale, oppure ha staccato la spina è andato a dormire per cui è ignoranza... anche se da un punto di vista esterno possono sembrare i sintomi delle influenze della natura materiale, Krsna sa bene che se la sua motivazione è quella di servirLo... di servire Krsna... queste attività che l'anima svolge sono attività dell'anima realizzata... lui è al di sopra delle influenze della natura materiale, non sta agendo perché vuole coltivare quelle influenze della natura materiale, sta agendo perché vuole soddisfare Krsna, è differente... è differente e allora sa gunan samatityaitan... trascende le influenze della natura materiale... brahma - bhuyaya kalpate... si situa a livello di brahman... brahman significa spirito... e arriva a livello spirituale.
Krsna è Para Brahman, la Verità Assoluta, la Sua natura è spirituale, no?!. Anche noi, la nostra vera natura è spirituale... in quel senso siamo uguali a Krsna, siamo entrambi natura spirituale. Krsna poi ha certe qualità... natura significa "modo di essere", anche noi abbiamo quel modo di essere del Signore, naturalmente Lui è Para Brahman la Persona Suprema mentre noi siamo parti di Lui, malgrado abbiamo la stessa natura non siamo equipollenti, non abbiamo lo stesso peso. Lui è Infinito Brahman, noi siamo infinitesimali brahman ma la natura è la stessa. Krsna chiarisce questo punto nel verso seguente dove dice che Lui, non noi, è la base del brahman.



VERSO 27



brahmano hi pratisthaham
amrtasyavyayasya ca
sasvatasya ca dharmasya
sukhasyaikantikasya ca.

"Io sono la base del brahman impersonale che è la posizione costituzionale della felicità eterna".
Questo brahman impersonale significa: la natura spirituale. La verità Assoluta ha tre aspetti: brahman, Paramatma - Bhagavan e in accordo al livello di avanzamento che uno ha, comprende quegli aspetti cioè prima fase, seconda fase, terza fase.
Prima fase è brahman, spirito... "Sono spirito, sono natura spirituale come la natura del Signore". Chi è più avanzato riesce a capire anche il Paramatma... il Signore presente personalmente in ognuno, ovunque che controlla i movimenti di ogni essere ed è al corrente di tutto.
Bhagavan... qual è la Sua natura, la Sua personalità, il Suo carattere... solo una persona che ha trasceso le influenze della natura materiale può comprendere il carattere del Signore.
Quando una persona trascende le influenze della natura materiale, può impegnarsi in quelle attività di scambio con il Signore... può svolgerle perfettamente.
Sravana - kirtana - smarana - pada-sevana - arcana - vandana - dasya - sakhya - e atma-nivedana, queste attività significano: ricordare il Signore, massaggiare i Suoi piedi di loto, diventare il Suo servitore, arrendersi completamente a Lui, ecc. tutte queste attività vengono svolte perfettamente da un'anima realizzata perché lo fa a livello spirituale perfetto di brahman.
Prabhupada dava l'esempio del sole... se uno vuole entrare nel sole, deve avere un corpo di fuoco, non può entrare nel sole con il corpo fatto di acqua, perché brucia... allora, se vuoi scambiare eternamente con il Signore devi trovare la stessa natura del Signore ma mai pensare che noi siamo il Signore.
Noi siamo della stessa natura spirituale del Signore ma Lui è il supporto di tutti gli esseri spirituali e noi siamo semplicemente parti infinitesimali di Lui, per cui il capitolo, appunto, si conclude in questo modo con Krsna che dice: "Impegnati in servizio devozionale senza cadere in alcuna circostanza, trascenderai le tre influenze, riuscirai a tollerarle completamente e arriverai a livello di brahman. Io sostengo questo brahman, cioè questa natura spirituale è sostenuta da Me.
Se arrivi a questo livello potremo scambiare eternamente: eternità, conoscenza e gioia perfettamente".
Hare Krsna .










XV° CAPITOLO


LA PERSONA SUPREMA


Il capitolo di questa sera si chiama: Purusottama - yoga, lo yoga della Persona Suprema. Krsna, in questo capitolo parla ad Arjuna di un albero baniano. Gli alberi baniani, non so se ne avete mai visti, chiamati anche fico sacro, in India, sono degli alberi enormi, giganteschi, ce n'è uno anche alla Società Otti - culturale di Calcutta... per andare intorno bisogna prendere la macchina quasi, è gigantesco insomma... molto grande... e hanno un'infinità di radici, di rami di fronde e così via.
Parla di uno di questi alberi... paragona il mondo materiale a uno di questi alberi, e dice che quest'albero va tagliato... è l'albero dell'illusione... va reciso con determinazione se uno vuole uscire dall'illusione.
Faccio una breve sintesi di quello che è il capitolo. Poi il Signore parla brevemente della Sua dimora, la descrive: "Chi vuole recidere quest'albero dell'illusione e tornare a Me nella mia dimora, sappia che la mia dimora è fatta così" e la descrive brevemente. Dopo avere detto questo, il Signore continua spiegando che in questo mondo tutti gli esseri lottano affannosamente per l'esistenza e acquisiscono continuamente nuovi sensi, nuove forme, nuovi corpi e non si rendono neanche conto come, ma i saggi capiscono, conoscono questo meccanismo e non ne rimangono vincolati... hanno vera conoscenza. Poi conclude narrando alcune delle Sue opulenze, delle Sue qualità meravigliose che stanno tutte ad indicare che Lui è la Persona Suprema... Purusottama - Yoga... Purusah significa persona... Uttamah, Suprema, al di sopra di qualsiasi inferiorità o ignoranza... purusottama - yoga, lo yoga della Persona Suprema... come unirsi alla Persona Suprema. Questo è in sintesi il capitolo.
Ora tornando all'inizio, Krsna dice:



VERSO 1


sri bhagavan uvaca
urdhva-mulam adhah-sakham
asvattham prahur avyayam
chandamsi yasya parnani
yas tam veda sa veda-vit

..."c'è un albero baniano le cui radici si estendono verso l'alto e le foglie e i rami verso il basso; chi conosce questo albero, conosce i Veda, dice Krsna. Uno potrebbe dire che non esiste un albero del genere... un albero che abbia le radici verso l'alto e il fogliame e i rami verso il basso, ma abbiamo esperienza di un albero del genere in questo mondo: è l'albero riflesso sulla riva di un lago o su uno specchio d'acqua.
Se andiamo sulla riva di un lago dove ci sono degli alberi sulla riva, vedremo l'immagine dell'albero riflesso nel lago e vedremo un albero capovolto, un albero con le fronde e i rami che si protendono verso il basso e le radici che vanno verso l'alto; questo albero non è che il riflesso dell'albero reale. Esiste perciò secondo il parere di Krsna un albero reale, un mondo reale dove tutto è reale, le attività degli esseri viventi, i loro desideri, i loro sensi, i loro oggetti dei sensi ed esiste invece un mondo dove tutto è illusorio, irreale proprio come esiste un albero irreale che scompare appena uno tocca l'acqua... se uno tocca l'acqua, l'immagine nell'acqua scompare mentre non scompare se tocca l'albero vero che è sulla riva... allora Krsna dice che bisogna tagliare quest'albero.
Cosa significa quest'albero? Che significato hanno le sue radici, i suoi rami, le sue foglie?
Le radici si protendono verso la sommità dell'universo fino a Brahma-loka. Brahma è l'essere più intelligente dell'universo, è da lui che parte la radice dell'esistenza materiale... dal luogo dove lui si trova... e come è nutrito quest'albero?
Le radici prendono linfa per nutrire l'albero... la linfa sono le influenze della natura materiale... i suoi rami sono gli esseri viventi... le sue fronde, le sue foglie, gli oggetti dei sensi... gli inni Vedici, dice Krsna... "Chi lo conosce, conosce i Veda" cioè chi conosce quest'albero, capisce di cosa parlano i Veda. I Veda, di cosa parlano? Parlano di questo universo materiale, ne descrivono in dettaglio la natura, le specie viventi, gli esseri che lo popolano... descrivono in dettaglio tutto questo.
Chi è un grande conoscitore dei Veda, sa che esistono gli esseri di specie superiori. Gli esseri di questo mondo mediano: gli umani, gli animali... sa quali sono i diversi equipaggiamenti sensoriali di cui si rivestono gli esseri... sa quali sono gli oggetti dei sensi appropriati per una specie o per l'altra... sa quali sono i sacrifici da fare per muoversi da una specie di vita all'altra... come viaggiare in quest'altra.
Dove c'è tanta linfa, ci sono tante ramificazioni... allora tanti esseri viventi pullulano dove l'influenza della natura materiale è cospicua. Krsna dice: "E' un albero molto complesso" veramente, non se ne riesce a trovare l'origine... se uno vuole andare a vedere come è originato... come nasce... difficile, impossibile... dove si sviluppa... dov'è la sua fine... impossibile, è un albero così vasto... Krsna lo descrive come un albero illimitato... uno può vagare attraverso diverse forme di vita con tanti oggetti dei sensi, cioè la natura materiale può produrre una varietà tale da rendere illimitata, senza fine la ricerca dell'anima per la conclusione della sua vita... senza fine.
Però, dice Krsna, malgrado sia impossibile tracciare l'origine e i confini di questo albero, va tagliato con l'arma del distacco. Il distacco è quell'arma tagliente che elimina l'albero dell'illusione. Se uno riesce ad eliminarlo, allora cosa succede?
Krsna dice ...allora arriva in quel luogo supremo e trova la Persona Suprema, là si può abbandonare alla Persona Suprema dalla quale tutto proviene e nella quale tutto dimora da tempo immemorabile.
Quando uno riesce a superare l'illusione, arriva nel mondo spirituale, esce dal mondo illusorio, entra nel mondo spirituale e vi trova la Persona Suprema.
Prabhupada dà anche una descrizione grafica: Brahma è come al centro di un cerchio, cento ottanta gradi sono il mondo spirituale. Brahma è il punto d'incontro tra i due mondi... la sostanza materiale... il mahat - tattva è il punto di incontro tra i due mondi... metà è il mondo materiale, quest'albero distorto, riflesso distorto della realtà e metà è il mondo spirituale dove tutte le attività, i desideri, le reazioni sono perfette, reali.
L'arma del distacco... questo è il punto. Quando l'essere vivente riesce a reinserirsi nel mondo spirituale, allora cosa trova? "Naturalmente deve essere qualificato" dice Krsna, deve essere libero dall'illusione, dalla rabbia, dal desiderio di possesso, dall'orgoglio...fondamentalmente dall'orgoglio... l'orgoglio è il problema più grande per l'anima perché è l'orgoglio che spinge uno a controllare la natura materiale è assorto nell'albero illusorio, nel momento in cui cessa di desiderare di controllare la natura materiale è distaccato, è libero e allora può volgere lo sguardo e dedicarsi alla natura spirituale.



VERSO 6


na tad bhasayate suryo
na sasanko na pavakah
yad gatva na nivartante
tad dhama paramam mama

"La Mia dimora non è illuminata né dal sole né dalla luna, né dall'elettricità, dal fuoco" suryah è il sole... pavakah è fuoco o elettricità, l'elettricità nei Veda è considerata una manifestazione dell'elemento fuoco... una forma di fuoco... yad gatva, se uno ritorna in questo luogo, non torna più indietro... questa è la caratteristica del mondo spirituale, una volta che uno ritorna lì non tornerà più indietro in questo mondo materiale; è interessante Krsna assicura questo.
Perché questo luogo è splendido, meraviglioso... non è illuminato da alcun agente esterno perché tutto è perfettamente fulgente, l'effulgenza originariamente emana dal luogo dove Krsna stesso risiede Goloka Vrndavana e tutti i pianeti Vaikuntha che galleggiano nel mondo spirituale sono anch'essi fonte di fulgore che all'origine viene dal corpo di Krsna.
Tutto è immerso in questa luce, tutti gli esseri sono fulgenti. E' detto che l'anima nella sua posizione costituzionale brilla più di diecimila soli insieme... un'anima allora, tutto è perfettamente luminoso e tutto ciò che si svolge è nella pura realtà "Sac - Cid - Ananda - Vigraham" = "Eternità - conoscenza e gioia", nessuno desidera uscire da questa situazione e tornare in una condizione di esistenza miserabile in questo mondo.
Questo è il mondo del Signore, però purtroppo il Signore dice che malgrado questa sia la condizione del mondo spirituale, gli esseri in questo mondo non vivono questa realtà e dice:



VERSO 7


mamaivamso jiva - loke
jiva - bhutah sanatanah
manah sasthanidriyani
prakrti - sthani karsati

...mamaivamso... sono dei Miei frammenti queste anime... sono esseri frammentari, parti di Me frammentarie... non come spicchi di una torta ma frammenti nel senso che Krsna è il Supremo e Completo essere e Lui emana o Se stesso completamente... Si espande in Se stesso innumerevoli volte e queste espansioni si chiamano "Visnu - tattva" - "Svamsa", oppure in piccoli frammenti di Se, della Sua Persona, del Suo essere e si chiamano "Mamaivamsah", queste sono le anime.
Krsna emana questi esseri in un numero infinito, sono frammenti perciò ma non frammenti che ricomposti insieme fanno la Persona Suprema, la Persona Suprema anche se innumerevoli frammenti emanano da Lui, è sempre completa... è come se non potessimo emanare una piccola frazione della nostra personalità senza però intaccare la nostra personalità.
Questa situazione di Krsna fa si che gli esseri siano eternamente infinitesimali e Lui sia eternamente la Persona Suprema... non come dicono alcuni: che uno è un frammento o si sente piccolo e infinitesimale nel suo stato condizionato e al momento in cui si libera dal condizionamento diventa infinito!... è una fandonia questa!... se uno fosse infinito, se la sua posizione ontologica naturale fosse di essere infinito, perché diventerebbe infinitesimale? Cosa potrebbe costringerlo a diventare infinitesimale? Se la nostra natura fondamentale è quella di essere infiniti... senza limiti significa che non c'è nulla che può costringerci o limitarci o chiuderci o condizionarci... ma se noi siamo condizionati significa che la nostra posizione naturale non è quella di essere infiniti bensì di essere controllati, limitati, infinitesimali, piccoli.
La natura materiale è molto forte, anche pochi chili di carne e ossa e pochi pensieri ci vincolano a una situazione difficile e chiusa nell'esistenza materiale.
Allora Krsna dice: mamaivamso jiva - loke/jiva-bhutah sanatanah... eterne Mie parti... jiva-bhutah sanatanah/manah sastanidriyani ...sono così attratti da questo mondo materiale, la loro mente è così assorta in questo riflesso illusorio della realtà, che lottano costantemente per crearsi una posizione stabile in questa illusione... Prakrti - sthani karsati... lottano contro la Mia energia. Questo è folle!... lottare contro l'energia di Dio... non si ha scampo, non ci sono possibilità di vittoria! Queste persone lottano tutta una vita e poi nella prossima vita acquisiscono un nuovo gruppo di sensi, un nuovo equipaggiamento di sensi... di orecchi... nuovo naso... nuovi occhi... nuova bocca... nuove mani o zampe o quello che sia... e altri oggetti dei sensi non capiscono che i loro desideri, le loro concezioni di vita li portano ad acquisire nuovi corpi, che questa è la loro condanna... non capiscono!... sono così attratti dall'energia illusoria... pensano che questa lotta sia l'unico modo per loro di sopravvivere e non sopravvivono mai... i corpi che prendono sono irrimediabilmente condannati e anche i loro desideri sono irrimediabilmente condannati... non capiscono che è una lotta senza speranza eppure lottano strenuamente e periscono prendendo un nuovo equipaggiamento sensoriale e ricominciando a lottare nella prossima vita.
E' folle perciò lottare contro l'energia di Dio... bisogna impostare diversamente la nostra vita...
non dobbiamo sopravvivere lottando, non si sopravvive mai... l'unico modo di sopravvivere realmente ed eternamente è quello di riconoscere la nostra identità spirituale... non c'è altro modo... è l'unico modo.
Le persone sagge, le persone intelligenti capiscono che questa lotta è totalmente e completamente inutile. Bisogna arrendersi alla Persona Suprema. La resa alla Persona Suprema è l'unica cosa intelligente che uno può fare.
Egli è... Krsna, descrive Se stesso poi, dice: "Io sono lo splendore del sole, della luna, degli astri... tutto viene da Me".
Comincia a descrivere ad Arjuna le Sue opulenze, praticamente Lui dice: "Da dove pensi che venga il chiarore del sole? Qual è il principio della luce in questo mondo?... Viene da Me! Io ne sono il principio originale". Perché altrimenti esiste la luce e l'oscurità? E i mondi chi li sostiene? Perché esiste una forza che sostiene in equilibrio tutti questi mondi, tutti questi pianeti e universi? Ci sono miriadi di universi non solo di sistemi planetari e galassie.
Krsna descrive tutto questo, dice: "Non solo Io sono il sostegno di tutto questo e pervado tutto con la Mia energia", ma dice:



VERSO 15


sarvasya caham hrdi sannivisto
mattah smrtir jnanam apohanam ca
vedais ca sarvair aham eva vedyo
vedanta-krd veda-vid eva caham

Lui dice: "Io sono nel cuore di ogni essere e da Me la conoscenza, il ricordo e l'oblio. Devo essere conosciuto attraverso i Veda. Io sono l'esistenza dei Veda e il compilatore dei Veda. Io sono Colui che conosce i Veda e Colui che li ha compilati". Cosa sta dicendo?
Sta dicendo: "Sono nel cuore di tutti, sono Onnipervadente, la Mia conoscenza non ha limiti, sono presente ovunque" questa è la Sua posizione di Paramatma", Lui trascende ogni limite, ogni concezione nel mondo spirituale che non è diverso da Lui, Lui gode dei Suoi divertimenti eterni ma ha anche una mansione, una funzione localizzata nel cuore di ogni essere, quella di seguire l'essere vivente e renderSi conto della sua posizione, quali sono i suoi desideri, cosa vuole fare e che direzione sta prendendo e di agevolarlo, aiutarlo, concedergli sì la possibilità di gratificarsi materialmente perché... Paramatma, Visnu... è su di Lui che poggia questo mondo in cui viviamo. Il principio stesso della conoscenza e dell'apprendimento attraverso i sensi poggia su di Lui... noi non sappiamo perché gli occhi vedono... perché gli orecchi ascoltano... perché la lingua gusta... perché il naso può annusare... non sappiamo come funziona... che cos'è un'informazione... perché esiste un'informazione... perché c'è la possibilità di conoscere e percepire; tutto questo è spiegato nella Bhagavad-Gita... la presenza del Paramatma, Lui ha modellato, programmato, costruito questi sensi, la Sua intelligenza... è Lui che li fa funzionare... è Lui che ti dà modo svegliandoti al mattino di far funzionare tutto l'apparato corporeo sensoriale, è Lui che fa sì che la mente possa pensare, sentire, ecc... noi non sappiamo come tutto questo accade!
Allora, dà sì agevolazioni all'anima, ma è anche molto attento a vedere quando e se l'anima si volge verso di Lui... se l'anima cerca di evitare un attimo questa lotta per l'esistenza e di aggrapparsi a Lui; nel momento in cui l'anima tenta di aggrapparsi a Lui, Lui è pronto e all'interno del cuore istruisce oppure mette in contatto con delle persone sante o persone che possano guidare l'essere vivente nella vita spirituale, per cui da Lui viene la conoscenza, l'oblio e la dimenticanza... quando l'anima vuole continuare la lotta per l'esistenza, cade continuamente, sotto la passione, l'ignoranza, l'oblio e la dimenticanza... quando si volge verso di Lui può ottenere conoscenza; questo è il punto.
Chiaramente è spiegato, in questo capitolo, che Krsna è l'essenza dei Veda... cioè uno vuol conoscere a menadito questo albero baniano, le sue sfaccettature, i suoi particolari, ecc... ma tutto questo albero non ha significato se non come riflesso dell'albero originale; questa è l'essenza dei Veda.
Lo studio dei Veda se non porta a comprendere che esiste la Persona Suprema, cioè che esiste la Persona Suprema, cioè che esiste "l'albero originale" di questo albero in cui viviamo noi... questo mondo di forme di relazioni, di desideri, non è che un "riflesso" di quel mondo dove Krsna predomina... se lo stadio dei Veda non porta a questa comprensione, è uno studio inutile... è uno studio inutile... bisogna arrivare a questa comprensione: Krsna la Persona Suprema è Colui al quale bisogna sottomettersi eternamente e questa comprensione... sempre Prabhupada... Krsna dice: "con l'aiuto del maestro spirituale, delle Scritture e delle persone sante"... è il frutto maturo della conoscenza Vedica, anche all'inizio dello Srimad Bhagavatam è spiegato "frutto maturo della conoscenza Vedica perché narra direttamente della Persona Suprema".
Perciò il quindicesimo capitolo della Bhagavad-gita spiega che Dio è una persona; che la cosiddetta realtà che noi vediamo ha una certa esistenza solo in virtù della realtà originale. Tutte le altre filosofie o dottrine religiose non riescono a spiegare il perché dell'esistenza di questo mondo.
La dottrina buddista o anche impersonalista in genere... buddisti o impersonalisti è la stessa famiglia... sono cugini, fratelli o cugini... alcuni credono che esista un "vuoto" senza forma e senza attributi, uno stato di non esistenza al di là della manifestazione cosmica; altri credono invece che esista uno stato di esistenza impersonale... è la stessa cosa... dire che diventi un "vuoto" o che diventi "una luce impersonale" non fa tanta differenza... queste persone però non possono spiegare come e perché esiste questo mondo materiale, dicono che è fatto d'ignoranza, dicono che è illusorio ma... illusorio... illusione o miraggio... dove pure avere un'origine. Quando si cammina... i mayavadi dicono... uno sopra pensiero scambia un pezzo di corda per un serpente... "Oh, c'è un serpente"!... poi si rende conto che è pezzo di corda, non è un serpente... il serpente non c'è... è verro!... questo mondo materiale è un pezzo di corda, non è un serpente (il serpente lo prendiamo come realtà)... è un pezzo di corda, non è un serpente, ma perché hai paura? Perché da qualche parte un serpente deve esistere!... altrimenti perché avresti paura del serpente?! Se non esistesse un serpente in alcun luogo e in alcuna circostanza, perché scambieresti un pezzo di corda per un serpente? Perché avresti paura? Ora noi scambiamo questo mondo per realtà... sì è vero, non è realtà... le forme svaniscono... le forme dei corpi... le forme delle famiglie... delle case... delle città... tutto svanisce nel tempo, ma perché li scambiano per veri? Perché da qualche parte esiste una vera forma corporea... una vera famiglia... una vera casa altrimenti perché li scambieremmo per veri?!
Per cui il punto è che marcatamente questo capitolo della Bhagavad-Gita delinea chiaramente l'esistenza di un mondo spirituale, di una realtà nella quale esistono forme, suoni e persone e fra le persone, Krsna spiega:



VERSO 16


dvav imau purusau loke
ksaras caksara eva ca
ksarah sarvani bhutani
kuta-stho 'ksara ucyate

...ksaras caksara... "ci sono esseri fallibili e infallibili, ma Io trascendo i fallibili e gli infallibili, sono glorificato come la Persona Suprema".
Questo capitolo delinea chiaramente l'esistenza di un mondo in cui gli esseri sono infallibili e che l'illusione non è altro che il riflesso della realtà e Krsna è il Dominatore di entrambi questi mondi. E' spiegato molto logicamente ed esaurientemente... chi si arrende alla Persona Suprema ottiene il fine dello yoga.
Hare Krsna.










XVI° CAPITOLO


NATURA DIVINA E DEMONIACA


Siamo al sedicesimo capitolo della Bhagavad-Gita, terzultimo capitolo. In questo capitolo, Krsna parla ad Arjuna della natura divina e della natura demoniaca e rassicura Arjuna, all'inizio del capitolo, dicendo a Lui che lui è di natura divina di non preoccuparsi. Come al solito dò un breve riassunto prima di cominciare a spiegare. Poi Krsna va nei dettagli nello spiegare la natura demoniaca e alla fine, dice ad Arjuna che bisogna liberarsi della lussuria, dalla avidità e dalla rabbia e vivere secondo le direzioni che danno le Scritture se si vuole raggiungere la destinazione suprema cioè la perfezione della vita. Questo è il capitolo che appunto inizia con la descrizione da parte di Krsna delle due nature.
Krsna inizia parlando della natura divina; questo è un verso così interessante che leggeremo la traduzione:



VERSI 1 - 3

Il Signore Beato disse: "L'assenza di paura, la purificazione dell'esistenza, lo sviluppo della conoscenza spirituale, la carità, il controllo di sé, il compimento dei sacrifici, lo studio dei Veda, l'austerità e la semplicità; la non violenza, la veridicità, l'assenza di collera; la rinuncia, la serenità, l'avversione per la critica, la compassione, l'assenza di cupidigia; la dolcezza, la modestia e la ferma determinazione; il vigore, il perdono, la forza morale, la purezza, l'assenza di invidia e di sete di onori. Queste sono, o discendente di Bharata, le qualità trascendentali degli uomini virtuosi, degli uomini di natura divina."
Questo è l'unico verso nel quale Krsna descrive la natura divina, in questo capitolo, e non Si dilungherà oltre perché ha già parlato della natura divina nei capitoli precedenti, il nono capitolo ed altri.
Ora leggiamo due o tre pagine di spiegazione di ognuna di queste qualità e poi continuiamo parlando della natura demoniaca.



Spiegazione da Srila Prabhupada

L'inizio del quindicesimo capitolo descriveva l'albero baniano che rappresenta il mondo materiale, le cui radici secondarie sono le azioni, talvolta favorevoli, talvolta sfavorevoli, degli esseri viventi.
Il nono capitolo parlava dei deva, gli esseri di natura divina, e degli asura, quelli di natura demoniaca. Secondo gli insegnamenti Vedici, le attività guidate dalla virtù sono favorevoli al progresso verso la liberazione e sono considerate di natura spirituale, o deva-prakrti. Gli uomini di natura spirituale avanzano sulla via della liberazione, mentre quelli che agiscono sotto l'influenza della passione e dell'ignoranza non hanno alcuna possibilità di raggiungere la liberazione. Essi dovranno rimanere nel mondo materiale, o nella forma umana o nelle specie animali o in forme di vita ancora più basse.
In questo capitolo il Signore spiega sia la natura divina, o spirituale, sia la natura demoniaca, con i loro rispettivi attributi, mettendone in rilievo gli aspetti positivi e negativi.
Qui comincia a spiegare quelle che sono le caratteristiche divine. Fa un breve resoconto della vita secondo il varnasrama-dharma e i garbhadhana cioè per nascere di natura divina bisogna essere stati concepiti in un certo modo, in una certa maniera.
Garbhadhana significa dei sacrifici tesi allo scopo di far nascere un figlio con una certa mentalità; secondo le Scritture Vediche uno non nasce con una certa mentalità a caso, ma una certa anima è piazzata in un certo utero in accordo alla coscienza dei genitori cioè viene mandato l'inquilino in accordo alla coscienza dei proprietari dell'appartamento.
Il varnasrama-dharma poi determina la formazione personale dell'individuo in accordo alle sue tendenze.
Poi parla del Brahmana: il brahmana è la posizione migliore... e del sannyasi nell'ambito del varnasrama-dharma. Comincia spiegando le seguenti qualità: Abhaya: assenza di paura. Innanzitutto, il sannyasi dev'essere senza paura. Dovendo vivere da solo; senza alcun sostegno e neanche la certezza di un sostegno, non può che dipendere totalmente dalla misericordia di Dio, la Persona Suprema. Chi si preoccupa ancora di come sarà protetto una volta troncati i legami con la famiglia e la società, non dovrebbe accettare il sannyasa, l'ordine di rinuncia. Si deve essere fermamente convinti che Krsna, la Persona Suprema, Si trova sempre nel cuore di ognuno nel Suo aspetto localizzato di Paramatma, quindi Egli vede e sa sempre tutto delle nostre intenzioni.
Bisogna possedere anche una ferma fede, la sicurezza che Krsna, come Paramatma, protegge l'anima che si è abbandonata a Lui. Si deve pensare: "Non sono mai solo. Anche se andassi... a vedere nel cuore della foresta più oscura Krsna sarebbe con me e mi darebbe ogni protezione". Colui che possiede questa convinzione questa convinzione è abhaya; senza paura. Tale stato d'animo è indispensabile al sannyasi.
Una volta il sannyasi non aveva nessun rifugio cioè era un mendicante e errava senza fissa dimora, moriva... da un punto di vista sociale; nella nostra era il sannyasi è vivo, è preso per la predica... è un altro discorso diciamo; ma comunque il fatto di non avere paura, mancare di paura è essenziale perché anche per predicare la coscienza di Krsna bisogna essere senza paura... molte volte si predica la coscienza di Krsna e si è, Prabhupada diceva, attaccati o non si è compresi o ci si rende delle persone ingrate per familiari, parenti, ecc... per cui tutti i devoti che fanno parte di questo movimento predicatori che vivono nello spirito di sannyasi, che vivono nello spirito di dedicarsi alla predica, rischiano qualche volta perché... mi ricordo al Tempio di Roma, agli inizi, genitori che venivano con la pistola... "Dov'è mia figlia"?... con la pistola puntata... "ti sparo in testa se non mi dai mia figlia"... allora, chi predica la coscienza di Krsna deve affrontare questi rischi.
Sattva-samsuddhi: purificazione dell'esistenza. Il sannyasi deve purificare la sua esistenza seguendo i numerosi principi stabiliti a questo fine. Il più importante consiste nella severa proibizione d'intrattenere relazioni con una donna. Al sannyasi è perfino vietato parlare con una donna in un luogo solitario.
Sri Caitanya Mahaprabhu, il Signore in Persona, diede l'esempio del sannyasi perfetto: quando Si trovava a Puri, i Suoi discepoli di sesso femminile non potevano avvicinarsi a Lui neanche per offrirGli i loro omaggi, ma erano invitate a prosternarsi tenendosi a una certa distanza.
Non bisogna vedere in questo un'avversione per le donne; è solo un dovere del sannyasi non intrattenere relazioni con loro. Se vuole purificare la sua esistenza, l'uomo deve rispettare le regole prescritte per il varna e l'asrama a cui appartiene. Nel caso del sannyasi è severamente proibito intrattenere qualsiasi legame con le donne e possedere ricchezze per la gratificazione dei sensi.
Sri Caitanya Mahaprabhu fu un sannyasi perfetto e durante la Sua vita fu estremamente severo nel Suo comportamento verso le donne.
Qui poi c'è una breve menzione di un sannyasi che si chiamava Chota Haridasa, Haridasa il giovane, Haridasa il piccolo, Chota significa piccolo, che era stato bandito da Sri Caitanya Mahaprabhu perché aveva parlato semplicemente con una donna, tra l'altro di età anziana, si chiamava Madhavi Devi, e le aveva chiesto un po' di riso da cucinare a Caitanya Mahaprabhu... è stato bandito da Caitanya Mahaprabhu... il punto è che Caitanya Mahaprabhu voleva chiarire che doveva esserci uno standard perfetto se uno voleva accettare l'ordine di rinuncia, di sannyasi, per non dare modo nel futuro a persone che volessero usufruire dell'ordine di rinuncia per altri scopi, di trarre vantaggio da un Suo liberalismo, da una Sua attitudine liberale per cui era stato, oltre modo rigido.
E poi c'è la continuazione nella descrizione di queste qualità: Jnana-yoga-vyayasthiti: sviluppo della conoscenza spirituale. Significa che i sannyasi devono portare conoscenza spirituale ai capi famiglia e alle persone che vivono nelle loro case; insomma un sannyasi deve essere: senza paura, puro e pieno di conoscenza.

Dana: carità. Gli atti di carità sono in particolare per i grhastha. Gli uomini di famiglia, infatti, dovrebbero guadagnare onestamente la loro vita e devolvere metà dei loro guadagni a quelle istituzioni che si occupano di diffondere la coscienza di Krsna in tutto il mondo. La carità infatti deve essere offerta a uomini che ne sono degni. Come spiegherà in seguito la Bhagavad-Gita, esistono diversi tipi di atti caritatevoli, quelli sotto l'influsso della virtù, della passione e dell'ignoranza.
Questo sarà il prossimo capitolo che leggeremo; ci descriverà come mangiare, si può mangiare in virtù, in passione e in ignoranza come si può fare carità in virtù, passione e ignoranza... ma questo è il prossimo capitolo.
L'unico scopo della carità dev'essere quello di aiutare a diffondere la coscienza di Krsna nel mondo. Questa è carità nella virtù.
Dama: il controllo di sé. E' una qualità propria di tutti i varna, ma è soprattutto una qualità del grhastha, sebbene viva in compagnia di una sposa, il grhastha deve astenersi dall'impiegare senza freno i suoi sensi nei piaceri sessuali. Egli è tenuto a osservare delle regole che riguardano anche la vita sessuale, che non deve avere altro fine che la procreazione. E se il grhastha non ha intenzione di avere figli, gli sposi dovranno astenersi dai piaceri sessuali. Oggi gli uomini fanno uso di contraccettivi e di metodi ancora più abominevoli (parla dell'aborto) per godere dei piaceri sessuali senza doversi assumere la responsabilità che implica la nascita di un figlio. Questo non è certo un sintomo della natura divina, ma è un attributo demoniaco. Chiunque desideri avanzare sulla vita spirituale, anche se è sposato, deve controllare la sua vita sessuale e generare della prole solo per servire Krsna. Se un uomo è sicuro che i suoi figli diventeranno coscienti di Krsna, può metterne al mondo anche centinaia, altrimenti è meglio non indulgere negli atti sessuali solo per godere del piacere dei sensi.
Questo naturalmente nella società moderna è qualcosa di molto difficile da digerire perché la gente trova così poche alternative di vero godimento, di vera soddisfazione al sesso che praticamente si getta, si tuffa sempre lì. In questo senso l'umanità è sfortunata, ha praticamente bandito tutte quelle pratiche spirituali, quella mentalità che poteva dar loro una soddisfazione superiore e rimane soltanto con la soddisfazione di carattere sessuale, e anche quella, ormai vediamo come ogni cosa nel mondo materiale ha una sua esistenza o un suo interesse limitato, così anche l'interesse sessuale come è inteso in senso classico... come storie d'amore... sono sempre più rimpiazzate da storie distorte e abominevoli, per cui aumento dell'omosessualità, aumento delle aberrazioni o perversioni sessuali addirittura fino al punto in cui si legge e si sente parlare di questo Pier (?)... Questo che ha scritto un libro best-seller in tutto il mondo ...questo giapponese che amava così tanto questa ragazza olandese che se l'è mangiata... l'amava al punto tale di mangiarsela... in diciotto giorni se l'è mangiata e questo ha fatto solo un anno di manicomio e due anni di prigione, in Giappone è libero, è miliardario e scrive un sacco di libri, fa dipinti di cosce con forchette infilate dentro... vende un sacco di cose insomma... lui va a vedere un film e dice: "E' un bel film, mi sarei mangiato la protagonista"... così... però la gente compra i suoi libri perché vende migliaia, milioni di libri. Allora dalla passione si passa all'ignoranza, ci si degrada giù nell'ignoranza. Ignoranza significa che una persona può compiere gli atti più abominevoli e soltanto per l'interesse o la curiosità o la mania sfrenata di sperimentare qualcosa che lo scuota dal torpore nel quale si sta calando, perciò il principio base è quello di gratificare i propri sensi in modo sregolato e incontrollato, quello porta necessariamente all'ignoranza. Quindi Dama: il controllo di sé è importante.
Yajna: il compimento dei sacrifici. Anche questo è destinato in modo particolare al grhastha perché richiede grandi ricchezze che i membri degli altri varna - brahmacari, vanaprastha e sannyasi, non possiedono, vivendo di elemosine.
E qui parla dei sacrifici che si facevano in altre ere. In questa era il sacrificio, il canto del maha mantra:

hare krsna hare krsna
krsna krsna hare hare
hare rama hare rama
rama rama hare hare

E' quello più importante, non costa tanto. Prabhupada ha detto: "Costa molto poco, anche un operaio metalmeccanico. che riesce appena, appena pagare l'affitto e mangiare, può fare il sacrificio del maha mantra". Bene, ci sono molte altre qualità, ne cito soltanto qualcuna: Svadhyaya: studio dei Veda; Tapa: austerità; Arjava: semplicità.
Il brahmacari specialmente deve avere queste qualità, deve studiare, deve essere semplice. Ahimsa: non violenza, questa è per tutti. Non interrompere il ciclo evolutivo di alcun essere, non fare del male a nessuno per cibarsene o per sfruttare la sua pelle o il suo pelo... Anche l'ahimsa è importantissima... una persona nella violenza della sofferenza altrui, non può purificarsi e non può capire la natura spirituale, la natura divina.
Satya, la veridicità. E l'ultima qualità rimasta kali-yuga. Uno deve essere guidato per capire ciò che è reale e ciò che non è reale e deve rifarsi alle Scritture rivelate, ma anche questo come concetto di veridicità è poco gradito dalle persone materialiste... dalla gente di quest'era, loro credono di più nella ricerca scientifica..."quello che i miei sensi possono darmi, quella è la verità"... mentre veridicità significa rifarsi all'esperienza di anime realizzate e, alla fine, di fronte all'esperienza trascendentale e perfetta del Signore stesso, come Lui parla nella Bhagavad-Gita.
Akroda: controllo della collera. Quella viene automaticamente controllata se uno controlla la lussuria. Generalmente la collera sopravviene se c'è lussuria repressa.
Apaisunam: avversione per la critica. Non cercare i difetti negli altri o sentirsi i difensori i difensori della verità o della perfezione cercando di correggere sempre gli altri quando anche non ce n'è necessità o non è la nostra posizione nel farlo.
Hri: modestia; Acapala: determinazione; Teja: vigore; Sauca: purezza, ecc... Queste sono le qualità divine.
Un uomo dovrebbe vivere una vita tale da permettergli di sviluppare queste qualità... però esiste l'altra natura, quella natura che è caratterizzata dalla arroganza, dall'orgoglio, collera, superbia, rudezza e ignoranza; Krsna dice che sono le qualità degli uomini di natura demoniaca. Queste persone sono assolutamente coinvolte di se stesse, sono così certe di non essere dipendenti da nessuno e di non avere bisogno di un Dio che li guida... di poter gestire e organizzare la vita in modo tale da superare tutti gli ostacoli, tutti i problemi dell'esistenza, porre rimedio a tutto con le proprie forze. Sono persone molto arroganti, orgogliose, naturalmente sono anche rudi, rozzi e collerici perché nella dura lotta per l'esistenza perdono sempre e anche quando credono di riuscire a vincere, sono così impegnati in questa lotta che non trovano posto nel loro cuore per sentimenti dolci e per arrendevolezza, per non violenza, per veridicità, ecc... "devono" nella lotta senza quartiere... specialmente in kali-yuga senza quartiere... "devono manifestare queste qualità per essere vincitori, per sopravvivere. Lotta per l'esistenza significa lottare contro la natura materiale che si manifesta:
- nella forma della propria mente;
- del proprio corpo con tutto quello che comportano;
- degli altri esseri che ci attorniano;
- degli eventi naturali.
E allora si vedono persone che per vincere la propria mente e i problemi del proprio corpo, come prendono regolarmente tutti i tipi di medicine... invece che risolvere il problema alla radice, cercano di modificare la loro condizione psicologica prendendo medicine, farmaci, ecc... per avere una situazione stabile, eppure gli istituti di salute mentale sono sempre più pieni di queste persone. Il corpo: Quando arriva la vecchiaia, cercano di rappezzarlo, di metterlo a posto per il godimento sessuale, sono sempre lì a lottare. Gli altri esseri viventi: euh! persone che sono antagoniste in un campo in un ufficio, o in un campo affaristico, o in un campo politico... sono costantemente presi a meditare come distruggere il nemico come eliminare gli ostacoli che si parano davanti. Gli elementi naturali: lottano, mandano razzi in cielo... costruiscono ripari, rifugi contro il mal tempo... dighe, contro questo, contro quello... sono sempre preoccupati e perdono sempre, alla fine, però talmente è
forte il loro desiderio di confrontarsi con Dio, di non soccombere... quella che loro chiamano sconfitta... che fanno delle filosofie, mandano avanti per centinaia, migliaia di anni delle cosiddette culture della vita demoniaca e quello a cui arrivano è schiavitù, all'inferno, dice il verso seguente. "Mentre le qualità divine portano alla liberazione, le altre portano alla schiavitù." Esattamente. Perciò, questa gente che sviluppa qualità demoniache è in una condizione estremamente miserabile e il loro futuro è nero.
Comunque Krsna rassicura Arjuna: "Non ti preoccupare, tu sei una persona che ha qualità divine" lo rassicura perché il primo impulso di una persona che ha qualità divine è pensare subito: "Oh! Ma anch'io sono arrogante, anch'io"... cioè il pensare di applicare queste cose a se stesso nel senso di... è umile, per cui non è come quello che dice: "Ah! io non ho sicuramente queste qualità demoniache, sono privo di arroganza, sono privo di questo di quell'altro, sono veramente perfetto"... quello sbaglia.
Allora naturalmente Arjuna pensava: "Oh, mi sta spiegando tutte queste cose, probabilmente Krsna ne sta discutendo perché ha visto qualcosa in me... "allora Krsna lo rassicura: "Tu sei di qualità divine". Perché di qualità divine? Perché è arreso a Krsna! Quello è il punto. Il punto è la resa al Signore Supremo, infatti la caratteristica peculiare del deva , della persona che è dotata di qualità divine, è che vive secondo le Scritture. Anche il termine sanscrito santo significa in realtà... parlavo con uno studioso di etimologia... significa: uno che segue le Scritture praticamente... uno che segue a menadito le Scritture, non un topo di biblioteca ma una persona che mette in pratica, nella propria vita, le Scritture, queste sono le persone di qualità divina.
Cioè Krsna rassicura Arjuna. Arjuna sta seguendo l'essenza di tutte le Scritture che è Krsna... sta di fronte a Lui; mentre invece non dà sicuramente molta speranza a coloro che sono demoniaci, a coloro che sono asura, infatti li descrive dicendo:



VERSO 7


pravrttim ca nivrttim ca
...jana na vidur asurah
na saucam napi cacaro
na satyam tesu vidyate

Loro non sanno ciò che deve essere fatto e ciò che non deve essere fatto... jana na vidur asurah... l'asura non sa ciò che deve fare... non lo sa... perché?... perché non ha uno standard, non ha una norma di vita... la norma se la crea lui... non accetta la norma che "nella vita bisogna basarsi su questi criteri che provengono da Chi mi ha dato la vita, da Chi ha creato la condizione per me per vivere"... no!... "la norma la creo io! la norma cambia"!
Su quale principio di base cambia la norma? Quello della propria gratificazione dei sensi: "Adesso, in questa fase della mia vita, mi piace fare questo, mi rende felice, per cui la norma è questo; in quest'altra situazione c'è un cambiamento di circostanze per cui quest'altra cosa penso mi renda felice, per cui cambio la norma. Modifico la norma" ma facendo questo lui non sa ciò che veramente dovrebbe essere fatto e ciò che non dovrebbe essere fatto, sa solo ciò che gli piace fare e ciò che non gli piace fare ma questo non è necessariamente ciò che deve essere fatto e ciò che non deve essere fatto. Una persona può essere malata e avere bisogno di una cura, delle restrizioni, ci vuole un medico che gli dica: "Questo lo devi mangiare, questo non lo puoi mangiare" non necessariamente ciò che lui sente di mangiare è ciò che è giusto che lui mangi, per cui la norma non deve essere stabilita da noi... dalle anime condizionate, deve venire da una fonte superiore, ma poiché non accetta la fonte superiore non ha mai la chiarezza su ciò che deve fare e su ciò che non deve fare nella vita. In più le altre descrizioni di Krsna:

na saucam napi cacaro
na satyam tesu vidyate

Saucam: è impuro esternamente e internamente e i suoi comportamenti sono sbagliati ...acarah... noi diciamo: pracarah acarah... pracarah è predica...acarah è comportamento... qui dice che l'esempio vale più della predica verbale... allora, non sanno neanche come comportarsi... ma satyam... e non c'è veridicità.
Satyam: purezza o pulizia. Uno si pulisce esternamente lavando il corpo. Vediamo che nella civiltà occidentale... un bagno alla settimana, una doccia... in India anche le persone meno abbienti fanno una, due e tre, in molti casi, docce al giorno.
Qualcuno dice: "Eh! è perché lì è tutto sporco, se no sai i microbi!... Sai quanto girano"!... No, non è quello il punto... qui non è che poi le cose siano tanto più pulite... ma diciamo senza andare troppo nei particolari; la civiltà occidentale, la cosiddetta civiltà occidentale con locali asettici, questo e quell'altro, però non si lava le mani neanche... Prabhupada dava questo esempio:
"Ho visto andando sull'aereo... vanno al bagno e... neanche si lavano le mani e poi mangiano" questo significa... na satyam... non c'è senso di pulizia.
Pulizia esterna è tenere il corpo pulito, pulizia interna è la pulizia della mente cioè cantare i Santi Nomi di Dio e pensare ai passatempi e divertimenti del Signore, portare la mente verso la natura divina; invece la sporcizia della mente è: tutte le diverse cose che vanno avanti sulla gratificazione dei sensi o sull'invidia e la collera o questo e quell'altro. Allora, bisogna essere puliti.
Comportamento: non sanno come comportarsi. Abbiamo già menzionato prima, ci sono tutti i garbhadhana per la nascita di un figlio e anche le regole di condotta che governano una società civile. Per esempio: la donna non deve avere libertà, più di tanto, perché è paragonata a un bambino... allora ci sono subito persone che insorgono e che dicono: "Allora si vuole schiavizzare"... No!. Se uno non dà la libertà a un bambino non significa che lo rende schiavo... non significa che lo rende schiavo... se hai un figlio e vuoi proteggerlo non gli dai la libertà di movimento che magari può anche farsi del male, ecc... ...limiti la sua libertà... ciò significa che lo rendi schiavo? No, significa che lo stai proteggendo.
Prabhupada diceva: "Il movimento femminista è stato creato da uomini esperti, astuti che hanno detto"... liberati, emancipati anche tu, sii emancipata, perché solo l'uomo può andare a gratificarsi sessualmente? Gratificati anche tu!... "e l'uomo intanto pensa: tanto incinta rimani tu, abortire devi abortire tu, i problemi sono tuoi alla fine".
Questo Prabhupada diceva, per cui è un mito questo del movimento di liberazione della donna... dovrebbe esserci un movimento di protezione della donna, questo si è auspicabile.
Comunque... condotta... acaram... sono i libri della manu-samhita che danno queste indicazioni, ecc... Ripetiamo, invece gli asura manifatturano delle nuove filosofie per poter sfruttare meglio le persone più ingenue.
Veridicità in Kali-yuga. Anche la veridicità sta scoprendo perché se uno è veritiero... "Come si fa"?... ...uno dice, alza le braccia al cielo e dice: come si fa ad essere veritieri con l'ufficio delle tasse?... in kali-yuga ti tolgono anche la carne, ti scarniscono le ossa... ti lasciano solo con le ossa! "Allora poiché non sono veritieri neanche i leaders della società, il tutto va a bancarotta... va a finire male praticamente.
Anche la veridicità sta scomparendo in kali-yuga, ma l'asura particolarmente non è veritiero perché... Prabhupada, ogni tanto si arrabbiava con gli scienziati, ogni tanto li chiamava mascalzoni... persone che andavano a insegnare cose che sapevano essere soltanto delle congetture, e le insegnavano come la verità; oppure che negavano arrogantemente degli aspetti così palesi, dei riscontri così palesi dell'esistenza di Dio, dell'esistenza di una intelligenza superiore, ...li chiamava mascalzoni. Questo è un altro aspetto del kali-yuga, tutti possono dire quello che vogliono, non c'è una norma per interpretare le Scritture, non c'è una norma per comprendere... infatti il verso seguente dice:



VERSO 8


asatyam apratistham te
jagad ahur anisvaram
aparaspara-sambhutam
kim anyat kama-haitukam

Asatyam Apratistham Te... questo mondo è irreale, non ha fondamento... questa è la filosofia asurica per eccellenza, la filosofia mayavadi, tutto è illusione... non esiste nulla... l'unico principio reale è la combinazione negativo-positivo... l'energia si combina con una forma di rapporto sessuale rudimentale e tutto si mette in moto... l'azione e la reazione va avanti... un figlio nasce perché si uniscono un uomo e una donna, non c'è altro, e non c'è legge del karma, non c'è anima che entra nel corpo, la coscienza è frutto della materia e il tutto alla fine viene dissolto in un oceano di atomi o di energia materiale oppure di luce che dir si voglia... siccome l'essere viene da un brodo, ritorna ad essere brodo. Oppenheiner, quello che ha fatto la bomba atomica, ha visto l'esplosione della bomba e ha detto... ha citato un verso della Bhagavad-gita... ha detto: "...come se diecimila soli sorgessero" cioè l'undicesimo capitolo della Bhagavad-Gita... lui; per lui che ha visto la bomba e quel che ha fatto la bomba ...diecimila soli... perché alla fine dei conti nella mentalità dell'asura, se siamo solo energia materiale (tutte queste bollicine di carne con un po' di coscienza dentro, che vengono e stanno per qualche anno che nel tempo cosmico sono irrilevanti, pieni di problemi, ecc...) se ci sono o non ci sono che differenza fa?... se possiamo, anche l'eliminazione dei problemi nella forma delle divinazioni degli esseri, va bene anche quello perché per "soltanto energia materiale" che siamo solo "una zuppa nucleare" che manifesta due gambe invece che quattro tentacoli... due braccia e che sta eretta ...ci sta per un po' di tempo e poi finito... ...che differenza fa alla fine anche mangiarsi un altro umano oppure che differenza fa ammazzare animali e coprirsi di pelle, capito?, alla fine non c'è tanta differenza... allora, questa è la filosofia atea per eccellenza, e l'esempio che viene dato è che uno la notte dorme, sogna molte cose poi alla mattina si sveglia e non c'è più niente... allora tutto questo è un sogno... scompare... non c'è più il concetto anche di anima, di corpo, anche di sogno ...non c'è più niente... quando muori, finisce tutto, arrivederci... muori e finisce tutto per cui perché preoccuparsi?... questa è la mentalità asurica.
Anisvaram significa: non c'è nessun controllo... non c'è un Controllore... non c'è nessuna protezione che puoi avere perciò... niente... questa è la mentalità demoniaca.
Krsna dice qui:



VERSO 9


Partendo da tali conclusioni, demoniaci smarriti e privi di intelligenza si dedicano a opere dannose e infami, che mirano a distruggere il mondo".

Sembra quasi impossibile che negli ultimi quaranta - cinquanta anni gli uomini abbiano accumulato un potere distruttivo pazzesco... 30.000 testate nucleari russe... trentamila... ne bastano quindici per distruggere l'Italia... trentamila bastano per distruggere il mondo non so quante volte... tutta la popolazione del pianeta... ha accumulato una forza distruttiva incredibile... e l'America, di più... ancora di più... quanta follia!... perché le loro conclusioni sono sbagliate, la loro conclusione è che devo identificarmi con questo corpo e più sono orgoglioso, arrogante, forte in questo senso e più sono protetto, esattamente l'opposto della conclusione di: più dipendo dal Signore e meno cerco di organizzare la mia vita per difendere me stesso dalla natura materiale in qualsiasi modo si presenti, più sono protetto... per cui sono esattamente l'opposto. Continua la descrizione, da parte di Krsna, della natura demoniaca.
Naturalmente tutta questa gente vive tutta l'esistenza spremendo al massimo i propri sensi... "Più posso gratificare i miei sensi, più ho raggiunto il successo. Se sono soltanto anche una zuppa molecolare, non ci voglio pensare"... spingere fino alla fine nella direzione distorta... e infatti adesso sta venendo in auge anche l'isterismo dell'eutanasia... "Se non riesci più a gratificarti i sensi, perché andare avanti con la vecchiaia?... tante sofferenze... si propone un modo per morire tranquillo, piacevole, perché non lo prendi subito? perché non lo accetti"?.
E per gratificare i sensi, lo abbiamo già detto, e Krsna ribadisce in uno di questi versi che uno è disposto a fare qualsiasi cosa e a distruggere gli altri.



VERSI 13-15

L'uomo demoniaco pensa: "Oggi possiedo tutte queste ricchezze e secondo i miei piani ne guadagnerò sempre più. Ora tutto questo è mio, e domani avrò di più, sempre di più! Quell'uomo era fra i miei nemici e io l'ho ucciso; quando sarà il momento ucciderò anche gli altri. Sono perfetto, potente e felice...
Che poi venga ucciso soltanto moralmente o venga ucciso fisicamente non fa tanta differenza; il fatto è di riuscire a vincere in questa lotta per l'esistenza, questo è il punto che li muove.
Qui, dice anche che qualche volta si credono falsamente religiosi e allora fanno dei sacrifici soltanto esteriori, la realtà è che loro non riescono a sacrificare il loro senso d'indipendenza da Dio ma se l'ambiente sociale lo richiede, sono anche religiosi. Sono famosi quelli che, in Sicilia forse, ammazzano uno e poi vanno in chiesa, al funerale di quello che hanno ammazzato... questa è la mentalità... allora, se serve a far vedere in qualche modo... quello era proprio un esempio limite... se bisogna far vedere che si va in chiesa o dare delle donazioni per essere considerati dei probi viri, degli uomini onesti, bè! sono disposti a farlo. Krsna dice però che poi li getta negli uteri demoniaci.
Queste persone non sanno che dopo c'è una reazione a quello che stanno facendo e quando il loro presente corpo finirà, verranno inseriti in uteri demoniaci, cioè nasceranno in famiglie che hanno la mentalità demoniaca e sono soltanto tesi alla gratificazione dei sensi e alla negazione dell'esistenza di Dio per cui loro portano ulteriormente avanti questa mentalità... avidhi-purvakam... di vivere non secondo le regole o le istruzioni date dalle Scritture, ma vivere secondo il loro capriccio.
Krsna conclude il capitolo dicendo semplicemente che questa rabbia - lussuria e avidità che sono caratteristiche della persona nell'ignoranza, devono essere abbandonate. Se uno abbandona queste qualità basse, allora può comprendere la natura spirituale; l'alternativa è andare all'inferno, infatti rabbia - lussuria e avidità sono le tre porte che conducono all'inferno... ha detto... se uno coltiva la rabbia o coltiva la lussuria o l'avidità, è molto, molto difficile che riesca a sviluppare una affinità per il servizio devozionale... come può farlo?!. Per cui una persona intelligente deve stare il più lontano possibile da queste porte.
Tutti noi abbiamo due tendenze, una è quella verso il sacrificio e l'altra è quella verso il capriccio. Se noi facciamo qualcosa che non dovremmo fare, è detto che quello è lussuria e se non facciamo quello che dovremmo fare, quello è capriccio. Austerità significa che quando non devo fare qualcosa, non la faccio... tapasya, sacrificio... quando devo fare qualcosa, la faccio; uno si libera così dalla lussuria e dal capriccio, la rabbia e l'avidità e allora apre il proprio cuore alla coscienza di Krsna, alla natura divina. Altrimenti uno sarà portato sempre più coscientemente... per difesa... perché si complicherà la vita in modo tale da avere sempre più bisogno di difendersi... una persona crede: "be, adesso arrivo fino a questo punto poi non lotterò più per l'esistenza"... no, non è mai finita!... arriva a quel punto lì, ma pensa che gli altri lo lascino tranquillo?!. No... dovrà difendere nuovamente... dovrà difendere nuovamente... non verrà lasciato tranquillo dalle situazioni naturali, dagli esseri viventi, dalla sua mente e dal suo corpo, allora sempre più coscientemente dovrà infrangere le leggi delle Scritture per difendere, per mettere su la scorza dura per andare avanti. Questa è la legge del mondo materiale.
Chi invece riesce a trovare... il sistema per esaurire questo tipo d'impegno nell'esistenza materiale... come?... attaccandosi alle istruzioni di Krsna, attaccandosi alla guida del Signore, dipendendo dal Signore, lasciando il falso senso d'indipendenza, di arroganza, alla sfida nei confronti del Signore, quelle persone riescono a raggiungere la suprema destinazione. Concludiamo dicendo: in questa era di kali, Caitanya Mahaprabhu è stato molto gentile perché nessuno avrebbe voluto sacrificarsi in alcun modo... troppo difficile!... e allora ha portato il canto dell'Hare Krsna Mantra... citazione in sanscrito, che significa...: "Non importa se sei grhastha, se sei sannyasi, se sei vanaprastha, vaisya_ ksatriya, sudra, brahmana... non importa, canta questo Santo Nome del Signore e raggiungerai la suprema destinazione".
Perciò, in conclusione, le qualità divine sono quelle che vengono dalla dipendenza e dal senso di servizio... dalla resa a Krsna; le qualità demoniache sono quelle che vengono dalla passione e dall'ignoranza cioè dallo sviluppo sempre maggiore di una indipendenza dal Signore... Adhama... credere di se stessi come un qualcosa separato da Lui.
Hare Krsna.










XVII° CAPITOLO


LE DIVISIONI DELLA FEDE


In capitolo che trattiamo questa sera, è il penultimo della Bhagavad-Gita, ma l'ultimo il diciottesimo capitolo è considerato un riassunto della Bhagavad-Gita per cui da un certo punto di vista, questo può essere considerato l'ultimo della Bhagavad-Gita.
In questo capitolo Arjuna, all'inizio, chiede a Krsna: "Che cosa accade?... Che tipo di fede ha una persona che è sì piena di fede ma non in qualcosa che hanno definito le Scritture, in un Dio che è stato ben delineato dalle Scritture rivelate, ma in un Dio che si sono inventati loro?... o in qualcosa in cui loro sentono di credere molto? ...cioè, che tipo di fede hanno... che qualità ha la loro fede?"
Questa domanda di Arjuna non è casuale; Krsna precedentemente nel sedicesimo capitolo "Natura divina e natura demoniaca", aveva spiegato che la divisione fra deva e asura cioè tra esseri divini e esseri demoniaci è la seguente... il criterio di discriminazione tra gli uni e gli altri è il seguente: i deva accettano i principi enunciati dalle Scritture, del guru e dei sadhu... guru - sadhu - sastra... principalmente le Scritture che sono il cardine intorno a cui ruota tutto il resto; gli asura no... gli asura fanno per conto loro.
Arjuna perciò chiede: "Ma se una persona sembra che abbia una fede forte, una fede sincera, intensa... per qualcosa che magari non è menzionato nelle Scritture, cos'è un asura o un deva?... che natura ha la sua fede?... di che qualità è"?.
Krsna risponde immediatamente dicendo questo in sostanza: se una persona non ha fede nelle Scritture allora la sua fede appartiene alle tre influenze della natura materiale, cioè può essere di tre tipi. Fede nelle Scritture significa fede nella Verità Assoluta, nella reale Persona Suprema, in Dio... veramente in Dio, perché le Scritture descrivono la natura - la forma - la posizione - il nome di Dio... i veri nomi. Forma, qualità, attività di Dio, ma se uno non ha fede direttamente in ciò che le Scritture menzionano, allora la sua fede o è sotto l'influenza della virtù o è sotto l'influenza dell'ignoranza; questo è il verdetto di Krsna... e fede sotto l'influenza materiale rimane fede materiale... non è fede spirituale, checché uno creda... checché uno pensi... non è fede spirituale ma è fede materiale.
Se notiamo qualcuno che ha una fede molto intensa... dobbiamo sapere che il fatto di avere una fede forte, è generalmente caratteristica della virtù... caratteristica della virtù perché la fede forte e continua è un elemento che viene dalla coltivazione della virtù, poi... magari è mal risposta, però se c'è una certa intensità di fede allora quella è caratteristica della virtù e generalmente genera atti virtuosi... fa manifestare degli atti virtuosi... cioè chi ha una fede molto forte vuol fare qualche cosa di virtuoso, di buono per gli altri, ciò nonostante la fede sotto l'influenza della virtù non è la fede nella pura virtù cioè nella virtù trascendentale ma è sempre una fede materiale. Allora, chi adorano coloro che sono nella divisione della fede in virtù materiale? Chi è il loro oggetto di adorazione? Generalmente i deva - gli dei - le personalità che governano l'universo... gli impersonalisti adorano gli esseri celesti - i deva, perché loro sono convinti che sia Visnu che gli altri deva sono tutti prodotti di una realtà unica - immutabile - indistinguibile e alla fine dopo aver venerato e adorato gli esseri superiori, gli esseri celesti, (generalmente hanno 5 murti che adorano: Visnu - Suria - Ganes - Durga e Laksmi Devi), loro adorano questi esseri celesti cercando poi di liberarli nella realtà impersonale, questo è il punto, questa è la loro idea, anche Visnu è uno scalino per entrare nel Brahmajyoti, nel brahman impersonale. Sono molto virtuose queste persone fanno magari anche delle austerità, ecc... ma non riescono a comprendere Dio , la Persona Suprema.
Alcuni però che arrivano al livello della virtù, riescono a comprendere che Dio è la Persona Suprema, che Visnu è Krsna perché la virtù è un punto di osservazione privilegiato per la realtà trascendentale, però molti nella virtù materiale si fermano all'adorazione dei deva o a pratiche liberatorie di emancipazione spirituale.
Coloro che invece (e la cui fede è sotto l'influenza della passione) adorano uomini potenti... uomini potenti o demoni. Prabhupada dà, proprio nella Bhagavad-Gita, resoconto di una persona a Calcutta che durante la seconda guerra mondiale adorava Hitler.
Gli Indiani sono molto pii... loro adorano in quel senso lì, nel senso del puja... ...l'adorazione è molto radicata... quella persona adorava ogni giorno Hitler, cioè significa che offriva fiori e incenso a Hitler... perché? Perché era un uomo d'affari e il fatto che fosse scoppiata una guerra gli aveva dato la possibilità di fare un'ingente quantità di denaro col mercato nero... allora dice: "Questa è tutta misericordia di Hitler"!... cioè, questa è la mentalità di una persona in passione... passionale... adora chi vede gli dà della facilitazioni materiali... un supporto... una situazione materiale... un uomo potente, un re, un monarca... ci sono queste persone!... c'erano quelli che adoravano Giulio Cesare... o Napoleone... o chicchessia...
...Allora, questa è la fede quando diventa forte sotto l'influenza della passione. Ignoranza significa invece avere fede negli spettri e in tutto ciò che è occulto, oscuro... nei morti... tutti questi riti sono sotto l'influenza dell'ignoranza... quando una persona sente di potersi rifugiare in questo tipo di esseri viventi, allora è condizionato dall'ignoranza... lo spiritismo... queste cose... tutta fede sotto l'influenza dell'ignoranza.
Krsna naturalmente ha già spiegato tutto questo nel quattordicesimo capitolo "Le tre influenze della natura materiale" che fine fanno quelli che muoiono in virtù, quelli che muoiono in passione e quelli che muoiono in ignoranza.
Prabhupada anche dà dei resoconti, nei villaggi in India, di persone che vanno ad adorare gli spettri. Gli spettri generalmente risiedono in un albero o in luoghi particolari con i fantasmi, e si vedono persone che li vanno ad adorare. Io personalmente ricordo: nel '77 tornando al Tempio di Bombay una notte ...molte persone fanno questi riti da quelle parti lì... tornando in taxi da Bombay città... a 20-30 Km., ricordo di aver visto vicino a un albero di imli, tamarindo... imli significa tamarindo, è un albero con molte foglioline piccoline dove risiedono generalmente questi fantasmi... c'era una persona davanti all'albero in uno stato di trans... ed era in uno stato di vero e proprio trans perché il suo corpo era rigido... infatti ci siamo fermati un attimo a guardare col taxista... il suo corpo era rigido... guardava l'albero e il baricentro del suo corpo era stato spostato così in avanti che sarebbe dovuto cadere ...cioè uno non ce l'avrebbe fatta a flettere il collo del piede in quel modo, era rigidissimo il corpo, si vedeva uno stato di tensione tale... piegato in avanti, adorava quest'albero e il baricentro del suo corpo era spostato così in avanti che sarebbe dovuto cadere ...cioè uno non ce l'avrebbe fatta a flettere il collo del piede in quel modo. Era rigidissimo il corpo, si vedeva uno stato di tensione... piegato in avanti, adorava quest'albero di imli dove generalmente risiedono i fantasmi, sembrava la corrente elettrica addosso.
Allora, questi sono quelli che adorano gli spettri o fanno le sedute spiritistiche ecc... allora, da dove vengono queste nature?... Questa fede? Vengono dall'influenza della natura materiale. Persone, si vede, che hanno nature diverse... verrà spiegato nel corso del capitolo poi, cosa significa essere situati in una influenza piuttosto che in un'altra, ma dobbiamo capire che queste diverse nature: La natura virtuosa che aspira a una certa elevazione... la natura passionale la natura ignorante... e la fede che uno ha in questi ambiti, vengono dalle influenze della natura materiale... vengono dai tre guna... cioè a una persona che non è situata nella pura virtù, nella coscienza di Krsna pura viene data una personalità, perché la personalità si contraddistingue dalla fede che uno ha. Dai desideri che uno ha... dal modo di vivere e di pensare che uno ha... cioè dal carattere di una persona; viene creata apposta dalle influenze della natura materiale in accordo a come l'anima si associa a queste influenze... a quale influenze si avvicina di più, allora: una personalità virtuosa è una persona pulita, ecc... ecc... adesso vedremo.
Il cibo, per esempio. Krsna parla del cibo. Una persona che si associa con l'influenza della virtù, ama un certo tipo di cibo che è un cibo succoso, dolce, ricco, grasso... Prabhupada spiega bene...
Grasso non significa grassi animali presi con violenza ma per grasso s'intende il latte e i suoi derivati, ecc... questo cibo nutriente aumenta la longevità e aiuta nella vita spirituale. Una persona che è situata sotto l'influenza della virtù ama questo tipo di cibi.
In modo differente una persona la cui personalità è costruita dall'influenza della passione predominantemente, che tipo di cibi ama? Ama cibi piccanti, salati, secchi, molto caldi, ecc... ha questo tipo di predilezione e lui gode con questo tipo di cibo come quell'atra persona gode con l'altro tipo di cibo... non è una questione di presa di posizione filosofica, è proprio una questione di una forma di fede... una forma di apprezzamento... di gusto proprio che c'è!... diversi gusti... diversi modi di vivere la vita, anche nel cibo.
Una persona ignorante ama cibi decomposti, cucinati molto tempo prima e maleodoranti... ci sono persone che vanno a comprare tutti questi formaggi fermentati o cose vecchie... che più vecchie sono meglio è, ecc... o altri cibi immenzionabili anche... insomma... c'è chi mangia lumache... di tutto mangiano... Una volta in una conversazione con Srila Prabhupada e il suo segretario Hari-Sauri e altri devoti, si stava proprio parlando di cibi sotto l'influenza dell'ignoranza... Hari-Sauri menzionava che in Francia vendono le api fritte ricoperte di cioccolata... una specie di cioccolatini con gli insetti dentro... Prabhupada menzionava che ci sono posti, in Tailandia o giù di lì in Indonesia, dove i devoti avevano aperto un piccolo centro di predica., e le persone lì come usanza hanno questo: mettono una giara fuori della porta e tutti gli animali che trovano, topi, scarafaggi, tutto... buttano tutto dentro a questa giara a macerare... lo lasciano lì per un anno... poi estraggono il liquido e lo mettono in bottiglie... le stappano e lo bevono!... sono centinaia e migliaia di persone che lo fanno da quelle parti lì, Tailandia, ecc.. e lo bevono nei momenti di festa insomma... Allora, i devoti avevano questo centro di predica e come tutti i devoti fanno, per fare festa alla Domenica cucinavano halava, ecc... con il ghi, non l'avessero mai fatto!... quelli si sono arrabbiati un sacco, sono andati lì e hanno detto" "Cos'è questa puzza che viene da questa casa"? Chi era! "Cos'è questo odore tremendo che non riusciamo a sopportarlo"? Era ghi, burro!! Allora a queste persone così sotto l'ignoranza, dà fastidio un'halava; un cibo cucinato con il ghi o con il latte non dà loro piacere... loro bevono quest'altra roba che preparano. E' così! E ci sono altri resoconti, ma ecco... si può capire qual è l'influenza che governa il cuore di un a persona anche vedendo il cibo che predilige.
Naturalmente il prasada è un discorso diverso. Il prasada, cibo offerto al Signore, anche se rispettato dopo tre o anche più di tre ore dopo che è cucinato, non ha gli effetti nefasti di un cibo non offerto, cioè il cibo spiritualizzato, anche da un punto di vista fisico, fisiologico, aiuta l'essere vivente in qualsiasi circostanza.
Anche i sacrifici che uno fa, Krsna dice, sono di tre tipi. Se uno si sacrifica puramente in coscienza di Dio... suddham sattvam... visuddham sattvam... pura virtù... sattvam visuddham vasudeva - sabditam... o uno è situato al livello del vasudeva sattvam, della coscienza di Dio allora il suo sacrificio è tutto dedito alla soddisfazione del Signore_ oppure i suoi sacrifici sono di tre tipi: sacrifici della persona virtuosa, passionale o ignorante.
Il sacrificio fatto dalla persona virtuosa è il sacrificio fatto per dovere secondo ciò che è prescritto e senza aspettarsi qualcosa in cambio; uno sa e compie un sacrificio perché questo può dare l'elevazione spirituale e perché questo può portare a una migliore con- dizione di esistenza... lo fa per dovere, non lo fa per un calcolo di tornaconto.
Prabhupada menziona... "non dovremmo andare al Tempio a vedere le Divinità per dovere non per chiedere"... perché è il nostro dovere... tra l'altro è un dovere spirituale proprio... un dovere devozionale... "ma molti" dice "vanno nei Templi, vanno di fronte alle Divinità per chiedere qualcosa... per chiedere una benedizione... per chiedere questo o quello e non perché è il loro dovere nella vita umana... (hanno preso un corpo umano)... purificare la loro esistenza e vedere il Signore, adorare il Signore".
Allora chi vuole qualcosa in cambio, chi facendo i sacrifici chiede un tornaconto, chiede qualcosa indietro, ha una mentalità caratteristica della passione. Fanno anche dei grossi sacrifici, quelle persone... fanno dei sacrifici grandi... sacrifici... penitenze, ecc... però con un fine materiale. Per esempio anche per fini politici persone fanno dei sacrifici, o per avere un'elevazione ai pianeti superiori... questi sacrifici non sono raccomandati dalle Scritture... i benefici che se ne traggono sono sempre effimeri, temporanei e alla fine c'è sempre sofferenza... ciò che è caratterizzato dalla passione è sofferenza, anche se uno mangia cibi in passione poi si ammala... se mangia troppo salato, troppo caldo, troppo piccante, questo lo farà ammalare. Allora, la passione dà sempre questi frutti impermanenti, temporanei e... sempre sofferenza.
E il sacrificio invece sotto l'influenza è un sacrificio che tortura l'anima e l'Anima Suprema, anche, che vive nel cuore.
E' un sacrificio fatto senza distribuire cibo, senza distribuire carità ai brahmana, non secondo le regole, è qualcosa fatto veramente male... cioè... nella vita umana c'è tutto un codice per compiere le attività che si devono compiere per compierle bene... come in qualsiasi attività... no?!... un falegname... un imbianchino... un avvocato tutti hanno dei modi, tutti hanno dei codici secondo i quali si devono comportare... devono agire... delle regole.
Se uno rompe tutte le regole e fa dei sacrifici soltanto così... per dire: " ho fatto dei sacrifici" ma vive una sua elucubrazione, una sua speculazione... e allora questi sacrifici non portano alcun risultato...sono deleteri addirittura per l'essere vivente, questo è il punto.
Poi i sacrifici anche sono di tre tipi, abbiamo detto: chi fa i sacrifici per giusto dovere, chi fa i sacrifici per avere qualcosa in cambio come andare sui pianeti superiori o avere benefici materiali, ecc... e chi fa i sacrifici semplicemente da persona psichicamente e psicologicamente... e anche austerità. Austerità e sacrifici sono cose molto simili, uno quando fa dei sacrifici generalmente deve fare delle austerità. Austerità può significare fare qualcosa che non ci va di fare o non fare qualcosa che ci andrebbe di fare.










XVIII° CAPITOLO
(PRIMA PARTE)


LA RINUNCIA PERFETTA


Questo capitolo è molto lungo per cui lo divideremo in due parti, sono circa ottanta versi, è molto difficile farli tutti insieme, oggi faremo la prima parte. "Praticamente la Bhagavad-Gita", dice Srila Prabhupada, "si conclude al diciassettesimo capitolo".
Finisce al diciassettesimo capitolo la Bhagavad-Gita, ma il diciottesimo è un riassunto di tutti gli altri capitoli mentre il secondo è una sintesi. Il secondo dà degli elementi sintetici della Bhagavad-Gita cioè estrae sinteticamente dalla Bhagavad-Gita alcuni punti, il diciottesimo è un riassunto abbastanza sistematico di tutto il contenuto della Bhagavad-Gita e inizia con una domanda da parte di Arjuna a Krsna.
Arjuna chiede: "che cosa è la rinuncia e cos'è l'ordine di rinuncia"? Questa è la domanda che indica che Arjuna vuole ulteriori chiarimenti, anche se ha ascoltato vuole una puntualizzazione precisa, da parte del Signore, e che non lasci adito ad alcun dubbio, infatti Lo chiama Kesinisudana "uccisore del demone Kesi, Kesi è un grosso demone.
Krsna aveva ucciso questo grosso demone Kesi, Kesi asura, e Arjuna sa che i dubbi sono un grosso problema nella vita spirituale e allora vuole eliminare qualsiasi ombra di dubbio e Lo chiama Kesinisudana, insomma di fatti Gli pone questo quesito: cos'è la rinuncia e chi è nell'ordine di rinuncia e Krsna risponde immediatamente dicendo che rinuncia significa "rinuncia ai frutti dell'azione" si chiama "Tyagam" rinuncia ai frutti dell'azione, e colui che rinuncia ai frutti dell'azione si chiama "sannyasa". Questa è la risposta che dà Krsna, cioè "rinuncia" è rinuncia ai frutti dell'azione e chi rinuncia ai frutti delle proprie azioni è un "sannyasa".
Poi Krsna va avanti dicendo che alcune autorità dicono che bisogna rinunciare anche ai sacrifici, alle austerità, alla carità mentre altre dicono che non bisogna mai rinunciare.
Ci può essere perplessità a questo riguardo perché uno può dire: "va bhè!... qualsiasi cosa io faccia anche i sacrifici, la carità, ecc. portano una reazione per cui dovrei rinunciare a tutto... non faccio più niente!... non accendo più il fuoco "...è classico del sannyasi non accendere più il fuoco, no?! il fuoco sacrificale e anche il fuoco per cucinare, assolutamente... però Krsna immediatamente aggiunge che gli atti di sacrificio, di carità, ecc... purificano anche le grandi anime per cui non devono essere mai abbandonati.
Krsna va avanti e spiega chiaramente che ciò che bisogna abbandonare, ciò a cui bisogna rinunciare sono i frutti dell'azione e la mentalità materialistica ed egoista nel compiere l'azione... quello è ciò a cui dobbiamo rinunciare, mentre a quei sacrifici che ci possono dare elevazione spirituale, quelle attività che noi possiamo svolgere che ci possono dare elevazione spirituale, che possono portarci a una condizione spirituale più elevata, non dobbiamo rinunciarci con la pretesa di dire: "Oh! devo essere una persona rinunciata, allora rinuncio anche a ciò che mi fa avanzare spiritualmente"... no! quella è una falsa rinuncia, altrove viene descritta come markata vairagya la rinuncia finta.
La vera rinuncia è non fare niente per il proprio egoismo, non fare nulla in modo egocentrico mirato alla soddisfazione dei propri sensi, della propria mente e del proprio corpo, ma fare tutto ciò che è favorevole all'avanzamento della vita spirituale.
Krsna aggiunge questo, dice: "La rinuncia può essere ai tre tipi". Adesso inizia nuovamente a parlare delle tre influenze della natura materiale nella virtù, nella passione e nell'ignoranza.
Abbiamo già descritto che chi fa qualcosa soltanto per la soddisfazione del Signore, è nella perfetta rinuncia, questa è la perfetta rinuncia.
Chi agisce per dovere, è sotto l'influenza della virtù. Chi agisce per dovere che è motivato non dal frutto che trarrà dall'azione, l'abbiamo già detto, quella persona è sotto l'influenza della virtù, mentre chi rinuncia a un dovere che dovrebbe compiere perché s'illude che non deve essere il suo dovere... su consiglio da parte di qualcuno... "no, io non devo compiere questo dovere, non è il mio dovere fare queste pratiche, o sacrifici, o pratiche spirituali per avanzare... niente"... chi rinuncia in questo modo è sotto l'influenza dell'ignoranza, dice Krsna, mentre chi rinuncia per paura, perché... è troppo difficile, è sotto l'influenza della passione, per cui uno deve stare attento e riconoscere le ragioni per le quali rinuncia a qualcosa e particolarmente si parla di rinuncia al dovere prescritto.
Tutti noi abbiamo dei doveri da compiere. Ogni uomo nasce con dei doveri da compiere e il dovere primario, il vero dovere è quello di diventare coscienti di Krsna, coscienti di Dio. Allora, chi si trova in virtù, compie i propri doveri e sotto la guida di un maestro spirituale esperto e con l'associazione giusta riesce a trascendere anche l'influenza della virtù, mentre chi è sotto l'influenza della passione non riesce a eliminare le considerazioni del favorevole e dello sfavorevole... lo vedremo dopo, ne parlerà ancora. Krsna, più avanti, però diciamo la sua rinuncia è motivata, se rinuncia a qualcosa lo fa perché o non vede alcuna soddisfazione per sé, oppure vede che è troppo difficile da affrontare, o ha paura, ecc... questo è passione.
Chi invece rinuncia perché è illuso crede che non sia veramente per lui da fare, da compiere quell'azione, quello è sotto l'influenza dell'ignoranza. Qui in sostanza Krsna dice che i frutti dell'azione sono ciò a cui bisogna rinunciare.
Prabhupada menziona nella spiegazione, dice: "ci sono tanti devoti del Movimento per la Coscienza di Krsna che lavorano nelle fabbriche e negli uffici, ma danno tutto il frutto della loro azione a Krsna, questi sono veri sannyasi" lo dice in una spiegazione qui... "...queste anime molto elevate sono veri e propri sannyasi situati nella rinuncia" per cui il punto è: chi situa nella vera rinuncia non dovrà più godere dei frutti delle proprie azioni nella prossima vita.
Chi agisce bene, in virtù, attaccandosi alla virtù dovrà godere dei buoni frutti delle sue attività virtuose. Chi agisce in passione e vive una situazione mista, siccome la passione porta sempre dolore e sofferenza non potrà mai godersi veramente i frutti delle sue azioni, anche se li cerca.
E in ignoranza uno dovrà avere dei frutti, nelle prossime vite, nelle forme animali... dolorosissime... ecc... Questa è la spiegazione che Krsna dà in questo capitolo.
Poi Krsna spiega ad Arjuna le meccaniche dell'azione, vuole che Arjuna capisca bene... che Arjuna deve agire poi sul campo di battaglia... lui ha un problema immediato, tangibile... il suo problema era: non agire o agire?... agire o non agire?... "cosa faccio, combatto? uccido o non uccido"?... cioè, è un po' un traffico quello di Arjuna!
Allora, vuol essere sicuro, Arjuna, che lui combattendo sia veramente... sia un vero rinunciato... che non sia un attaccato, questo è il problema. Krsna gli sta spiegando e gli spiega le meccaniche dell'azione. Gli spiega le meccaniche dell'azione, dice che nell'azione ci sono cinque fattori: il luogo dove viene svolta l'azione, l'azione in sé, i sensi che danno vita all'azione, l'autore dell'azione e in ultima analisi l'Anima Suprema; questi sono i cinque fattori dell'azione. Krsna spiega che qualsiasi atto venga compiuto, comporta questi cinque fattori, questo è anche presente nel Vedanta-Sutra... Krsna Si rifà al Vedanta-Sutra, autorevole... cioè l'azione comporta:
- il luogo dove l'azione viene svolta;
- l'azione;
- l'autore;
- i sensi - lo sforzo;
- l'Anima Suprema.
Allora, la differenza tra un devoto vaisnava e un materialista è che il materialista vede: il luogo dell'azione, l'autore cioè colui che compie l'azione, i sensi e lo sforzo ma non vede il quinto fattore cioè l'Anima Suprema. Cioè il materialista, una persona condizionata dalle influenze della natura materiale, pensa di essere lei l'artefice, dice: "Io voglio fare una cosa... Bhè!... C'è il luogo dove la posso fare questa cosa... ci sono io che la faccio... ho i miei sensi e posso sforzarmi... bene!... la cosa si può fare"! questo è il calcolo che uno fa, un calcolo materiale.
Il devoto invece sa: "No, ci può essere il luogo in cui l'azione deve essere svolta... ci posso essere io, l'autore, il fautore... ci possono essere i miei sensi che funzionano, posso avere la capacità di sforzarmi ma se l'Anima Suprema non sancisce che questa azione può essere compiuta, l'azione non può essere compiuta. Questa è la differenza. Il devoto sa che in ultima analisi è l'Anima Suprema a decidere, a sancire, a dare il Suo benestare affinché un'azione possa essere compiuta.
Questo cambia enormemente la prospettiva nelle azioni che vengono svolte... sposta la prospettiva di 180° perché: "Se io non sono l'ultimo fattore decisionale nelle azioni che posso svolgere o che voglio svolgere, voglio compiere... devo cercare di capire che intenzioni ha Colui che in ultima analisi decide.
"Se uno agisce" Krsna spiega "secondo il volere dell'Anima Suprema, allora è libero dalle conseguenze". Questo è il segreto dell'azione, uno deve agire sempre secondo l'intenzione e il piano e il desiderio dell'Anima Suprema, allora è libero. Si potrebbe dire: "Ma il devoto non subisce i risultati dell'azione"? Il punto è che se uno agisce secondo il desiderio dell'Anima Suprema, è l'Anima Suprema che ha la responsabilità di quella azione, non la persona che la compie.
Prabhupada dà l'esempio del soldato: un soldato va in guerra e uccide eseguendo un ordine... la patria... i capi di Stato, ecc... prende una medaglia al valore, ma se poi ammazza qualcuno per conto suo e non come soldato, come rappresentante di questo stato o della società, allora... lo mettono in prigione... lo mettono sulla sedia elettrica o lo impiccano... o quello che sia, plotone di esecuzione... anche se uccide una sola persona per conto suo... mentre anche se ha sterminato un milione di persone gli danno dieci medaglie perché l'ha fatto per conto dello stato. Questo è il punto. Allora, agire per conto dell'Anima Suprema è il modo per non rimanere immischiati nell'azione ed è la vera rinuncia.
Krsna sta parlando sempre di rinuncia, vuol far capire ad Arjuna che se lui agisce seguendo il Suo desiderio, lui rinuncia ma è perfetto rinunciato allo stesso tempo, questo gli dice. Poi Krsna va ulteriormente a spiegare che ci sono tre costituenti... tre fattori che costituiscono l'azione... tre basi dell'azione, questi fattori che la costituiscono sono:
- l'oggetto della conoscenza;
- la conoscenza; e
- colui che conosce, il conoscitore.
E le tre basi dell'azione sono:
- l'azione in sé;
- i sensi;
- l'autore.
E poi spiega che sempre a seconda dell'influenza materiale ci sono tre tipi di conoscenza, tre tipi di azione, tre tipi di autore. Questo è molto importante perché noi generalmente agiamo, nella vita, in modo abbastanza meccanico perché siamo abituati ad essere sottoposti o soggetti alle leggi della natura allora siamo guidati dalle influenze della natura e non riconosciamo sotto quale influenza siamo, solo raramente ci rendiamo conto... ma è importante per uno spiritualista capire come le influenze stanno agendo perché questo significa per lui poter avanzare spiritualmente o non avanzare spiritualmente... usare il tempo della vita umana in modo giusto o no... e anche evitarsi spiacevoli reazioni.
Evitare spiacevoli reazioni... allora Lui spiega appunto che ci sono tre tipi di conoscenza. C'è una conoscenza che è sotto l'influenza della virtù, è quella conoscenza che ci fa vedere una natura spirituale presente in tutti i corpi, in tutti gli esseri... "Sì, c'è un comune denominatore in tutti gli esseri ed è di natura diversa dalla materia questo comune denominatore... la coscienza, la vita, ecc"... Questa è conoscenza impersonale sotto l'influenza della virtù.
E' di tipo impersonale questa conoscenza però ha una caratteristica spirituale di vedere che c'è qualcosa di diverso dal corpo che anima il corpo, in tutti gli esseri. Questa è conoscenza sotto l'influenza della virtù, mentre sotto l'influenza della passione uno vede gli esseri diversi in corpi diversi, cioè è più condizionato dalla forma corporea e dalla natura materiale che una persona ha. Vede perciò esseri differenti, pensa che questi esseri sono uno così... uno colà... le differenze esistono e sono differenze costituzionali... oppure specula e pensa che non ci sia niente dopo la morte e che l'essere, la coscienza e il corpo siano la stessa cosa o che esista una situazione unica che manifesta diverse forme corporee, che vengono riassorbite... insomma ha una visione diversificante e diversificata della natura. Questa conoscenza è conoscenza caratteristica della passione.
Invece la conoscenza che non va al di là dell'oblio... la persona che grettamente si dedica a una attività punto e basta... non guarda niente, non si preoccupa neanche di vedere o di chiedersi... scrutare gli altri esseri viventi, ecc... quella è sotto l'influenza dell'ignoranza.
Poi Krsna parla anche dell'azione e dell'autore, continua sempre questa divisione. Se l'azione è svolta per dovere e non mira ai frutti dell'azione, abbiamo detto, è sotto l'influenza della virtù. Quell'azione compiuta per avere i frutti, determinata da un forte, intenso desiderio di ottenere i frutti, è della passione... e quell'azione completamente confusa e priva di riscontro oggettivo alla fine, è in ignoranza.
Krsna sta facendo questa diversificazione ancora per buona parte del diciottesimo capitolo, poi parlerà dell'intelligenza, parlerà della determinazione. Per esempio della determinazione dice che la determinazione incrollabile nel compiere il proprio dovere è quella che fa superare tutti gli ostacoli e fa si che uno sia libero dalle dualità, che non sia toccato dalle dualità quando deve svolgere un servizio, quello è sotto l'influenza della virtù; anche quando parlava dell'autore, l'autore che non è soggetto al dolore e al piacere quando fa qualcosa è un virtuoso... invece il passionale appena c'è un dolore cambia subito direzione, c'è un piacere si appassiona, si entusiasma... in ignoranza uno non capisce niente di come sta messo, praticamente, è completamente ottuso, scambia il dolore per piacere praticamente.
Così anche la determinazione di una persona sotto l'influenza della passione, viene destabilizzata quando c'è sofferenza ed è una determinazione solo per qualcosa che gli dà un frutto... "Ah, faccio questa attività, riesco ad avere un frutto... posso godere... bene"! subito è determinato mentre ha mancanza di determinazione per quello che riguarda il sacrificio reale del proprio dovere, agisce soltanto per ottenere questo riscontro, questa gratificazione.
E la determinazione che non va oltre il sogno, l'illusione... dice Krsna... uno pensa, sogna di fare tante cose, che lui riesce a fare chissà cosa... quello è in ignoranza... non esce fuori dalla sua mente... è lì, nella sua mente... dice che muoverà mari e monti e poi non combina niente... quello è in ignoranza.
Alla fine della descrizione delle influenze della natura materiale, Krsna parla della felicità. Anche lì ci sono tre tipi di felicità sotto le tre influenze. Felicità sotto l'influenza della virtù significa che qualcosa magari è amaro all'inizio ma diventa dolce alla fine, perché? Perché una persona che agisce sotto l'influenza della virtù, rinuncia ai frutti dell'azione allora ci può essere un po' di amarezza nella rinuncia ai frutti dell'azione ma poi questa rinuncia gli apre la possibilità di entrare nel campo del servizio devozionale, oppure gli apre le porte per entrare nei pianeti superiori dove c'è una certa dolcezza anche lì... purtroppo materiale... comunque la virtù dà la possibilità di svolgere e di compiere un sacrificio e perciò di avere anche delle privazioni, magari delle amarezze però dà nettare all'inizio e veleno alla fine. I sensi chiedono, il contatto con gli oggetti dei sensi è abbastanza naturale per i sensi. Se si lascia che i sensi entrino in condizione con i loro oggetti, allora c'è subito una fiammata di passione, di soddisfazione, di compiacimento, di eccitazione, ecc. però, dopo questa scompare e dà sempre luogo a sofferenza, rammarico, insoddisfazione, dispiacere... piacere e dispiacere sono sempre insieme, un connubio inseparabile... sono due elementi inseparabili nel mondo materiale... piacere e dispiacere... questa è la passione, la felicità sotto l'influenza della passione.
La felicità in ignoranza significa dolore e confusione dall'inizio alla fine. Veleno all'inizio e veleno alla fine. Perché? Perché uno non riesce neanche a discriminare. Non ho parlato dell'intelligenza, ma sotto l'influenza dell'ignoranza uno non riesce neanche a discriminare fra religione e irreligione... ciò che è giusto fare, ciò che non è giusto fare... si fa sempre del male... si fanno sempre del male, come adesso l'ultima moda in America..."basta usare protezioni... insomma... nelle attività sessuali... lanciamoci anche con quelli con l'A.I.D.S."!... rivoluzionario... è una nuova forma di brivido... la gente è folle completamente!... sono matti... sono matti in tutti i sensi... ma sempre più matti!...
Stanno calcolando che in questo modo, il virus si espanderà e colpirà centinaia di milioni di persone fra otto anni... cento milioni di persone, adesso l'avranno un venti - trenta milioni... ecco, il punto è... quella è ignoranza folle... la follia per cui a uno sembra di avere l'intuizione geniale che fare esattamente l'opposto di quello che dovrebbe fare, sarà felice... "Faccio esattamente l'opposto di quello che dovrei fare, e in questo modo sarò felice"... quello è ignoranza.
Fermiamoci a questo punto, ma comunque Krsna ha descritto già, è importante, che cosa intende per rinuncia, che cosa intende per azione, che cosa intende per conoscenza, che cosa intende per autore, che cosa intende per intelligenza, cosa intende per determinazione, cosa intende per felicità. Ha descritto cosa intende quando questi sono sul piano trascendentale il che significa agire offrendo tutti i frutti a Krsna in perfetta conoscenza o coscienza di Krsna con l'intelligenza fissa... la discriminazione fra realtà e illusione... compiere felici il proprio servizio devozionale per la felicità del Signore... determinati ad accettare tutto ciò che è favorevole al servizio devozionale e a rigettare tutto ciò che è sfavorevole...a prendere rifugio nel Signore e volerLo come protettore, ecc... Questa è in sintesi la posizione del servizio devozionale... se non si è in questa posizione si è sotto una delle tre influenze della natura materiale principalmente e i sintomi sono quelli descritti prima. Allora dobbiamo diventare esperti nel vedere come ci comportiamo sotto che influenza stiamo agendo o comprendendo alcune cose.
Per esempio quando descriveva i tre costituenti dell'azione: conoscenza, l'oggetto della conoscenza, il conoscitore, lì c'è tutto un processo psicologico... si chiama l'impeto quello, viene chiamato "impeto"... prima di agire, di fare qualcosa, di mettere in moto i sensi cioè compiere l'azione, ecc... c'è il processo di "pensare, sentire, e volere" qual è questo processo?
"Voglio conoscere, sperimentare, vivere questo oggetto di conoscenza... o quell'oggetto... quel traguardo".
Sperimentare, vivere, percepire quello che vogliamo per cui io, il conoscitore attuo questo metodo di conoscenza che è il modo per raggiungere, per mettermi in contatto con questo oggetto. C'è stato un processo psicologico di base e poi uno è spinto... "Ah sì, mi interessa... sì... sì". L'intelligenza ha una forma sottile nella mente di relazione con quell'oggetto.
Uno vede, non so, una bella giacca... una giacca, subito dice: "Vorrei sperimentarla, cioè conoscere... vivere quella giacca nel senso di sperimentarla, ecc... mi piace"! nella mente questo accade... allora c'è un processo che se è messo in moto... lui vuole conoscere quell'oggetto della conoscenza... allora c'è "l'impeto" poi l'autore con i suoi sensi fa l'azione di andare a comprare la giacca. Allora tutto ciò che facciamo ha questi impeti che muovono le nostre azioni. Dobbiamo vedere questo impeto da quale influenza è caratterizzato.
Se l'impeto è caratterizzato dalla virtù sono spinto a fare qualcosa che è per il mio beneficio, per il vero dovere che dovrei compiere, qualcosa che è di reale beneficio per me... oppure in passione ed è soltanto qualcosa per la gratificazione dei miei sensi, per ottenere un frutto gratificatorio, un piacere... oppure è qualcosa che faccio veramente da eccentrico, da stralunato, lo faccio per fare il rivoluzionario contro le leggi della natura... "eccomi qua"!... completamente sotto l'influenza dell'ignoranza.
Dobbiamo capire che più uno controlla i sensi e la mente, più è nella perfetta rinuncia, l'unico modo per controllarli è fare operare il Signore, Lui ha la combinazione per controllare i nostri sensi e la nostra mente, Lui la conosce la combinazione per controllare i nostri sensi, la nostra mente e l'intelligenza perché Lui è l'Anima Suprema e sa come gestire questi sensi, questa mente, questo corpo in ogni circostanza cioè conosce perfettamente il luogo dell'azione perché è in ogni atomo (S.B., 3.6.2) Andantara - stha - paramanu - cayantara - stham (B.s., 5.35) conosce perfettamente l'autore cioè noi, conosce perfettamente i nostri sensi e la nostra capacità cioè il nostro sforzo. Ci conosce perfettamente per cui Lui può sancire perfettamente l'azione e determinarla in modo tale da far si che non diventi un peso per l'anima o una forma di coinvolgimento per l'anima ma diventi forma di liberazione per l'anima. Solo lui può farlo!
Per cui la Bhagavad-Gita si conclude parlando della perfetta rinuncia e nella prossima lezione vedremo che Krsna darà delle indicazioni ad Arjuna su come impostare la propria azione nella perfetta rinuncia.
Hare Krsna!










XVIII° CAPITOLO
(SECONDA PARTE)


LA PERFETTA RINUNCIA


Hare Krsna, grazie per la vostra partecipazione. Siamo arrivati al diciottesimo capitolo della Bhagavad-gita, l'ultimo capitolo della Bhagavad-Gita, nella lezione precedente credo che ne abbiamo coperto circa la metà.
Nell'ultima parte del diciottesimo capitolo, Krsna menziona ad Arjuna come quattro tipi di uomini possano diventare perfetti; parla nuovamente di brahmana, ksatriya, vaisya e sudra.
Bisogna ricordare che il diciottesimo capitolo è un riepilogo praticamente di tutta la Bhagavad-Gita. Krsna fa un riepilogo. Altrove Srila Prabhupada dice che la Bhagavad-gita finisce col diciassettesimo capitolo e il diciottesimo è soltanto un riepilogo, allora, Krsna ripete punti che ha già menzionato, riepiloga in questo senso, cose che ha già detto, parla dei brahmana, degli ksatriya, dei vaisya e dei sudra; dice che i brahmana hanno alcune qualità come: la serenità, l'austerità, la pulizia, la purezza, la pazienza, la pietà, la compassione, ecc...; gli ksatriya hanno invece qualità quali: la determinazione, il coraggio in battaglia, la generosità, ecc...; i vaisya hanno il senso di protezione per le mucche, la capacità di commerciare e di distribuire e i sudra hanno come qualità la capacità di servire gli altri; e dice che loro hanno dei doveri prescritti che si manifestano sulla base delle qualità che possiedono.
Krsna inoltre aggiunge che se questi uomini, queste diverse persone compiono il loro dovere sulla base delle qualità che hanno... compiono quei doveri prescritti manifestati sulla base delle qualità che essi hanno, allora diventeranno perfetti, cioè uno può diventare perfetto compiendo quei doveri che nascono dalle qualità che possiede; questo Krsna dice, inoltre aggiunge che non è auspicabile che una persona che ha particolari qualità e perciò particolari doveri da compiere, compia i doveri di qualcun altro, cioè di fronte a difficoltà o situazioni difficili si metta a compiere i doveri di qualcun altro. Per ognuna di queste quattro classi sociali, ci sono delle cose sgradevoli da fare. Per esempio: uno ksatriya deve uccidere, qualche volta, per mantenere le leggi o proteggere delle persone innocenti... deve uccidere, e non è una cosa piacevole... ma non perché ci sia da uccidere qualche volta, uno ksatriya deve abbandonare il suo dovere e mettersi a fare il brahmana... questo era il problema di Arjuna, no?!. sul campo di battaglia di kuruksetra... Arjuna, diceva: "Adesso devo uccidere tutte queste persone che mi stanno davanti ...compito estremamente sgradevole... non voglio farlo!... piuttosto vado nella foresta, vado a meditare, divento uno yogi, divento un brahmana". Krsna gli ha detto: "Ma non è la tua natura"!
Infatti questo capitolo... in quel particolare punto del diciottesimo capitolo, Krsna ribadisce ad Arjuna: "Guarda che se tu anche non volessi seguire quello che ti dico Io, tu sarai costretto a compiere quelle azioni che Io ti sto chiedendo di compiere, perché la tua natura ti spingerà a farlo, cioè anche se tu non vuoi compiere quelle azioni sulla base della Mia richiesta, le dovrai compiere comunque" cioè non puoi cambiare la tua natura... così... se sei un ksatriya sarai forzato comunque a difenderti e a reagire se vieni stimolato o chiamato alla battaglia... uno che dice: "Io adesso chiudo e vado... vado nella foresta... divento un brahmana... tutto d'un tratto cambi natura... se fino a dieci minuti fa o un'ora fa quando ti provocavano reagivi con le armi, non è che in dieci minuti cambi così! per cui... "Combatterai lo stesso, non combatterai per Me... sarà peggio per te, per cui... (sta parlando Krsna ad Arjuna) ... ti conviene combattere per seguire le istruzioni che Io ti dò, altrimenti lo farai comunque, lo farai spinto dalla tua natura".
In questo senso Krsna sta dicendo in questo particolare verso che non conviene assolutamente che uno tenti di svolgere i doveri di qualcun altro. Si possono presentare delle difficoltà. I vaisya ad esempio, dice Prabhupada, qualche volta devono ingannare... "Oh, lei è venuto a comprare questa cosa"... il cliente dice: "Mi faccia uno sconto"... e lui: "Ma guardi che non ho alcun profitto su questa cosa, faccio il prezzo di costo"... Prabhupada dice: "E' sempre una bugia quando dicono così, nessuno lavora a prezzo di costo, c'è sempre un profitto"... allora il vaisya deve dire qualche volta una bugia... allora perché ci sono delle cose spiacevoli da fare: lo ksatriya deve uccidere, il vaisya deve dire bugie, il brahmana qualche volta nelle epoche passate doveva sacrificare degli animali, il sudra doveva compiere delle azioni sgradevoli nelle mansioni che il padrone gli dava... comunque doveva essere fatto anche se c'erano delle difficoltà infatti, non che uno doveva andare e dire: "Allora svolgo un'altra attività perché questa qui è diventata troppo difficile"... se è quella che ti è naturale svolgere, continua a svolgere quell'attività, non cambiare artificialmente infatti nel verso seguente Krsna dice che ogni attività che si svolge è contaminata da qualche difetto... qualsiasi cosa uno fa... proprio dice: "Come il fuoco è coperto dal fumo" questa è una splendida analogia... il fuoco è l'elemento che purifica per eccellenza... in passato quando dovevano tagliare (ancora adesso, credo, nei paesi Islamici) un arto a qualcuno mettono la scimitarra nel fuoco, la arroventano... la rendono arroventata così quando tagliano una mano, o quello che sia, cauterizza la ferita immediatamente e... non c'è nulla di più antisettico del fuoco... brucia tutto insomma!...
Però il fuoco è coperto dal fumo e il fumo è sicuramente qualcosa di impuro, di sgradevole, no?!
Noi facciamo larghissimo uso del fuoco ma non siamo soddisfatti quando nell'usare il fuoco c'è del fumo. Se dovessimo accendere una stufa in casa o un caminetto, saremmo contenti del tepore, del calore che il fuoco diffonde ma se si mette a diffondere il fumo nella casa, allora siamo disturbati da questo... però anche se qualche volta il fuoco fa del fumo, noi utilizziamo il fuoco, non per questo smettiamo di utilizzare il fuoco e allora... allo stesso modo anche se nel compiere i doveri prescritti cioè ciò che è naturale che noi facciamo perché delle qualità che possediamo, della natura che abbiamo, anche se nello svolgimento di questi doveri dovesse esserci un po' di fumo... i doveri sono paragonati al fuoco, il fumo ai difetti... anche se ci dovesse essere qualche difetto, dovremmo comunque svolgere i nostri doveri, non dobbiamo eliminarli così in modo brutale e inconsulto; questo è il verdetto della Bhagavad-Gita, in questo punto.
Poi Krsna va avanti, narra di quello che è il processo della perfezione, per raggiungere la perfezione o lo stato spirituale, la coscienza spirituale dell'esistenza, perché come abbiamo accennato prima: compiendo i propri doveri, qual è il risultato? Uno si eleva a una coscienza spirituale. Questa coscienza spirituale è descritta in un verso:



VERSO 54


brahma-bhutah prasannatma
na socati na kanksati
samah sarvesu bhutesu
mad-bhaktim labhate param

Il collocarsi in questo stato di brahma-bhutah significa: brahma-bhutah significa livello spirituale, cioè "io sono spirito e non materia"... arrivare alla consapevolezza di essere spirito e non materia, questo comporta l'acquisizione di alcune qualità. Naturalmente Krsna spiega anche come arrivare, dice: "Una persona che va nella foresta, che mangia poco, che siede in meditazione, che è rinunciata (infatti si chiama "La perfezione della rinuncia" questo capitolo) che è libera da quei desideri materiali che altrimenti sono dei problemi... i desideri per il frutto delle azioni che si compiono... libera da queste cose, raggiunge il risultato di brahma-bhutah" livello di consapevolezza spirituale..."sono spirito e non materia" e questo cosa comporta? Il brahma-bhutah comporta essere felici, molto soddisfatti.
Nel mondo materiale ci sono così tante contrarietà e così tante difficoltà, arrivando alla consapevolezza di essere spirito eterno e non materia, per esempio, uno non ha più il problema della morte che è uno dei più grandi problemi che esistono per gli esseri viventi... rendersi conto di essere spirito, un'anima spirituale e non un corpo materiale, ti libera da questa problematica della morte... non è poco!... no?! e in più altre problematiche che sono connesse alla identificazione con il corpo materiale. Uno diventa soddisfatto e felice......na socati na kanksati... non si lamenta né desidera, non brama più nulla in modo così intenso, perché? Perché rendendosi conto di non essere il corpo materiale, i suoi traguardi mutano, cambiano. Chi crede di essere il corpo materiale desidera intensamente ottenere qualcosa che significhi la gratificazione del proprio corpo.
Chi non crede di essere il corpo materiale, non desidera così intensamente questa presunta felicità del corpo materiale o qualcosa che può procurare questa presunta felicità del corpo materiale, allo stesso modo uno non si lamenta se perde qualcosa... il materialista, colui che si identifica col corpo è molto preoccupato di perdere le cosiddette cause del proprio godimento materiale... "Oh, sto perdendo questa fonte di godimento materiale! Siccome per me il godimento materiale è tutto e per tutto... è tutto per me!.. allora...quando perdo questo godimento materiale, mi sembra di perdere la vita"!. Non è così per chi non si identifica col corpo.
Chi non si identifica col corpo, sa di non perdere tutto quando perde delle fonti di gratificazione materiale, delle fonti di felicità materiale, delle fonti di felicità materiale, per cui... na socati na kanksati... non cerca niente di così intensamente al mondo materiale, né si lamenta per la perdita di qualcosa... samah sarvesu bhutesu... vede tutti gli esseri viventi sullo stesso piano, nello stesso modo, il che significa che vede tutti sono anime spirituali e non corpi ed essendo anime spirituali, sono particelle di Krsna, per cui se quest'anima è rivestita da questo corpo o da quel corpo, non fa una così grande differenza, sono tutte particelle, parti integranti della stessa Verità Assoluta, la Persona Suprema, Dio, Krsna.
Allora... mad-bhaktim labhate param... qui dice Krsna: "Chi è arrivato in questa condizione d'esistenza, è pronto per il servizio devozionale... può impegnarsi nel puro servizio devozionale". Cioè chi è libero dall'identificazione con il corpo e ha capito di essere spirito, chi è libero dal lamento e dalla brama ossessiva di piacere in questo mondo e vede "tutti gli esseri viventi come particelle della stessa Natura, è pronto a impegnarsi nel puro servizio devozionale viceversa chi non raggiunge quello stadio, non è pronto a impegnarsi in puro servizio devozionale.
Allora questo è quello che dice Krsna e in questo modo spiega come raggiungere questa piattaforma di esistenza spirituale. Continuando il Suo discorso, Krsna poi spiega come raggiungere la perfezione nel servizio devozionale, il processo del servizio devozionale puro.



VERSO 55


bhaktya mam abhijanati
yavan yas casmi tattvatah

"Solo attraverso il puro servizio devozionale, Io posso essere conosciuto così come sono" dice Krsna.

tato mam tattvato jnatva
visate tad - anantaram

Questo è molto importante, è uno dei versi più importanti della Bhagavad-gita Prabhupada lo menziona molto spesso, perché si può conoscere il Signore Supremo così com'è solo attraverso il servizio di devozione... quando si diventa pienamente coscienti di Lui, grazie a questa devozione si può entrare nel regno di Dio. Perché menziona spesso questo verso? Perché Krsna è categorico in questo verso. Molte persone fraintendono cos'è la Verità Assoluta, quale sia il traguardo dell'esistenza e quali siano i mezzi per raggiungere questo traguardo, per cui Krsna inequivocabilmente dice: Bhaktya mam abhijanati "Soltanto attraverso il puro servizio devozionale, Io sono conosciuto così come sono". Non dà adito a dubbi questa dichiarazione di Krsna!
Si sta concludendo la Bhagavad-Gita, questo e un altro verso, che poi vedremo in seguito, sono delle pietre miliari nella comprensione della Bhagavad-Gita. Se uno potesse avere dei dubbi, li risolverebbe immediatamente leggendo questo verso. Krsna, così, senza indugi spiega che soltanto con la devozione... "un rapporto devozionale con Me" ...e non con metodi meccanici, non con metodi di speculazione astrusi, ma... "diventando Miei devoti Mi si può conoscere" Questo implica che Lui è una Persona, perché "Mi puoi conoscere soltanto con un rapporto personale"... devozione significa soltanto personale... non esiste devozione per "nulla" o per un "vuoto impersonale"; devozione significa amore, significa affetto, significa fare dei sacrifici per qualche persona, nessuno fa sacrifici per un numero o per una formula, per un qualcosa di impersonale, i sacrifici sono sempre tesi a una persona, per cui Krsna sta praticamente dicendo che Lui è una persona e come persona va conosciuta soltanto con un amore personale che è la devozione.
Questo verso è molto molto importante e viene dato da Krsna proprio in questo frangente. Krsna sta provvedendo; ha parlato dei doveri delle persone, ha parlato di come si possa raggiungere la piattaforma spirituale e sta parlando di cosa significa cioè qual è il fine del raggiungere la piattaforma spirituale: conoscere la Suprema Persona spirituale che è Krsna attraverso la devozione, per cui Krsna sta veramente spiegando l'essenza del servizio devozionale. Poi va avanti dicendo:



VERSO 58


mac-cittah sarva-durgani
mat-prasadt tarisyasi
atha cet tvam ahankaran
na srosyasi vinanksyasi

cioè: "Con il Mio aiuto... "perché sa che tutti hanno dei problemi; non è facile abbandonare la gratificazione dei sensi, il falso ego, ecc... e dedicarsi a Krsna... perché puro servizio devozionale significa dedicare il proprio cuore a Lui, però Lui dice: "Con il Mio aiuto, tu supererai tutti gli ostacoli". Sarva-durgani significa: tutti gli ostacoli... questo mondo materiale è chiamato durga o prigione e anche la dea durga, quella che controlla questo mondo materiale... prigione, significa che ci sono ostacoli difficili da superare ...durgani è un nome di Vrndavan... durgani prabhu, e qui con noi questa sera... significa: difficile da raggiungere, non è facile da arrivare, difficile da raggiungere... allora Krsna dice: "mac-cittah sarva-durgani col mio aiuto... mat-prasadat tarysyasi con la Mia misericordia, tu li supererai tutti gli ostacoli" ...ce ne sono tanti indubbiamente, calandosi nel mondo materiale uno si è calato in una corsa a ostacoli... proprio... cioè ce ne sono di tutti i tipi... si è messo a fare una corsa a ostacoli per la soddisfazione materiale... ...una corsa che non finisce mai, perché non finiscono mai gli ostacoli... non arriverà mai, ma li può superare tutti con la misericordia di Krsna se però si arrende a Lui.
"atha cet tyam ahankaran... se tu invece agisci attraverso il tuo falso ego... ahankaran significa: falso ego... se invece fai di testa tua... tu vuoi superare gli ostacoli di questo mondo e raggiungere dei traguardi che tu ti sei prefisso che non sono la devozione per Me, l'amore devozionale per Me e non Mi ascolti, allora na srosyasi vinanksyasi... ti rovini, vai incontro alla distruzione, sarai perduto"... na srosyasi significa: non ascolti... vinanksyasi significa: tutto sarà distrutto.
E' importante ascoltare Krsna!
Srila Prabhupada in una spiegazione dice che non bisogna lasciarsi trarre in inganno dal falso ego, da quel falso senso d'identità e falso senso di appartenenza a questo mondo materiale. Noi crediamo che questo mondo materiale possa darci la soluzione al problema della nostra ricerca della felicità e della soddisfazione eterna, ma non può darci questa risposta; il mondo materiale, non può darci la soluzione al nostro problema e lo sappiamo e lo vediamo ripetutamente... questo mondo materiale ci tradiscono, se ascoltiamo Krsna allora superiamo questo ostacolo della ricerca della gratificazione dei sensi, Krsna è molto esperto! In un altro verso, lui dirà:



VERSO 61


isvarah sarva-bhutanam
hrd-dese 'rjuna tisthati
bhramayan sarva-bhutanu
yantrarudhani mayaya

"Io sono seduto... Io guido il vagabondare di tutti gli esseri"... Uno potrebbe chiedersi: "a Krsna mi può veramente aiutare? Può veramente liberarmi da tutti gli ostacoli? Certo! Perché Lui ti guida in ogni specie di vita, ogni tipo di corpo che prendi... dice": Isvarah sarva - bhutanam... sono il controllore di tutti gli esseri viventi... hrd-dese ...sono seduto nel cuore, sono situato nel cuore".
Non siamo soli nel nostro cuore, nel nostro cuore non ci siamo solo noi stessi, c'è anche Krsna dentro e Lui ha visto ogni tipo di corpo che noi abbiamo preso e non solo quello che abbiamo preso noi ma anche quello che hanno preso tutti gli altri esseri viventi di questo mondo... ha visto qualsiasi atto che un'anima possa avere compiuto attraverso il corpo materiale sia che fosse stato un atto glorioso o infame o vissuto per momenti di eccitazione o momenti di sgomento... per tutto... è passato attraverso tutto con noi per cui conosce perfettamente... noi abbiamo una conoscenza di noi stessi molto limitata, anche della nostra mente, limitata a questo corpo, ma non sappiamo quali e quante mentalità, modi di pensare e di intendere la vita abbiamo sviluppato in corpi diversi... corpi differenti, Krsna lo sa... lo dice, altrove, nella Bhagavad-Gita: "Io ricordo tutto, tu non ricordi niente... tu dimentichi tutto, ma Io ricordo tutto" per cui chi meglio di Lui può aiutarci? Chi meglio di Lui sa quali ostacoli ci si possono parare davanti? Lui è il proprietario della natura materiale che è quella che pone gli ostacoli e chi meglio di Lui sa che atteggiamento assumiamo noi di fronte agli ostacoli? Nessuno meglio di Lui lo sa! Chi conosce perfettamente, è in grado di aiutarci perfettamente, per cui: Bhramayan sarva - bhutani e con noi è seduto Krsna nel nostro cuore... all'interno del cuore... dobbiamo lasciarci guidare da lui, lui è Quello che ci dà il ricordo o la dimenticanza.



VERSO 15

(CAPITOLO 15)


sarvasya caham hrdi sannivistho
mattah smrtir apohanam ca

Lui può farci ricordare la nostra natura originale o farcela dimenticare, infatti Arjuna lo dirà in seguito. Poi Krsna continua a spiegare il processo... questo è il cuore del diciottesimo capitolo... questi versi sono tutti molto importanti perché danno un riassunto della Bhagavad-Gita molto ricco di informazioni. Krsna qui dice:



VERSO 68


ya idam paramam guhyam
mad-bhaktesv abhidhasyati
bhaktim mayi param krtva
mam evaisyaty asamsayah

qui sta chiedendo una resa ad Arjuna, sta finalmente chiedendogli di dedicarsi a Lui. Servizio devozionale?... Sì! "Io ti posso aiutare e liberarti dagli ostacoli... solo attraverso il servizio puoi conoscerMi... Io sono nel cuore con te"...e allora che devi fare?

ya idam paramam guhyam
ma-bhaktesv abhidhasyati

"Pensa a Me e diventa Mio devoto, offriMi i tuoi omaggi"

bhaktim mayi param krtva
mam evaisyaty asamsayah

"Diventa Mio devoto... sii Mio"... praticamente è questo che gli chiede: "Tu arrenditi completamente a Me". Questi sono i modi: Quando devi pensare, pensa a Krsna; o se devi pensare a fare qualcosa, pensa a farlo per Krsna; i tuoi omaggi, le tue obbedienze offrile a Krsna. Fai di Krsna il tuo oggetto di adorazione, il traguardo.
Se vuoi essere devoto e devi dedicare a qualcuno la tua energia, il tuo tempo, le tue forze, dedicale a Krsna. Questo è quello che sta chiedendo il Signore.
Noi sappiamo che in accordo alla coltivazione dei pensieri, delle azioni, delle parole a chi le dedichiamo, noi ci attacchiamo a quel qualcuno ...se dedichiamo pensieri, parole e azioni a una persona, ci attacchiamo a quella persona... lo stesso vale per Krsna.
Se l'oggetto dei nostri pensieri, delle nostre parole, delle nostre azioni è Krsna, naturalmente ci attacchiamo a Krsna e naturalmente ci distacchiamo da tutto il resto. Anche Krsna dice:



VERSO 66


sarva-dharman parityajya
mam ekam saranam vraja
aham tvam sarva-papebhyo
moksayisyami ma sucah

"Lascia qualsiasi altra forma di religione", qui conclude proprio la Bhagavad-Gita sarva-dharman parityajya... non preoccuparti di niente... hai tanti altri ideali, tanti altri ideali, tanti altri concetti , forme di religione... dharman significa forme di religione, significa modi di impostare la tua relazione con l'Assoluto, con questo mondo, con gli altri essere viventi, ecc... "Lascia tutto e arrenditi a Me", mam ekam saranam vraja. Mam ekam significa proprio con piena concentrazione su di Me... "Arrenditi a Me, non ti preoccupare" perché dice:

aham tvam sarva-papebhyo
moksayisyami ma sucah

"Io ti libererò da tutte le reazioni, da tutte le problematiche che possono scaturire da quello che hai fatto in tutte le tue vite precedenti e per la scelta che stai facendo che potrebbe portarti delle ripercussioni, non ti preoccupare"...Aham tvam sarva-papebhyo - ti libererò da tutto. Moksayisyami ma sucah - non ti devi preoccupare.
Krsna, in altre parole, sta ripulendo completamente il cuore di Arjuna da tutti quelli che possono essere i dubbi... ché uno costruisce così tanti ideali, tanti concetti nella vita che diventa difficile lasciarli, ma Krsna ha il potere di proteggere una persona che si dedica completamente a Lui. Questo verso è anche importante.
Srila Prabhupada lo menziona spesso perché sconfigge la teoria impersonalista la quale sostiene che uno si deve arrendere a qualcosa di indistinto, di imperscrutabile o di impersonale. "Mam ekam saranam vraja... arrenditi a Me" non arrenderti a qualcun altro o a qualche altra cosa... già aveva detto: "sarva-dharman parityajya... pensa sempre a Me" ...qui gli dice: "Lascia qualsiasi idea che hai e arrenditi a Me". Questa è la conferma inequivocabile che la Verità Assoluta è una Persona ed la Persona Suprema e vuole la nostra resa personale incondizionata a Lui, nei Suoi confronti. Questo è quello che sta chiedendo, molto, molto importante! Qui Lui sta chiedendo questo processo del servizio devozionale, sta dicendo che non è altro che attaccarsi a Lui e arrendersi a Lui completamente lasciando tutto il resto. Questo è! Conclude questa Bhagavad-Gita con questa dichiarazione, e poi dopo chiederà ad Arjuna se ha compreso e Arjuna dirà: "Sì, sì ho compreso perfettamente, era solo un'illusione"... Arjuna è libero ormai di ogni dubbio, illusione, è pronto a fare qualsiasi cosa Krsna gli chieda di fare, è felice di essere uno strumento del Signore, sa che il Signore è il suo eterno Amico, infatti sempre in questa parte finale della Bhagavad-Gita Krsna dice: "Questa Bhagavad-Gita, non deve essere rivelata agli invidiosi o persone che non hanno amore per Me o desiderio di servirMi".
Dice: "Io l'ho rivelata a te Arjuna perché sei Mio intimo amico" poi dice anche che coloro che diffondono il Verbo della Bhagavad-Gita: "Kascin me priya-krttamah" ...non esiste nessuno che è più caro di queste persone, che non solo accetta la Parola del Signore, l'istruzione del Signore nel cuore ma La diffonde e La distribuisce agli altri. Nessuno Gli è più caro, per cui è proprio una questione di rapporto... di intimo rapporto di fiducia, di amicizia, di affetto e di amore tra il Signore e i Suoi devoti.
Questo è la Bhagavad-Gita e chi ha quella devozione e attaccamento per il Signore, o almeno, chi è libero dall'invidia cioè chi non ascolta le parole di Krsna dando a loro il proprio significato pensando di essere più intelligenti di Krsna... apponendo il proprio significato a queste parole... e con un cuore semplice uno ascolta queste parole del Signore con l'idea di poter metterle in pratica e cambiare la propria vita, quello è un candidato adatto all'ascolto della Bhagavad-Gita e la Bhagavad-Gita avrà sicuramente effetto perché alla fine Sanjaya... (sapete che la Bhagavad-Gita è iniziata con Dhrtarastra che chiedeva a Sanjaya: "Dimmi cosa fanno i miei figli e i figli di Pandu sul campo di battaglia"? Sanjaya aveva questa visione trascendentale che gli aveva dato il suo guru Vyasadeva, poteva vedere quello che accadeva nella battaglia anche a grande distanza)... allora, Sanjaya conclude il suo reportage a Dhrtarastra dicendo: "Quando penso al dialogo di Krsna e Arjuna i miei peli si rizzano sul corpo e"... cioè prova dei sintomi di estasi perché Sanjaya è un puro devoto di Krsna, è un devoto del Signore, allora ascoltando, osservando e testimoniando la relazione così profonda e intima che intercorre tra Krsna e Arjuna... quanto Krsna è benevolente e protettivo verso il Suo devoto e quanto Arjuna è arreso a Krsna, al suo Signore, al suo Amico, ecc... allora essendo anche lui devoto... come quando vediamo una relazione intima tra una madre e un figlio o un amore sincero siamo toccati da queste cose ma tanto più siamo toccati se vediamo l'amore eterno, perfetto, oceanico che Krsna ha per i Suoi Devoti... poi parla della bellezza di Krsna:



VERSO 77


tac ca samsmrtya samsmrtya
rupam aty-adbhutam hareh

cioè, "guardo continuamente... vedo la forma del Signore"... dice:



VERSO 78


yatra yogesvarah krsno

il signore di tutti i poteri mistici

yatra partho dhanur-dharah

Prtha invece che è Arjuna e che è l'arciere infallibile..."Chi ascolta questo dialogo tra loro due, sarà sempre benedetto" dice Sanjaya" con la fortuna, opulenza, vittoria e, in ultima analisi, principalmente con il servizio devozionale al Signore" .Ecco, questa è la conclusione della Bhagavad-Gita.
La Bhagavad-Gita è il dono più prezioso, dono preziosissimo perché è il Signore stesso che parla d'amore, parla d'amore al Suo devoto, ma sta parlando anche a noi. Tanta gente si chiede chi è Dio, come è Dio, cosa vuole Dio da me e se c'è, ecc...
Qui, Dio sta parlando, Si descrive, descrive la Sua situazione, infatti Prabhupada alla fine della Bhagavad-Gita dice che la Bhagavad-Gita ha parlato della Persona Suprema, ha parlato dell'anima, della natura spirituale, ha parlato del tempo e ha parlato del karma. E' Krsna stesso che spiega tutto in dettaglio, spiega di Sé, spiega chi siamo noi, che relazione intercorre, che cos'è questo corpo, queste influenze della natura materiale che ci condizionano, spiega bene qual è il traguardo da raggiungere per un'anima. Questo traguardo, raggiunto con la Sua misericordia, è una relazione intima con Lui di devozione è superiore a qualsiasi altra impostazione uno possa dare alla vita. Tutto viene descritto da Lui direttamente al Suo devoto e noi abbiamo la possibilità di ascoltare questo dialogo. E' un dono preziosissimo!
Quando si è una condizione difficile in questa vita o in queste vite, quando siamo in preda di dubbi o situazioni che ci ostacolano, chi meglio o cosa meglio delle parole del Signore possono aiutarci? Sono le dirette parole di Dio che ci illuminano la strada, per questo la Bhagavad-Gita è un inno al servizio devozionale, al ristabilire la nostra relazione con Krsna e a beneficiare delle Sue parole, delle Sue istruzioni.
Krsna dice: "Chi legge questo dialogo tra Me e Arjuna, in verità Mi adora con la sua intelligenza". Se noi riusciamo la nostra intelligenza alla Bhagavad-Gita, allora la Bhagavad-Gita ci darà Krsna e questo è il frutto del leggere e dell'arrendersi alle parole del Signore, alle parole di Krsna. Grazie per aver partecipato a questo numero di letture sulla Bhagavad-Gita.
Leggete sempre la Bhagavad-Gita. Se non avete una Bhagavad-Gita, procuratevela, in ogni circostanza potrà darvi tutte le risposte di cui avrete bisogno.
Hare Krsna!







Ringrazio sentitamente Sua Divina Grazia Madhusevita Adhikari per la misericordia accordata a tutti noi con la Sua presenza e le Sue conferme.
Il modo in cui ci hai parlato di Krsna ci obbliga a una riflessione profonda e stimola al servizio devozionale.
Grazie ancora!
Brescia 17 settembre 1993.




Fine testo.